2020-09-23
«Sbarchi senza fine e il governo ci ignora. Bisogna chiudere il Canale di Sicilia»
Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle (Facebook)
Ida Carmina è sindaco a 5 stelle di Porto Empedocle, il paese simbolo del caso migratorio: «Qui sembra una zona di guerra».Ida Carmina, sindaco a 5 stelle di Porto Empedocle, provincia di Agrigento, ha cercato di opporsi all'invasione persino fisicamente. Nella notte di lunedì ha provato a bloccare un trasferimento di migranti dal porto a una tensostruttura che - nonostante sia già stata chiusa perché inagibile - è stata adibita a centro di accoglienza. Non ha avuto successo, come era facile prevedere. Ma non si dà per vinta e continua a sgolarsi affinché qualcuno, a Roma, le dia ascolto. Il caso di Porto Empedocle, in effetti, è l'emblema perfetto della gestione dei migranti portata avanti dal governo giallorosso. Gli sbarchi si susseguono senza sosta da mesi, e l'esecutivo cerca inutilmente di tamponare, senza decidersi a mettere in campo politiche serie. A farne le spese sono territori come quello siciliano. «Ci hanno sempre detto che qui non potevano entrare le navi da crociera perché il fondale era troppo basso. Però adesso fanno entrare le navi da crociera cariche di immigrati», dice il sindaco alla Verità, ed è difficile rendere per iscritto l'amarezza che le riempie la gola. «Stamattina i nostri ragazzi, sull'autobus per andare a scuola, si sono dovuti contendere il posto con gli immigrati. Poi i genitori vengono da me a protestare». Questi sono i problemi quotidiani, questa è la realtà ruvida dell'invasione imposta dall'alto. A Porto Empedocle è ormeggiata una delle navi quarantena noleggiate dal governo nella speranza di evitare l'importazione di contagi. Ma, dato che gli sbarchi continuano, queste imbarcazioni hanno costante bisogno di essere svuotate. E indovinate un po' dove finiscono i migranti? Vengono sparsi sul territorio italiano, chiaro. «Domenica alle 11 di sera mi hanno informato che sarebbe arrivata qui la Rhapsody, la più grande delle navi quarantena», racconta la Carmina. «Hanno fatto scendere 500 migranti con il foglio di via, cioè 500 migranti consegnati alla clandestinità in un paese che ha appena 15.000 abitanti. Siamo il porto più piccolo di quelli di rilevanza nazionale. Ma perché li fanno scendere qui e non a Palermo?». Questo punto è centrale. Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio si sono impegnati a pagare 11 milioni di euro al governo tunisino affinché rafforzi il controllo delle frontiere. Pochi giorni fa, il ministero dell'Interno ha fatto sapere che i rimpatri verso la Tunisia verranno raddoppiati. Il numero degli stranieri da rimandare indietro, tuttavia, rimane altissimo, e non tutti sono tunisini. Quindi che si fa? Quello che denuncia il sindaco: gli si dà il foglio di via e li si lascia liberi di circolare. «Per altro qui i migranti non hanno possibilità di allontanarsi, non abbiamo nemmeno il treno», spiega la Carmina. «Vuol dire che restano tutto il giorno qui a bivaccare. Abbiamo il paese invaso: in 24 ore ci hanno mandato quasi 1.600 persone: 150 domenica, altri 150 lunedì sera, 450 tra martedì e mercoledì mattina, e poi è arrivata la nave con 800 persone a bordo». Alcuni dei migranti, dicevamo, sono stati condotti in un rabberciato centro di accoglienza. «Hanno portato 450 persone dal porto a questa tensostruttura: le hanno fatte andare a piedi. Questa è gente che dovrebbe stare in quarantena, si rende conto?». La sicurezza, è evidente, non è garantita. E non è la prima volta che stranieri positivi al virus si danno alla macchia. «Siamo stati etichettati come un luogo di transito, dunque ci mandano le persone e non si fanno problemi», continua il sindaco. «Poi quando i migranti scappano, come è successo nei giorni scorsi, ne paghiamo le conseguenze da soli. Nelle scorse settimane erano fuggite già 120 persone e io pensavo che non avrebbero mandate altre. E invece ne hanno mandate 530, tra cui 28 positivi. Alcuni di questi sono fuggiti. Io quella notte non ho dormito. Adesso fanno venire qui anche le navi delle Ong, e dobbiamo sopportare pure gli sbarchi autonomi». Ida Carmina è esasperata, e così i suoi cittadini. Nei mesi scorsi, creando un certo scompiglio, aveva chiesto il blocco navale. Ora, addolcendo leggermente i toni, reitera la richiesta: «Sicuramente servirebbe il controllo del canale di Sicilia. Oppure dovremmo sospendere subito il trattato di Dublino. Lasciar andare i migranti li lasciamo andare dove vogliono, che vadano pure in altri Stati… Così anche l'Ue dovrà svegliarsi», attacca la prima cittadina. «Ursula Von der Leyen dice che bisogna aiutare gli Stati di frontiera, ma siamo noi il paese di frontiera. In prima linea ci sono paesi come il mio, che per volontà del governo si è riempito di immigrati». Anche Lampedusa era in una situazione analoga, e il governo ha reagito promettendo aiuti e taglio delle tasse, onde silenziare le proteste. «Lampedusa è stata aiutata con un decreto. E perché noi no?», chiede giustamente la Carmina. «Io non sono stata convocata a Palazzo Chigi, non sono venuti ministri, Porto Empedocle non appare negli atti amministrativi. Siamo uno dei paesi in maggiore difficoltà economica della Sicilia. Abbiamo il più alto numero di percettori di reddito di cittadinanza dell'Agrigentino. Stiamo provando a rilanciarci, ma gli sbarchi danneggiano il turismo e la pesca».Ecco il vero impatto dell'immigrazione di massa. È tutto lì, in una frase del sindaco: «Questo paese sembra una zona di guerra…».
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)