2024-07-02
Se vince il «nemico» il voto è da calpestare. In piazza protestano asini della democrazia
Dai cortei violenti agli appelli delle università contro il Rn, è il solito riflesso sinistro: il popolo è sovrano solo se di una parte.La sinistra francese, due sere fa, ha protestato in piazza contro i risultati delle elezioni, cioè ha contestato la democrazia. Non bastando, si sono unite alla protesta le università e le Grandes Écoles.Quelli in piazza hanno sbraitato contro Marine Le Pen e contro il suo partito, il Rassemblement National, che ha vinto di gran lunga al primo turno sugli altri partiti e, in particolare, ha dato una ciabattata a Emmanuel Macron che solo con la sua arroganza e pochezza ha potuto digerire come se uno ingoiasse dei chiodi senza batter ciglio. L’uomo ha stomaco, non c’è dubbio, potrebbe pranzare sorseggiando varechina. Mentre in piazza la sinistra urlava contro Marine Le Pen e tutti i rischi ad essa connessi, fascismo, razzismo, xenofobia, e probabilmente avranno pensato anche all’invasione delle cavallette, i professori delle università non si sono limitati a parlare ma si sono anche riuniti per scrivere un comunicato congiunto, ieri, firmato da France Universités che riunisce 74 università francesi, la Conferenza dei direttori delle scuole di management francesi, la Conferenza dei direttori delle scuole di ingegneria, nonché la Conferenza delle Grandes Écoles. Hanno scritto che «i risultati del primo turno mostrano il rischio reale che il Rn possa ottenere una larga maggioranza nell’Assemblea nazionale la sera del secondo turno». Ma non basta, questo gruppo di cervelli (quanto spreco in altri campi come l’agricoltura o la manutenzione delle strade) ha anche scritto: «La minaccia è immediata, reale e senza precedenti» e «va affrontata con serietà e determinazione poiché si basa su principi di esclusione, ma anche sulla paura e sul rifiuto degli altri. La politica portata avanti da Rn mette in pericolo la nostra istituzione superiore e l’opportunità che offre a tutti i giovani, la loro provenienza, la loro origine e il loro ambiente sociale».Per farla breve, università e scuole d’élite dichiarano che la democrazia è un grave rischio perché possono vincere gli altri, quelli che la pensano in modo legittimamente diverso da loro. Il voto popolare non conta nulla, se loro decidono che il Rn non va bene vuol dire che gli elettori non sono all’altezza del voto e che quindi non può essere affidata a loro (elettori ed elettrici) la decisione su chi deve governare l’Assemblea nazionale. Quando si arriva al punto di affermare che il popolo, operando una scelta libera e cosciente, ha sbagliato vuol dire che la democrazia non è lo strumento adatto a scegliere governanti e rappresentanti del popolo stesso. Questo, non altro, ha gridato in piazza la sinistra francese e questo hanno scritto quell’agglomerato di materia grigia (il colore sarebbe da verificare) racchiusa, e purtroppo manifestatasi in tutta la sua irragionevolezza, nelle parole di quella che dovrebbe essere l’intellighenzia francese. Tra l’altro, lo osservo di passaggio, queste scatole craniche, nelle quali se si soffia in un orecchio il soffio stesso esce dall’altro orecchio perché incontra poca materia al suo passaggio, sostengono che il pericolo sarebbe quello che, con la Le Pen, ci sarebbe l’esclusione di giovani che vengono da altri paesi e da altre culture. Tutti questi signori andrebbero caricati su dei pullman e portati a vedere la gestione che Macron fa dell’immigrazione a Ventimiglia e a Claviere dove, nei boschi, gli immigrati che tentano di entrare in Francia vengono trattati come bestie da macello. Presi come sono nel loro smisurato quanto ingiustificato ego non si sono accorti di quel che è successo in Francia con la gestione di Macron. A volte la natura fa degli strani scherzi, tipo affibbiare a uno un cognome che non corrisponde minimamente alla realtà come nel caso di Macron che, giustamente, è detto da molti Micron, molto micron. A proposito di Macron, ha detto che occorre mobilitare un fronte repubblicano che in tutti i modi eviti la vittoria della Le Pen. Ora, essendo il presidente della Repubblica, se pensa che la Le Pen e il suo movimento rappresentino qualcosa di antidemocratico e dunque un grave pericolo per la democrazia, occorre che faccia di tutto perché quel partito venga sciolto per incompatibilità con i valori democratici e costituzionali della Francia. Tertium non datur: non c’è una terza via. O il movimento della Le Pen ha le caratteristiche giuridicamente provate e politicamente verificate di essere un movimento eversivo oppure Macron deve ripassarsi un po’ di diritto costituzionale ed anche un po’ di dottrina dello Stato, nonché il concetto di democrazia (magari aiutato dalla professoressa con la quale si accompagna). Basta qualche serata dedicata allo studio con successivo ripasso e interrogazione da parte di sua moglie per rinfrescarsi le idee e capire le idiozie che spesso dice. È pur vero che in Francia sono abituati ad accogliere i terroristi, anche italiani, e a trattarli come intellettuali di tutto rispetto, ma è pur vero che con la Rivoluzione francese sono arrivati a scrivere la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino nei quali è compresa la libertà dell’individuo che include, ovviamente, la libertà civile di scegliere, attraverso le elezioni, i rappresentati del popolo. Anche in questo caso non è necessario un grande sforzo basta una ripassatina di storia su un manuale liceale nella parte che si occupa dell’epoca moderna. Forza presidente Macron, giù chino sui libri, sperando che almeno da essi tragga una qualche lezione sul funzionamento di questo straordinario strumento inventato nell’antica Grecia che si chiama democrazia. Voglio concludere con una citazione di Pericle a proposito della democrazia ateniese: «Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza». A Macron preferiamo ancora Pericle. In caso contrario andrei ricoverato d’urgenza.
(Ansa)
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