2018-07-27
Senza Marchionne il mercato svaluta Fca
La Borsa non perdona: per gli analisti la nuova dirigenza non ripeterà i risultati di quella precedente. È proprio il titolo italostatunitense ad aver recuperato meno degli altri (+3,5%) dopo aver perso il 15,5%. Molto meglio Ferrari, Exor e Cnh. L'ospedale di Zurigo nega errori nell'intervento: «Era in cura da un anno». I medici parlano di «grave malattia». L'azienda: «Noi non ne sapevamo nulla, siamo stati informati soltanto il 20 luglio». Lo speciale contiene due articoli. Alla fine la Borsa ha dato il suo giudizio. Gli analisti di Fca hanno più di qualche dubbio che la nuova linea di comando del Lingotto possa far bene come la precedente. Dopo che due giorni fa il titolo del Lingotto aveva perso il 15,5%, quello di Ferrari il 2,19%, quello di Exor il 3,49% e quello di Cnh lo 0,27%, ieri le piazze finanziarie hanno recuperato solo in parte le perdite. Ad aver sofferto più di tutti è stato proprio il titolo di Fiat Chrysler Automobiles che ieri è salito del 3,5% a 14,48 euro. Decisamente meglio le azioni di Exor, la capogruppo della famiglia Agnelli, che sono salite del 3,88% a 55,74 euro. Lo stesso si può dire per Ferrari che ha guadagnato il 2,5% a 114,7 euro. Molto bene ha fatto, invece, Cnh Industrial che ieri ha diffuso conti migliori delle attese. Verrebbe quindi da dire che gli esperti delle varie piazza finanziarie mostrino le loro maggiori preoccupazioni proprio su Fca e non sul Cavallino rampante, sulla capogruppo o sul marchio di veicoli agricoli del gruppo. Del resto, ieri, Cnh industrial ha riportato conti molto incoraggianti. Il marchio di veicoli agricoli ha chiuso il primo semestre riportando un utile netto in crescita a 610 milioni di dollari, che si confronta con un risultato positivo per 282 milioni di dollari conseguito a fine giugno dello scorso esercizio. I ricavi, si legge in una nota, sono cresciuti del 15,9% rispetto allo stesso periodo del 2017 a 14,82 miliardi di dollari (+13%), trainato dalla buona performance registrata sui segmenti delle macchine per agricoltura e delle macchine per costruzioni. Per quanto riguarda il secondo trimestre, l'azienda ha visto migliorare l'ultima riga del conto economico a 408 milioni di dollari dai 236 del secondo trimestre 2017, mentre i ricavi sono saliti del 14,9% rispetto all'anno scorso a 8,045 miliardi. Come per Fca, anche l'indebitamento di Cnh è sceso. A fine giugno ammontava a 1,3 miliardi di dollari, in riduzione di 0,6 miliardi grazie a una generazione di cassa che la società definisce «solida» nella nota. Nel caso di Fca, dunque, c'è meno da festeggiare. Il gruppo è ancora indietro nel campo delle motorizzazioni alternative come ibrido o elettrico, inoltre i marchi Fiat e Lancia ormai da tempo non decollano e l'arrivo in massa delle auto cinesi potrebbe metterli ancora di più in difficoltà. Tanto che c'è chi crede che, in futuro, la famiglia Agnelli possa arrivare a disfarsene. Come risultato, gli esperti si sono affrettati ad aggiornare al ribasso le stime e di conseguenza i prezzi obiettivo per tener conto della novità, anche se i nuovi target price restano ampiamente al di sopra delle quotazioni di Borsa. Nel dettaglio, Kepler Cheuvreux ha abbassato il prezzo obiettivo da 25 a 22 euro, confermando la raccomandazione buy. Gli esperti hanno ridotto le stime di utile per azioni del 4,6% per il 2018 e del 4,8% per il 2019. Banca Akros, citando i conti trimestrali «deludenti», ha portato un prezzo obiettivo da 22,5 a 20,5 euro, livello che implica comunque un consistente margine di rialzo rispetto ai prezzi di Borsa; il giudizio in questo caso resta accumulate (tenere in portafoglio). Tagliato anche il prezzo obiettivo di Banca Imi, sceso da 24,5 a 18,6 euro. Questi esperti si sono mostrati però più ottimisti: «l'andamento del titolo di Fca è ancora intatto» e le quotazioni sono su valutazioni basse. Dunque il rating è confermato a buy (ovvero comprare). Mediobanca securities, da parte sua, ha ridotto il prezzo obiettivo su Fca da 22,7 a 20,1 euro, ribadendo il rating outperform (in futuro potrebbe fare meglio del mercato). Per gli esperti di Piazzetta Cuccia, i conti trimestrali sotto le attese, il tema dei dazi e il secco no ricevuto da General motors circa un eventuale matrimonio tra le due case non cambiano la visione: «Fca resta il perfetto target di fusione o acquisizione». Infine, Equita Sim ha portato il target price da 21,8 a 19 euro, con rating hold (attendere). Dopo il taglio delle aspettative di crescita del risultato d'esercizio, definito «inaspettato», per gli analisti «la visibilità dell'ambizioso piano industriale si riduce». Il timore degli analisti è dunque tutt'altro che astratto. D'altronde nemmeno Marchionne il grande, l'uomo che è uscito di scena riuscendo nell'impossibile impresa di azzerare il debito del