2024-11-28
Scalata Unicredit: difficile fermarla con il golden power. Ecco le alternative
L’esperto: «Fra le possibilità, intervento Antitrust per ridurre l’impatto dell’unione col Banco o una contro cordata con Cdp».L’operazione lanciata da Unicredit su Banco Bpm ha fatto deflagrare un nuovo scontro tra Lega e Forza Italia. Il partito di Matteo Salvini mette nel mirino Bankitalia, depositando una proposta di legge sulla governance, mentre Antonio Tajani invita la politica a «non immischiarsi» in questioni che attengono al «libero mercato». Quanto a Fdi si tiene fuori dal ring in attesa di vedere come si evolve il dossier. Lo stesso premier Giorgia Meloni, per il momento, non sembra voler alzare barricate o cavalcare la protesta del leader del Carroccio. Né pare voler insistere sul tema del golden power evocato dal capo - leghista - del Mef, Giancarlo Giorgetti. Non sono, infatti, passate inosservate le dichiarazioni del direttore generale Regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario del Mef, Stefano Cappiello, che rispondendo a un a margine di un convegno ha precisato: «Di golden power se ne occupa direttamente la presidente del Consiglio». Ma quali sono, o quali potrebbero essere, le munizioni a disposizione di Giorgetti e di quella parte della maggioranza di governo che potrebbe cercare di mettere i bastoni tra le ruote ad Andrea Orcel e rimettere in pista l’operazione Mps-Banco Bpm? Giustificare l’utilizzo del golden power è complicato. Come spiega a La Verità l’avvocato Giuseppe de Falco, partner dello studio legale Ughi e Nunziante, «le limitazioni del golden power possono riguardare società Ue o extra Ue per cui la questione non si pone in termini di nazionalità se non per il fatto che per le società Ue, incluse quelle italiane, gli spazi di manovra del governo sono più ristretti. La motivazione dell’uso del golden power deve rispettare criteri molto più rigorosi tra cui una motivata proporzionalità con gli scopi perseguiti dall’esercizio dello specifico strumento. Tanto più che si rischia una frizione con la Bce». I margini di manovra, tecnicamente, ci sono: dal 1° gennaio 2023 la normativa sugli asset strategici, il cosiddetto «golden power», consente al governo di intervenire anche nel caso di operazioni tra imprese italiane in determinati settori compreso quello bancario. La norma di riferimento è contenuta nel decreto Energia del 2022 e dispone l’applicazione anche alle operazioni di acquisizione di società italiane da parte di imprese italiane, limitatamente ai settori dell’energia, trasporti, salute, agroalimentare e finanziario, incluso quello creditizio e assicurativo. «Il problema», sottolinea l’avvocato De Falco, «è che in base alla giurisprudenza della Corte di giustizia Ue impedire attività di investimento nel mercato unico è possibile se sono coinvolti principi fondamentali per il Paese. Nel 2023 c’è stata una sentenza della Corte sul caso che riguardava due società ungheresi. Ebbene, la legge nazionale che in Ungheria sottopone a controllo operazioni nazionali è stata ritenuta non applicabile dalla Corte affermando che non poteva limitare scambi se non per motivi particolari come quelli di ordine pubblico, sicurezza o sanità pubblica». Il Mef, però, potrebbe sollecitare anche altri interventi. «Innanzitutto», spiega l’avvocato, «ha un peso la valutazione dell’autorità Antitrust che, previo parere della Banca d’Italia, deve valutare l’impatto dell’operazione Unicredit/Banco Bpm sulla concorrenza bancaria italiana». L’Antitrust è un’autorità indipendente, può fare solo una valutazione tecnica e verificare se c’è una restrizione della concorrenza in Italia, o se essa viene lesa. I rilievi nell’istruttoria potrebbero portare dunque alla richiesta, ad esempio, di dismettere un tot di filiali, escludere dal matrimonio tra le due banche alcune società controllate o separare alcune attività come quelle assicurative. Si tratterebbe di un giudizio di discrezionalità tecnica. Non può, però, stoppare l’operazione. Che tra l’altro si inserisce in un mercato bancario sempre più europeo. Considerando la risposta del cda del Banco Bpm, che ha bocciato l’offerta giudicandola «ostile» e individuando anche il rischio di una forte riduzione dei dipendenti, questo, ad esempio, non è un tema che riguarda la valutazione dell’Antitrust, o che giustificherebbe il ricorso al golden power. Sul tavolo potrebbe esserci una terza mossa, assai più dirompente. «Ai sensi della legge 269 del 2003 non si può del tutto escludere che il governo usi il suo braccio finanziario, la Cassa depositi e prestiti, se giudicasse il Banco Bpm una società di rilevante interesse nazionale», ipotizza De Falco. Che cita la norma modificata con il comma 8 bis della legge 34 del 2011 dove si legge: «Cdp spa può altresì assumere partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale in termini di strategicità del settore di operatività, di livelli occupazionali, di entità di fatturato ovvero di ricadute per il sistema economico-produttivo del Paese e che risultino in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività». Nel comma si aggiunge anche che «le medesime partecipazioni possono essere acquisite anche attraverso veicoli societari o fondi di investimento partecipati da Cdp ed eventualmente da società private o controllate dallo Stato o enti pubblici». In uno scenario da fantafinanza si potrebbe insomma immaginare che Cdp intervenga in soccorso dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna per consentirgli di creare il terzo polo bancario che almeno una parte del governo sembra avere a cuore anche per risolvere il problema Mps. Certo, si tratterebbe di far organizzare a una società partecipata dallo Stato una cordata alternativa. Dichiarando, di fatto, guerra a Unicredit con una specie di nuova Iri.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.