2024-11-09
La Schlein ridotta all’olio di ricino
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Surreale polemica per una battuta di Giorgia Meloni sulle tutele sindacali. La segretaria con l’armocromista prima ci tiene a far sapere di non aver mai mangiato caviale, poi evoca il ritorno del fascismo. Una sfida al ridicolo, proprio mentre Maurizio Landini incita alla rivolta.La sinistra non ha imparato nulla dalla lezione americana. Sebbene accusare Donald Trump di ogni nefandezza non sia servito a portare un solo voto in più a Kamala Harris, ma semmai abbia contribuito a farla perdere e a spingere molte persone a votare per l’ex presidente, Elly Schlein e compagni continuano a demonizzare Giorgia Meloni, nella speranza che gli italiani si comportino diversamente dagli americani.L’ultima campagna contro la prima presidente del Consiglio donna, che riesce a coniugare il ruolo di premier con quello di madre, è per una battuta che Meloni ha scritto rispondendo a un parlamentare del suo stesso partito. Un messaggio riservato, certo non destinato al grande pubblico e nemmeno a una dichiarazione ufficiale. Niente di cui vergognarsi comunque, ma che la segretaria del Pd e vari esponenti della Cgil hanno preso a pretesto per scatenare l’ennesima polemica. Tutto inizia con una puntata di Un giorno da pecora, programma radiofonico in onda su Rai 1 con la conduzione di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. La trasmissione, giunta alla sua sedicesima edizione, è una via di mezzo tra informazione e spettacolo, una sorta di appuntamento satirico. A cui l’altro giorno ha partecipato Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera eletto con Fratelli d’Italia. «Come sta Giorgia Meloni?», gli hanno chiesto i conduttori, visto che il capo del governo aveva rinunciato a incontrare i sindacati a causa di un’influenza. «Glielo chiedo», è stata la risposta del parlamentare, il quale ha inviato un messaggio al presidente del Consiglio, che a sua volta ha risposto - senza sapere che le sue parole sarebbero state rese pubbliche - dicendo che stava male ma, «non avendo diritti sindacali», era al lavoro. Una battuta, per di più privata, che all’insaputa del premier è stata resa pubblica.La faccenda poteva chiudersi lì, ma a sinistra invece hanno pensato di strumentalizzarla per attaccare il governo e direttamente il presidente del Consiglio. E così è partita una selva di dichiarazioni, di indignati speciali per una frase giudicata poco carina nei confronti di Cgil, Cisl e Uil. «Meloni non ha rispetto delle organizzazioni dei lavoratori e ne svilisce il ruolo», è stato il corale commento dei compagnucci guidati da Elly Schlein. Da Budapest, il capo del governo ha ribattuto che l’esecutivo difende i diritti di chi lavora meglio della sinistra al caviale. E invece di finirla con un botta e risposta, la segretaria del Pd se l’è presa ancora di più, tirando in ballo pure il Ventennio del secolo scorso: «Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino».Ci sarebbe da ridere per il livello a cui è scesa l’opposizione, che ormai non sa più cogliere nemmeno il senso di una battuta ed evoca il fascismo a ogni frase. Ma siccome nel Pd (e anche nella Cgil, che del Partito democratico, come prima del Pci, è sempre stata la cinghia di trasmissione) si prendono molto sul serio, non rideremo, ma confronteremo le parole del presidente del Consiglio con quelle del numero uno del sindacato italiano, ovvero Maurizio Landini, chiedendoci se sia più grave dire che per il capo di governo non sono previsti né giorni di ferie né periodi di malattia, o se sia più pericoloso, oltre che offensivo, dire che in Italia è necessaria una «rivolta sociale». Quella del segretario della Cgil non è una frase scritta in un messaggio riservato, ma una minaccia ribadita con insistenza in vista di uno sciopero generale. «La rivolta sociale è la condizione perché le persone si mettano insieme per cambiare la situazione», ha insistito Landini, promettendo scioperi, manifestazioni, referendum e qualsiasi altra iniziativa sia necessaria per costringere il governo ad arrendersi. Il segretario del sindacato comunista (il linguaggio del leader della Cgil è in linea con il secolo scorso e con la storia del Pci) ha sostenuto che la battuta del premier era un atto di bullismo. Il suo e quello dei suoi compagni invece che cos’è, se non un modo per soffiare sul fuoco e alimentare uno scontro che non ha nulla a che spartire con la tutela degli interessi dei lavoratori, ma ha molto a che fare con le mire di chi, come Landini e Schlein, spinge sull’acceleratore della rivolta per ottenerne un vantaggio politico?Dicevamo che la lezione americana non ha insegnato niente alla sinistra italiana. Aver demonizzato Donald Trump ed evocato il pericolo per la democrazia non è servito a nulla, se non a convincere ancora di più gli elettori a liberarsi di candidati che in nome del progresso fanno scivolare il mondo verso la regressione. Paradossalmente, quello che abbiamo visto negli Stati Uniti si ripete uguale in Italia. Con il risultato che più alzano i toni e più ad andare giù non è l’olio di ricino, ma sono i consensi di quella che un tempo venne definita una gioiosa macchina da guerra, sebbene poi si sia rivelata uno scalcinato macinino.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.