2022-05-03
Sbarca su Spotify il nuovo podcast dedicato alla psicologia di Bruce Wayne
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Dodici artisti per dieci episodi. Spotify, insieme a Warner Bros e Dc Comics, ha chiamato a raccolta i personaggi più vari per dare a Batman – Un’autopsia la propria versione italiana. Un viaggio ricco di colpi di scena in cui un Batman inedito e senza precedenti dovrà affrontare i propri demoni, oltre che alcuni dei suoi antagonisti più iconici.L’idea, com’è ormai prassi, viene da lontano, dall’America. Ma Claudio Santamaria, Maria Grazia Cucinotta, Michele Bravie un pugno di altri talenti sono riusciti a darle una dimensione nostrana: un’aria di casa, voci riconoscibili usate per creare quella che Federica Tremolada, Managing Director Sud-Est Europa di Spotify, ha definito «un’esperienza immersiva». Un tornare indietro, agli anni in cui era il suono, da solo, a plasmare l’universo immaginifico di chi ascoltasse. Batman – Un’autopsia, su Spotify da martedì 3 maggio, è un podcast, un audio. Una serie destinata a vivere di sole voci, senza alcun volto, senza alcuna immagine. «Mentre registravamo, osservavo le immagini che si formavano nella mia mente: è la magia del podcast, questa, la libertà di usare la fantasia, che ultimamente si usa poco», ha provato a spiegare Maria Grazia Cucinotta, che nella serie dà la voce alla madre di Bruce Wayne, colei che i film hanno abituato a considerare morta. «La nostra immaginazione», ha poi ribadito, «È più forte di ogni immagine, e il pubblico, con questa serie, diventerà complice della storia, di un’idea». Che, nel mondo ormai complesso dei supereroi, è una fra le mille.Chiariamoci. Batman, in questa accezione speciale, un’accezione che mira ad indagare la psicologia più profonda di Bruce Wayne e compagni, è frutto di un pensiero originale. Ma lo slancio con cui si è pensato di garantire al giustiziere un approfondimento verticale, quello è cosa vecchia. Già vista. Già sperimentata. Perché fra serie televisive e film e spin-off, sembra si sia trovato il modo - una formula dell’eterna giovinezza formato supereroi - per dare agli omini mascherati una vita ben più lunga di quella che il solo cinema accorderebbe loro. Così, i film di genere sono diventati blandi punti di partenza. Batman, Superman, le missioni corali degli Avengers e Suicide Squad: i blockbuster sono stati sezionati e altro ne è uscito, collezioni di serie televisive e sottoprodotti più e meno spurie. Abbiamo visto le peripezie della cugina di Superman, uno show monografico su Hawkeye. Ci sono stati film sulla Vedova Nera, su Wonder Woman e Black Panther, sul Joker e Harley Queen. I cattivi si sono presi ruoli di rilievo, protagonisti e non più spalle. Le donne hanno fatto irruzione in un mondo altrimenti dominato da maschi e le piattaforme hanno fatto il resto. Wandavision, Loki, What if…?, Gotham, The Falcon and the Winter Soldier, Jupiter’s Legacy e via, fino a dimenticare la televisione per trovare i podcast. Dunque, sarà vero quel che ha detto Claudio Santamaria presentando il proprio lavoro, che «Questo è un Bruce Wayne diverso, sia perché più intimista e riflessivo, sia perché lo troviamo in una veste inedita, quella di un patologo forense che lavora all'ospedale di Gotham». Sarà vera la promessa di un’esperienza totalizzante, nuova per chi si è ormai assuefatto al bingewatching internettiano. Ma la parola «Inedito», quella, nell’era dei supereroi diventati carne da macello massmediatico, proprio non può essere scomodata.
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