2024-07-20
Serie A contro Gravina per cambiare il calcio
Gabriele Gravina (Getty Images)
Ricorso della Lega (compresa la B) alla delibera della Figc che infischiandosene dell’emendamento Mulé non ha modificato i pesi delle federazioni nel consiglio. Se aumentano le quote delle big (oggi al 12%) cresce la possibilità di avere un nuovo presidente.Mettiamoci comodi e ordiniamo pure i popcorn, perché la partita che si sta giocando ai piani alti del calcio italiano, Lega e Figc, non si concluderà a breve ed è destinata a riservare sorprese su sorprese. Ecco, la sicurezza è che non ci farà annoiare, sulla possibilità invece che si arrivi a un effettiva svolta che assicuri un nuovo sprint all’immalinconito mondo del pallone italiano i dubbi restano ancora forti. Le novità di giornata (quella di ieri) erano per certi versi auspicabili. Nel corso dell’assemblea, la Lega Serie A ha infatti deciso di impugnare, la delibera del Consiglio Figc che ha confermato le quote tra le varie componenti e federazioni del calcio in vista dell’elezione del prossimo presidente federale, in programma il 4 novembre.In buona sostanza, la Figc di Gravina infischiandosene dell’emendamento Mulè che prevede un’equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive per le leghe professionistiche «tenendo anche conto del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo», ha lasciato inalterati gli attuali pesi elettorali. Pesi che attribuiscono alla Serie A il 12% del totale, alla Serie B il 5%, alla Lega Pro il 17%, ai Dilettanti il 34%, ai calciatori il 20%, agli allenatori il 10% e agli arbitri il 2%. Il punto è che la Serie A, che infatti ha storicamente deciso molto poco nella governance del pallone, apporta un contributo economico fondamentale per il sistema calcio e adesso chiede di contare molto di più. Diciamo almeno il doppio rispetto al peso attuale. A discapito invece dei Dilettanti che sono oggettivamente sovrastimati. Il punto è che dagli eventuali cambiamenti delle quote delle componenti dipenderà anche la rielezione o meno di Gravina. Se passa la linea della serie A per l’attuale numero uno della Figc, che arriva da cocenti fallimenti sportivi, quello degli Europei tedeschi contro la Svizzera è solo l’ultimo esempio, le chance di rielezione si ridurranno all’osso, con l’assetto attuale è invece praticamente blindato. Anche perché l’impero dei Dilettanti guidato dall’inossidabile Giancarlo Abete sostiene la vecchia guardia.Insomma, è l’emendamento Mulè che cambia completamente le carte in tavola. E qui, inutile girarci intorno, sarà una partita che ruoterà intorno ai tempi di gioco. Da una parte Gravina proverà in tutti i modi gettare la palla in tribuna e ad andare al voto con l’attuale schema, dall’altro la Lega le studierà tutte per far valere suoi diritti e quanto prevede l’ormai famoso emendamento del parlamentare di Forza Italia. Le elezioni sono previste per il 4 novembre, ma per essere effettivi i nuovi pesi devono essere introdotti due mesi prima. La situazione è questa: l’emendamento forzista è passato alla Camera ed è in attesa di avere il via libera al Senato nei prossimi giorni. Mentre, come detto, la Lega serie A e anche la B hanno impugnato la delibera della Figc. Il ricorso, secondo quanto appreso dalla Verità sarà presentato lunedì, ultimo giorno utile, e si conta di arrivare dopo i vari gradi di giudizio al terzo grado, nel quale avrà un ruolo importante anche la Ragioneria dello Stato. E a quel punto la riforma Mulè sarà certamente cristallizzata in Gazzetta. Insomma, siamo davanti a uno scontro all’arma bianca appena mascherato da alcune frasi di circostanza come quelle del presidente della serie A. «Sapendo che partirà lunedì il dialogo con le componenti, poiché c’era la scadenza del termine per poter impugnare il regolamento elettorale approvato lunedì scorso», ha precisato Lorenzo Casini, l’assemblea ha deciso di impugnare il regolamento prima che scada il termine. Non è un atto ostile ma di difesa tecnica, con la scadenza o lo si faceva o non era più possibile. Era stato approvato contro i pareri di Serie A e Serie B, cristallizzando i pesi elettorali senza l’equilibrio. L’impugnazione dà avvio a un ricorso che sarà presso il Tribunale federale nazionale, ma abbiamo già detto che, ove invece come tutti speriamo le interlocuzioni porteranno a risultati, il ricorso possa essere ritirato. Non è ostilità ma atto di difesa tecnica».Difficile dire adesso quale potrà essere il punto di caduta. Nulla esclude, infatti, che se una delle parti dovesse capire di avere poche chance da giocarsi, decida di scendere a più miti consigli e quindi di arrivare a una mediazione sulle quote da attribuire alle diverse componenti. C’è un incontro tra le parti lunedì che potrebbe chiarire molte cose.A oggi però l’ipotesi più probabile è che le sorti del calcio italiano si decidano in tribunale.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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