2023-11-12
La scusa degli scontri serve all’Ue e all’Oms: fanno i vertici online e saltano i parlamenti
Kenneth Darlington (Ansa)
Cop 10 su Zoom per le proteste a Panama. Bruxelles vuole trasformare le decisioni prese in streaming in leggi mai votate.In Paesi come Panama il welfare non è granché. Così lo scorso anno sono iniziate le proteste di piazza. Contro il caro carburante e in generale contro l’inflazione galoppante. Da mesi, a periodi alterni, ci sono blocchi dell’autostrada panamericana per protestare contro un contratto da 400 milioni di dollari a una società mineraria canadese. Ergo, non era difficile immaginare che prima o poi ci sarebbe scappato il morto. A uccidere - e la foto ha fatto il giro del mondo - è stato un certo Kenneth Darlington, avvocato in pensione che ha perso la pazienza e la testa. Ha sparato a due ambientalisti. Risultato? Altre 48 ore di scontri e la scelta dell’Oms di cancellare la manifestazione Cop 10, prevista proprio a Panama tra il 21 e il 25 prossimi. Cop 10 sta per conferenza delle parti e il numero indica il decimo appuntamento. A questo giro l’Oms si sarebbe riunita nel Paese del Centro America per discutere di traffico illecito di tabacco, ma soprattutto dei nuovi protocolli delle sigarette alternative e dell’idea di censurare sui social qualunque discussione inerente il tema. Compresa la possibilità di pubblicare studi scientifici. L’idea di scegliere Panama parava strana fin da subito. Il Paese è tra i principali hub dei traffici illeciti, ed è un po’ come parlar di trasfusioni a casa dei vampiri. Appare però ancora più strana la decisione di annunciare senza alcuna condivisione lo stop all’evento. Senza che l’Oms abbia ricevuto minacce dirette. A pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia mai. Teoria andreottiana valida nella vita quotidiana e ancor più appropriata quando si tratta di organismi sovranazionali quali l’Oms e, come vedremo più giù, anche la Commissione Ue. In questa partita sul tabacco i due enti vanno a braccetto dimostrando zero trasparenza e il rischio peggiore è il tentativo in atto di creare precedenti decisionali da applicare a numerosi altri comparti e settori: dall’agroalimentare fino ai farmaci. L’Oms, possiamo anticiparlo, ha deciso che i prodotti non combusti e quelli alternativi - per capirsi gli stick che si aspirano senza bruciare il tabacco e le eCigs - saranno da equiparare alle bionde tradizionali. La motivazione fa sorridere. Pur ammettendo implicitamente che sono molto meno dannosi, si constata che il vapore emesso non è equiparabile all’aria (ma va?!) e quindi vanno fatti rientrare nella medesima categoria. Di conseguenza penalizzati dal punto di vista fiscale e normativo. Non solo. Tra gli argomenti di discussione previsti occuperanno un ruolo di primo piano le linee guida contenute all’interno del rapporto Taps che affronta il tema della comunicazione per le aziende produttrici. Le direttive predisposte dell’Oms estendono i divieti già esistenti rendendo di fatto impossibile qualsiasi forma di comunicazione per le aziende del settore, anche su materie non strettamente attinenti ai prodotti. Tradotto, una censura. Di fronte a questo pacchetto, come abbiamo già avuto modo di denunciare, la Commissione nella persona di Stella Kyriakides e del dipartimento di Dg Sante ha pensato bene di voler recepire le decisioni che saranno prese dall’Oms come norme di legge e quindi di applicarle in tutta Europa in barba al Parlamento che per due anni ha studiato la pratica giungendo a conclusioni opposte. Per far questo nel mese di ottobre aveva chiesto ai Paesi membri, tramite il Consiglio Ue, una delega in bianco. Una sorta di autocastrazione e rinuncia aprioristica a dire la propria. L’Italia, almeno, ha mosso la diplomazia. Il 20 ottobre, in occasione del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti, la delegazione guidata dall’Italia e rappresentata da Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Slovacchia e Romania ha depositato una pesantissima lettera congiunta. «Supportiamo le ambizioni dell’Unione europea di assumere un ruolo guida mondiale», si legge nel documento visionato dalla Verità, «e che voglia essere un pivot anche in consessi internazionali». Il riferimento è esplicitato ed è proprio alla Cop 10. «Tuttavia», prosegue il documento, «la soluzione (proposta dalla Commissione, ndr) non deve essere un precedente». Seguono poi una sfilza di no e avversativi che smontano la posizione di Dg Sante, sia nella forma sia nella sostanza. Solo che a quella lettera è seguita una risposta piccata da parte della Commissione che lascia chiaramente intendere di voler proseguire sulla propria strada. E se Francia e Germania non si metteranno di traverso c’è il rischio concreto che riesca a creare un precedente pericolosissimo per la democrazia europea. E qui torniamo agli scontri di Panama. Dopo aver annunciato l’annullamento di Cop 10, l’Oms è tornata sui suoi passi, poi, a sole 24 ore di distanza, ha diramato una nota. Per far sapere che l’evento fisico verrà spostato nel 2024, ma l’appuntamento di novembre ritorna in vita sotto forma digitale. Nessuna spiegazione aggiuntiva. Così come i costi milionari dell’evento non sono mai stati dichiarati, oggi nessuno dice quali temi saranno affrontati online. E chi effettivamente potrà partecipare. Sappiamo solo che la Commissione resta dell’idea di recepire tutto quello che verrà deciso in conference call. Gli effetti potrebbero causare danni all’industria in tutto il Vecchio continente. Poco importa. Ma il dramma è che con la scusa degli scontri, l’Oms e l’Ue fanno un salto di livello. Già i meeting erano un ricettacolo di tecnici che certo nulla hanno a che fare con la democrazia; il passaggio online sarà l’annichilimento totale delle prassi parlamentari e della filosofia che ha tenuto in piedi l’Occidente. Immaginate lo schema applicato al cibo, ai farmaci e alla mobilità. Un meeting su Zoom deciderà le abitudini di vita di 300 milioni di europei. Non sfugge che così Parlamenti, campagne elettorali e voto non serviranno più a nulla.
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