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Scuola: «L’educazione affettiva diventerà Kamasutra e lezioni gender»

Scuola: «L’educazione affettiva diventerà Kamasutra e lezioni gender»
Patrizio Bianchi (Ansa)

«Troppo spesso l'educazione affettiva e l'educazione sessuale si sono trasformate in lezioni di Kamasutra svilenti, inni all'utero in affitto e lezioni all'aborto facile o su come esplorare l'identità di genere. Secondo le famose linee guida dell'OMS addirittura queste tematiche intime dovrebbero essere affrontate dalla prima elementare. Le famiglie sono stanche di questa invasione di campo dannosa per i figli: lasciate in pace i bambini e rispettate il primato educativo dei genitori!» ha dichiarato Maria Rachele Ruiu, responsabile scuola di Pro Vita e Famiglia Onlus in polemica col ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi che alla 'Repubblica delle Idee' in corso a Bologna ha parlato dell'esigenza di una educazione sessuale a scuola.

«ll Miur si preoccupi, piuttosto, che a settembre tutti gli studenti possano seguire le lezioni in classe, senza discriminazioni di sorta, e tutti gli studenti fragili trovino ad attenderli insegnanti di sostegno e dal primo giorno di scuola» ha proseguito Ruiu.

«È un'idea che si tradurrebbe solo in un incentivo per i giovani a praticare la sessualità in età molto precoce - ha concluso il vice presidente della Onlus Jacopo Coghe - e, considerati i contenuti del Ddl Zan, non escluderei che ai bambini e ai ragazzi si voglia anche parlare di non-binary, gender fluid o transgender. Ricordiamo che ogni figlio matura la sua sessualità liberamente e in tempi diversi e che l'educazione all'affettività e alla sessualità non rientra tra le conoscenze sui diritti e i doveri dei cittadini da trasmettere agli studenti e sono da considerare pratiche estranee al mondo educativo, così come altri temi sensibili e che attengono alle coscienze».

La zuppa non è pan bagnato ma una vera arte
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Fu uno dei primi piatti elaborati dai cavernicoli. A Sparta la facevano con sangue di porco e vino. Beethoven ne era ghiotto, Francesco I la scoprì dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia e la portò in Francia. Cézanne, Picasso e Warhol la resero immortale nelle loro opere.

È possibile che tra il movimento finale della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Inno alla gioia e una zuppa calda, assaporata con somma soddisfazione in una di questa fredde serate invernali, ci sia qualcosa in comune? A costo di passare per sulfurei sacrileghi, diciamo che sì, qualcosa c’è. Entrambi, inno e zuppa, generano una profonda emozione. L’uno e l’altra vanno diritti al cuore. L’inno lo riempie di gioia transitando per gli orecchi, la zuppa lo conforta passando per il palato. Cambiano i sensi interessati, ma il risultato non cambia: in entrambi i casi è assicurata una sincera e profonda emozione.

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«Peccatori di gola» sì, ma tutti da assolvere
Gabriele D'Annunzio (Ansa)
Giancarlo Saran, gastropenna della «Verità», ha dato alle stampe il secondo volume dedicato alle biografie (ce ne sono 13) di donne e uomini con una spiccata passione per la buona tavola. Con delle vere chicche, come la passione di D’Annunzio per uova e frittate.

In questi giorni, più che mai, la cucina italiana è sotto i riflettori del mondo intero perché c’è stata l’investitura a patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco. È la prima volta che un tale riconoscimento viene attribuito alla cucina di un Paese: finora questo titolo è sempre stato assegnato solamente ad alcune preparazioni o a determinate tradizioni gastronomiche.

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Tra dazio europeo e tassa italiana, i pacchi costeranno 5 euro in più
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Sale la spesa per gli acquisti online extra Unione. Misure contro l’invasione cinese.

L’intento è chiaro: la doppia tassa sui pacchi sotto i 150 euro prevista dall’Ue e dal governo italiano ha mire ben precise. Colpire i negozi online al di fuori dell’Unione europea, in particolare quelli cinesi. Andiamo con ordine.

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Meno francese e più americana: ora la finanza italiana sceglie con chi stare
Ansa
La linea del governo cambia gli equilibri: Credit Agricole, Natixis e Vivendi fanno passi indietro, cresce il peso dei grandi fondi Usa.

Il pendolo della finanza internazionale torna a oscillare. Ma, sorpresa, questa volta non fa più tic verso Parigi e tac verso Milano. Il suo swing ricorda piuttosto quei vecchi metronomi da pianoforte che oscillano, inciampano un po’, e poi cambiano ritmo senza avvisare.

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