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Se Di Maio segue Macron farà la fine di Monti

Se Di Maio segue Macron farà la fine di Monti
ANSA

Ci sono almeno tre buoni motivi per cui se fossimo nei panni di Luigi Di Maio rinunceremmo all'idea di tassare le auto ritenute inquinanti. Il primo è piuttosto evidente e per vederlo è sufficiente spingere l'occhio oltre la punta del proprio naso e guardare ciò che è accaduto in Francia. Anche Emmanuel Macron era animato da nobili principi ecologici. L'inquilino dell'Eliseo voleva passare alla storia come il presidente che, se non il Paese, avrebbe almeno ripulito l'aria. Così ecco varata l'imposta sui veicoli che inquinano. Peccato che tra i possessori di auto vecchie, con motori fuori norma, ci sia principalmente chi non ha i soldi per comprarsene una nuova, ossia la povera gente, che in Francia come in Italia risulta essere la maggioranza. Se tu penalizzi persone che si alzano la mattina presto e per lavorare percorrono molti chilometri su un macinino scassato, è ovvio che queste si ribellano e protestano: ed è ciò che è accaduto Oltralpe nelle scorse settimane. All'inizio Macron ha fatto il gradasso, dichiarando di voler tirar dritto. Poi, quando sono cominciati gli scontri e alle manifestazioni pacifiche si sono sostituite quelle che hanno messo a ferro e fuoco le città, monsieur le president ha messo la retromarcia, rimangiandosi tutto per sei mesi ma molto probabilmente per sempre.Ecco, dopo una simile debaclé tutto ci saremmo aspettati tranne che Luigi Di Maio (...)

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La zuppa non è pan bagnato ma una vera arte
iStock
Fu uno dei primi piatti elaborati dai cavernicoli. A Sparta la facevano con sangue di porco e vino. Beethoven ne era ghiotto, Francesco I la scoprì dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia e la portò in Francia. Cézanne, Picasso e Warhol la resero immortale nelle loro opere.

È possibile che tra il movimento finale della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Inno alla gioia e una zuppa calda, assaporata con somma soddisfazione in una di questa fredde serate invernali, ci sia qualcosa in comune? A costo di passare per sulfurei sacrileghi, diciamo che sì, qualcosa c’è. Entrambi, inno e zuppa, generano una profonda emozione. L’uno e l’altra vanno diritti al cuore. L’inno lo riempie di gioia transitando per gli orecchi, la zuppa lo conforta passando per il palato. Cambiano i sensi interessati, ma il risultato non cambia: in entrambi i casi è assicurata una sincera e profonda emozione.

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«Peccatori di gola» sì, ma tutti da assolvere
Gabriele D'Annunzio (Ansa)
Giancarlo Saran, gastropenna della «Verità», ha dato alle stampe il secondo volume dedicato alle biografie (ce ne sono 13) di donne e uomini con una spiccata passione per la buona tavola. Con delle vere chicche, come la passione di D’Annunzio per uova e frittate.

In questi giorni, più che mai, la cucina italiana è sotto i riflettori del mondo intero perché c’è stata l’investitura a patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco. È la prima volta che un tale riconoscimento viene attribuito alla cucina di un Paese: finora questo titolo è sempre stato assegnato solamente ad alcune preparazioni o a determinate tradizioni gastronomiche.

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Tra dazio europeo e tassa italiana, i pacchi costeranno 5 euro in più
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Sale la spesa per gli acquisti online extra Unione. Misure contro l’invasione cinese.

L’intento è chiaro: la doppia tassa sui pacchi sotto i 150 euro prevista dall’Ue e dal governo italiano ha mire ben precise. Colpire i negozi online al di fuori dell’Unione europea, in particolare quelli cinesi. Andiamo con ordine.

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Meno francese e più americana: ora la finanza italiana sceglie con chi stare
Ansa
La linea del governo cambia gli equilibri: Credit Agricole, Natixis e Vivendi fanno passi indietro, cresce il peso dei grandi fondi Usa.

Il pendolo della finanza internazionale torna a oscillare. Ma, sorpresa, questa volta non fa più tic verso Parigi e tac verso Milano. Il suo swing ricorda piuttosto quei vecchi metronomi da pianoforte che oscillano, inciampano un po’, e poi cambiano ritmo senza avvisare.

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