2022-08-16
        Su Disney+ arriva la cugina di Hulk
    
True
 She-Hulk: Attorney at law (Disney+)
    
She-Hulk: Attorney at law, sulla piattaforma streaming da venerdì 18 agosto racconta una donna disegnata prima che la retorica potesse restituirle un che di stucchevole. Jennifer Walters, le braccia verdi, più affusolate di quelle appartenute al suo corrispettivo maschile, non è l’espressione fuori contesto di un movimento, il #MeToo, e di quel che ne è seguito. La storia dell’avvocatessa, cugina oltre i due metri dell’Hulk canonico, è antecedente alle sommosse hollywoodiane.Un Hulk diverso, una donna, disegnata prima che la retorica potesse restituirle un che di stucchevole. Jennifer Walters, le braccia verdi, più affusolate di quelle appartenute al suo corrispettivo maschile, non è l’espressione fuori contesto di un movimento, il #MeToo, e di quel che ne è seguito. All’apparenza, potrebbe sembrare tale, ma la storia dell’avvocatessa, cugina oltre i due metri dell’Hulk canonico, è antecedente alle sommosse hollywoodiane, all’imperativo morale che pare costringere ogni produttore ad abbracciare la tanto agognata diversità (e, in nome di questa, a tingere la pelle dei personaggi più amati, a rivederne il sesso e i connotati). Jennifer Walters è figlia degli anni Ottanta, del guizzo di un disegnatore, di un fumetto. Oggi, di una serie televisiva. Disney+, forse – lei sì – preda delle onde perbeniste che hanno scosso Hollywood, ha deciso di riprenderla, quella Jennifer, la sua storia. She-Hulk: Attorney at law, sulla piattaforma streaming da venerdì 18 agosto, è l’epopea della Walters, il resoconto di una vita divisa fra la ricerca della normalità e l’esigenza di sfogare, invece, la propria natura straordinaria. È il dualismo di ogni supereroe, She-Hulk, e dualistica è, pure, la cifra scelta per la narrazione. She-Hulk, con Tatiana Maslany ad interpretare l’eroina dei fumetti, è quel che – di recente – sono stati i film della Marvel: una cronaca semi-seria di gesta fuori dal comune, un racconto scanzonato, dove la grandiosità delle imprese e il valore insindacabile di ogni supereroe è smorzato dalla lievità del racconto, dall’ironia. Si ride, mentre gli occhi si riempiono di effetti mirabolanti, di trasformazioni e lotte. Di battaglie che non sono solo esteriori. She-Hulk, nel cui cast anche Mark Ruffalo ha acconsentito a figurare, riprendendo la parte dell’Hulk classico, non si limita all’universo superomistico. Va oltre, nelle profondità di una vita, quella della Walters, segnata dagli stessi problemi che affliggerebbero un trentenne qualunque. Lo stato sentimentale, le prime fatiche professionali, da avvocato specializzato in drammi di supereroi, la ricerca di uno status solido. Il tutto, reso più complesso da un’improvvisa trasfusione di sangue. Glielo ha dato suo cugino, Bruce Benner, Hulk, per ogni affezionato della Marvel. Avrebbe dovuto servirle a scopo medico. Invece, ha finito per trasferire in lei qualcosa più della sola salute. Jennifer Walters, con le sue pene banali di trentenne ordinaria, ha preso su di sé i poteri del cugino, di Hulk. È diventata verde, alta oltre due metri. I bicipiti hanno rotto i vestiti, gli addominali bucato ogni maglietta. Si è scoperta supereroe, inserendo nella ricerca (già complessa) di un’identità adulta un’altra parte di sé. Una parte fortunatamente estranea alla retorica di cui si è detto sopra, ed estranea pure alla retorica della virago, della donna tutta d’un pezzo, di quelle che su di sé hanno assunto tutto e il contrario di tutto. She-Hulk, come i film Marvel, non è indimenticabile. Ma, come i film Marvel, è capace di regalare a chi guardi un’inaspettata boccata d’aria fresca, non contaminata dall’eco del presente, delle sue cause. È divertente, veloce. È riuscita.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)