2020-04-30
I soldi non arrivano? Altra task force
Incredibile, ma tragicamente vero. Il Mef da un mese ha messo in piedi un pensatoio ad hoc per gestire le richieste di liquidità delle imprese. Visti i risultati aspettiamo il 17° tavolo, quello per contare i fallimenti.Se ne sentiva la mancanza. Sì, oltre alle quindici già recentemente censite e conteggiate, è arrivata una sedicesima task force, stavolta - apprendiamo - «per assicurare l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto alla liquidità adottate dal governo». Ricapitoliamo: un paio di settimane fa, tragicomicamente, Il Sole 24 Ore è arrivato a enumerare 15 diverse cabine di regia e task force, con il coinvolgimento di 450 esperti (veri o presunti): la task force del Ministero della Salute (8 membri), il comitato tecnico scientifico (15 membri), la task force per la Fase 2 presieduta da Vittorio Colao (20 membri), la cabina di regia tra governo e enti locali sempre per la Fase 2 (8 membri), la task force dati (76 membri), la task force donne per un nuovo Rinascimento (13 membri), la task force anti fake news (11 membri), la struttura di supporto al commissario Domenico Arcuri (40 membri), la task force giustizia (20 membri), la cabina di regia tra governo, enti locali e parti sociali (oltre 40 membri), la task force emergenze del ministero dell'Istruzione (100 esperti coinvolti), la task force Miur per il dopo emergenza (circa 15 membri), la task force liquidità e sistema bancario (circa 35 membri), il gruppo di lavoro finanza sostenibile (9 membri), la task force carceri (40 membri). Perfidamente quanto opportunamente, il politologo Lorenzo Castellani aveva fatto notare che lo Scientific advisory council di Winston Churchill, in piena Seconda guerra mondiale, era composto da soli sette membri. Ma ora ecco la sedicesima creatura. Ne ha parlato in una sede parlamentare ufficiale (la Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario presieduta dalla grillina Carla Ruocco) il dirigente del Mef Stefano Cappiello, in un'audizione specificamente dedicata a dare conto a deputati e senatori dei lavori della neonata task force. Bontà sua, il rappresentante del Mef precisa che si tratta di una task force «informale» e mette le cose in questi termini: «II Mef ha promosso il 29 marzo scorso la costituzione di una task force informale, tra i principali soggetti impegnati nella realizzazione ed esecuzione delle misure di supporto alla liquidità delle famiglie e delle imprese, nella convinzione che a fronte di una situazione nuova, imprevedibile e senza precedenti, quale quella che stiamo vivendo, è quanto mai necessario che le diverse istituzioni coinvolte operino in modo coeso e coordinato, attraverso scambi informativi e forme di cooperazione».Quali siano gli strumenti messi in campo dal governo (fragili e per molti versi svuotati) i lettori della Verità lo sanno già: moratorie su mutui e finanziamenti già erogati, e rilascio di garanzie per favorire ulteriore liquidità. E di grazia, che deve fare la task force? Quattro cose, secondo il dirigente audito. Primo: «Creare una cabina di coordinamento e scambio di informazioni tra i principali attori istituzionali coinvolti, nella convinzione che strumenti innovativi e straordinari richiedono inevitabilmente momenti interpretativi rispetto ai quali i suddetti attori devono fornire risposte coerenti, condivise preventivamente». Insomma, capire che c'è scritto nelle norme, e possibilmente non dare interpretazioni divergenti: e già qui siamo a un passo dal surreale. Secondo: «Raccolta e accentramento dei dati a disposizione dei diversi soggetti, ai fini del monitoraggio e dell'analisi dell'effettività delle misure». Terzo: «Identificazione dei problemi attuativi, dei rischi operativi, delle eventuali situazioni patologiche che abbiano carattere sistemico ovvero rappresentino situazioni individuali, sia attraverso l'interlocuzione con gli intermediari sia attraverso la raccolta delle segnalazioni che sono inviate alle diverse caselle istituzionali». Secondo Cappiello, è stato messo in piedi nientemeno che «un approccio condiviso e coordinato nella gestione delle segnalazioni che vengono dalla clientela», in particolare per distinguere le mere richieste di informazione dalla segnalazione di questioni più complicate da affrontare. Quarto: «Definizione di modalità di comunicazione al pubblico». Insomma, rispondere ai cittadini. E cosa sta venendo fuori? Dice il rappresentante del Mef: «Si sta sfruttando la “specializzazione" di singoli attori (Sace, Mcc, Banca d'Italia, Abi) nella predisposizione di Faq», anzi di un «corpus di Faq». Insomma, un pacchetto di domande e risposte più frequenti. Conclusione? Rullo di tamburi: «Sembra che si possa dire che le misure stanno dando frutti tangibili, sebbene non si possa negare che vi siano state disfunzioni». Che dire, dalle parole del funzionario Cappiello emerge senza tema di smentita quanto sia indispensabile questo nuovo pensatoio. E come sia efficace lo testimoniano le migliaia di aziende che vedendosi arrivare dalle banche prestiti striminziti a fronte di voragini di bilancio stanno decidendo se chiudere i battenti prima o dopo le vacanze estive. In attesa della diciassettesima task force, quella per decidere come conteggiare i fallimenti: per covid o con covid?