2022-09-24
Scompare l’area dei davighiani al Csm. Palazzi e Woodcock non ce la fanno
Henry John Woodcock (Ansa)
Ma la toga napoletana non sfigura. Marco Bisogni (Unicost) fa il pieno. Fumata nera anche per il pm del caso Grillo, Gregorio Capasso.Se il Parlamento italiano si appresta probabilmente a svoltare verso il centrodestra, anche gli ultimi scrutini per il rinnovo della componente togata del Consiglio superiore della magistratura, mostrano una tendenza inversa. Se da un lato è vero che Magistratura indipendente è la corrente che ha conquistato il maggior numero di seggi (7) tra i venti che la riforma Cartabia assegna ai membri togati, il risultato fotografa una maggioranza nettamente di centrosinistra. Area infatti ha conquistato 6 seggi (nel 2018 erano stati 4), Magistratura democratica (che si è presentata nuovamente da sola dopo la spaccatura da Area avvenuta a seguito della vicenda Palamara) 2 , i centristi di Unicost 4 (6). Una maggioranza abbastanza sicura, la cui forza potrà essere attenuta solo da un’eventuale nomina di componenti laici vicini al centrodestra da parte del Parlamento. A confermare la tendenza sono anche le parole del presidente nazionale di Unicost, Rossella Marro: «A urne chiuse, possiamo esprimere la nostra gioia per il risultato conseguito. Il gruppo di Unicost vive ed il suo progetto è attuale». Marro dopo aver detto che «i consiglieri di Unicost faranno la loro parte», ha concluso il suo commento al risultato con una frecciata all’ex uomo forte della corrente, l’ex pm Luca Palamara: «Il percorso di vero rinnovamento e le qualità umane e professionali dei candidati hanno pagato», confermando così che la nuova compagine puntava alla depalamarizzazione della corrente. Una scelta che ha apparentemente pagato in termini di tenuta del numero di seggi (ma va ricordato che il numero dei consiglieri togati cresciuti da 16 a 20) ma che al tempo stesso ha visto i voti raccolti all’incirca dimezzati. La nuova composizione della componente togata del Csm sarà questa è chiara. Per Magistratura Indipendente (7) siederanno a Palazzo dei Marescialli Maria Luisa Mazzola (giudice a Bergamo) Bernadette Nicotra (giudice a Roma), Edoardo Cilenti (corte di appello di Napoli), Maria Vittoria Marchianò (presidente del Tribunale di Crotone), Eligio Paolini (pm Firenze), Dario Scaletta (pm a Palermo); Paola D’Ovidio (Cassazione). Per Area (6 eletti, 2 in più del 2018), i nomi sono quelli di Antonello Cosentino (Cassazione), Maurizio Carbone (pm Taranto), Maria Francesca Abenavoli (giudice a Torino), Genantonio Chiarelli (giudice a Brindisi), Marcello Basilico (giudice a Genova), Tullio Morello (giudice a Napoli). I 4 consiglieri di Unicost sono Marco Bisogni (pm Catania), Michele Forziati (corte di appello di Roma), Roberto D’Auria (giudice a Napoli), Antonino Laganà (corte di appello di Reggio Calabria). Magistratura democratica porta a casa 2 scranni, uno per l’iscritta Domenica Miele (Corte di Appello di Napoli) e uno per il candidato indipendente Roberto Fontana (pm Milano). L’elezione di quest’ultimo rappresenta un segnale legato ai conflitti nati all’interno della Procura di Milano per la gestione della vicenda della presunta Loggia Ungheria. Un seggio anche per Articolo 101, che va ad Andrea Mirenda (giudice di sorveglianza a Verona). Scompare Autonomia e indipendenza, costola di Mi nata nel 2017, che l’anno successivo aveva eletto al Csm Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita. Tra gli sconfitti eccellenti, a conquistare un risultato degno di nota è stato il pm napoletano Henry John Woodcock, che da candidato indipendente ha conquistato la fiducia di 467 colleghi in toga. Fumata nera anche per Gregorio Capasso, il procuratore di Tempio Pausania, titolare del processo a carico del figlio di Beppe Grillo. È invece destinata a fare rumore l’esclusione di Mario Palazzi, il pm romano titolare dell’inchiesta Consip iscritto ad Area, che nonostante i 621 voti non è riuscito a raccogliere il testimone dal collega di corrente e di procura Gilberto Cascini. Va ricordato che a Cascini era già accaduto nelle elezioni del 2014 di venire sonoramente battuto, anche in quel caso, da un candidato del Meridione che era Antonello Ardituro. Tra i pm il più votato è stato Marco Bisogni, della corrente di Unicost, che si prepara a svolgere un che un ruolo da protagonista. Candidatosi come l’uomo che per primo aveva denunciato il sistema Siracusa e Piero Amara, è entrato, anche durante la campagna elettorale, in contrapposizione con Luca Palamara, del quale era stato uditore e giovane esponente della corrente di Unicost . Tra i nomi di spicco c’è poi sicuramente quello di Maurizio Carbone, della corrente di Area che è stato tra il 2012 e il 2016 segretario generale dell’Associazione nazionale dei magistrati. Fu lui che durante la presidenza di Rodolfo Sabelli si trovò a difendere la magistratura dagli posizioni dell’allora presidente del Consiglio Renzi sulla responsabilità civile e sulle ferie. Un altro nome atteso alla prova è quello di Andrea Miranda, che come candidato indipendente ha sempre espresso l’idea politica in qualche modo di contrapposizione alle correnti stesse. Ma si troverà, almeno nelle fasi iniziali a dover fronteggiare da solo tutto l’apparato correntizio.