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«Siamo alla censura dei cartelloni. Roma Capitale emana nuovo regolamento: indovinate chi verrà penalizzato?»

«Siamo alla censura dei cartelloni. Roma Capitale emana nuovo regolamento: indovinate chi verrà penalizzato?»

«Alla fine stanno organizzando una vera e propria censura dei cartelloni colpevoli di contenere un messaggio prolife. Perchè indovinate un po' chi verrà penalizzato e a chi verrà negata la libertà d'espressione? La Raggi si muove così celermente per limitare la libertà di espressione, quando dovrebbe pensare a tutte le problematiche serie che Roma non ha ancora risolto: dagli asili fino alla spazzatura, dal traffico al verde». Così in una nota il presidente di Pro Vita & Famiglia, Toni Brandi, sull'istituzione di un Osservatorio sulle pubblicità istituito da Roma Capitale.

1È stato istituito un organo composto da associazioni di riferimento delle diverse categorie dovrebbe verificare il rispetto dei messaggi non discriminatori e che le pubblicità non siano lesive della dignità della persona, in pratica diventerà una mannaia ideologica per impedire a quelli che la pensano diversamente dalla dittatura del pensiero unico di esprimere la propria opinione» ha aggiunto il vice presidente Jacopo Coghe.

«I nostri ultimi manifesti #dallapartedelledonne sono perfettamente in linea con la legge 194 e con il rispetto della salute della donna, fisica e psichica, ma già sono stati oggetto di gravi e illegali rimozioni in diversi Comuni italiani contro cui faremo ricorso. È chiaro ora che questo nuovo strumento nasce contro di noi e contro il nostro pensiero, che ricordiamo a tutti è libero di esprimersi come la Costituzione garantisce. A meno che non stiamo sprofondando in un regime autoritario e dispotico» ha concluso Toni Brandi.

Il Mercosur finisce su un binario morto
Agricoltore francese protesta contro il Mercosur (Ansa)
Emmanuel Macron ha ripetuto il no all’accordo commerciale con il Sud America, imitato da Irlanda, Austria e Romania. Ungheria e Polonia pronte al veto. La baronessa cede e annuncia: «Firma posticipata a gennaio». Giorgia Meloni: «Ok italiano solo con le garanzie richieste».

Il Mercosur, così com’è, non s’ha da firmare, né domani né mai. Ursula von der Leyen viene messa all’angolo e sabato non potrà volare come sperava e come ha promesso agli industriali tedeschi, desiderosi di vendere le auto che lei ha bloccato in Europa con lo sciagurato green deal ad argentini, brasiliani, paraguaiani e uruguagi (ammesso che questi ultimi abbiano i soldi), a Foz do Iguaçu, in Brasile, dove l’attende uno smanioso Lula da Silva. Emmanuel Macron - in patria ha una situazione disastrosa: gli agricoltori gli bloccano il Paese per il Mercosur ma anche per l’epidemia di dermatite nodulare che minaccia le mandrie e Sébastien Lecornu, il primo ministro, non riesce a far passare la legge di bilancio - non può permettersi un passo indietro e ripete: il conto non torna, l’accordo non si può firmare.

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Nord Stream sabotato da un soldato ucraino in servizio
La falla nel gasdotto Nord Stream (Ansa)
«Der Spiegel»: Serhij Kuznietzov, arrestato a Rimini per la distruzione del gasdotto, stava eseguendo ordini. Attaccando un membro Nato...

I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, infrastrutture strategiche per l’approvvigionamento energetico europeo, corrono in parallelo sul fondo del Mar Baltico collegando direttamente la Russia alla Germania. Il primo è entrato in funzione nel 2011, diventando per oltre un decennio uno dei principali canali di fornitura di gas russo verso l’Europa. Nord Stream 2, completato nel 2021, non è invece mai entrato in esercizio a causa dello scoppio della guerra in Ucraina e del conseguente blocco politico e regolatorio imposto dai Paesi occidentali. Nella notte del 26 settembre 2022, una serie di potenti esplosioni sottomarine ha gravemente danneggiato entrambe le condotte in acque internazionali, al largo delle coste danesi e svedesi.

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Il Papa randella l’Europa in trincea: «Usa la paura in nome del riarmo»
Reprimenda di Leone XIV: «Siamo oltre la legittima difesa: è destabilizzazione planetaria. Provano persino a rieducare al conflitto tramite media e corsi scolastici. E considerano una colpa non prepararsi alla guerra».

Nel giorno in cui il Consiglio Ue dava il via libera al ReArm, il Papa ha voluto tirare le orecchie degli eurocrati, nascoste sotto gli elmetti. Lo ha fatto con un messaggio datato 8 dicembre, ma dedicato alla Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2026. Un testo nel quale Leone XIV non ha nemmeno avuto bisogno di fare nomi. Si capisce benissimo a chi possano essere rivolte parole del genere: «Nel rapporto fra cittadini e governanti si arriva a considerare una colpa il fatto che non ci si prepari abbastanza alla guerra, a reagire agli attacchi, a rispondere alle violenze». Una coincidenza ha voluto che, proprio ieri, contestualmente al discorso di Robert Francis Prevost, uscisse il dissennato ultimatum del premier polacco, Donald Tusk, sulla confisca degli asset russi: «O soldi oggi o sangue domani».

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 19 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 dicembre con Flaminia Camilletti

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