gruppo, è riuscito a portare agli antichi splendori i marchi Fiat e Lancia. Come potrebbe riuscirci Michael Manley? La speranza è che al top manager di Edenbridge riesca la stessa magia messa in piedi con Jeep e Ram. Due marchi venduti un tempo perlopiù in Nord America che, grazie alle doti del nuovo ad del Lingotto, dal 2009 sono diventati globali passando da poco più di 340.00 unità l'anno a oltre 1,4 milioni. Purtroppo, però, gli analisti di Fca, ritengono che questo sia uno scenario poco probabile. Molto più facilmente in un futuro non troppo lontano il cda e la famiglia Agnelli potrebbero decidere di venderli e utilizzare i soldi per il rilancio di Alfa Romeo e lo sviluppo di Ferrari, Maserati, Jeep e Ram. Non dovremo aspettare molto per vedere cosa succede. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/senza-marchionne-il-mercato-svaluta-fca-2590166192.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lospedale-di-zurigo-nega-errori-nellintervento-era-in-cura-da-un-anno" data-post-id="2590166192" data-published-at="1760827021" data-use-pagination="False"> L’ospedale di Zurigo nega errori nell’intervento: «Era in cura da un anno» Alla fine ieri in serata l'ospedale di Zurigo dove era ricoverato Sergio Marchionne è uscito allo scoperto per rispondere a chi ipotizzava un errore da parte dei medici che avrebbe potuto portare alla morte del numero uno del Lingotto. «Sergio Marchionne era un paziente all'ospedale universitario di Zurigo», si legge in una nota. «A causa di una grave malattia, era stato il destinatario di trattamenti ricorrenti per più di un anno. Sebbene tutte le opzioni offerte dalla medicina all'avanguardia siano state utilizzate, Marchionne purtroppo è deceduto». Le dichiarazioni dell'Universitatspital fanno quindi un po' di chiarezza (non troppa) sullo stato di salute del dirigente italocanadese, «per evitare ulteriori speculazioni» sull'operato del personale medico. «La fiducia dei pazienti nel ricevere il miglior trattamento possibile e la discrezione sono della massima importanza per un ospedale», prosegue il comunicato. «Per questo motivo, Usz non ha ancora fornito una dichiarazione sul ricovero e il trattamento di Marchionne». All'uscita dell'ospedale elvetico hanno fatto seguito quelle di Fca, secondo cui il Lingotto fino all'ultimo non era a conoscenza della gravità delle condizioni di Marchionne. «Fca non è in grado di commentare le dichiarazioni dell'Ospedale universitario di Zurigo», informa l'azienda italostatunitense. «Per motivi di privacy sanitaria, la società non aveva conoscenza dei fatti relativi allo stato di salute di Sergio Marchionne». Fca, dunque, «ha appreso che Marchionne aveva subìto un intervento chirurgico e ha emesso una dichiarazione al riguardo. Venerdì 20 luglio la società è stata informata dalla famiglia di Marchionne senza alcun dettaglio del serio deterioramento delle sue condizioni e che di conseguenza egli non sarebbe stato in grado di tornare al lavoro». In realtà, anche alla luce di queste novità, si sa ancora troppo poco della morte dell'uomo che ha dato il via alla rinascita della «vecchia» Fiat. Si può presupporre che il male che affliggeva Marchionne da un anno fosse un tumore, ma non ve n'è certezza. Proprio due giorni fa fonti vicine alla famiglia avevano smentito che il manager potesse essere affetto da un tumore e sostenevano che il decesso sarebbe stato causato da un arresto cardiaco. L'avvocato Franzo Grande Stevens, amico di Marchionne, aveva poi affermato che l'ex ad del Lingotto fosse stato tradito dalle sigarette che gli avrebbero causato un cancro ai polmoni. In quegli stessi giorni, il sito Lettera43, per mano del suo direttore Paolo Madron, sosteneva che il manager avesse un sarcoma alla spalla che solitamente si espande ai polmoni. Ieri il sito Dagospia ha fatto sapere che il dirigente del Lingotto aveva deciso a fine giugno di comunicare i suoi problemi ad Alfredo Altavilla, il suo fidatissimo braccio destro che subito dopo la nomina di Mike Manley ha deciso di rassegnare le dimissioni. L'ultima ipotesi che si stava facendo strada ieri, fino all'uscita dei due comunicati, parlava di un errore medico. Uno scenario cui aveva fatto riferimento Patrick Suppiger, presidente dell'associazione svizzera per la comunicazione e la gestione delle crisi, all'interno di un'intervista rilasciata al quotidiano free press elvetico 20 Minuten. Visto il grande riserbo che Fca e la famiglia di Marchionne hanno deciso di tenere sull'argomento, è sempre più difficile credere che una versione univoca e ufficiale la si avrà mai. Ora la vera incognita è per i lavoratori di Fca. Il Lingotto riuscirà a crescere come ha fatto in passato? Oppure finirà in mani straniere? Troppo presto per dirlo. Ma gli analisti sembrano già molto preoccupati.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)