2018-09-05
«Sbagliato fare pubblicità sul Web alla pillola dei cinque giorni dopo»
Farmacisti e medici contro il sito su Ella one: è il primo portale dedicato a un singolo contraccettivo ad avere l'autorizzazione del ministero della Salute. L'esperto: «Se l'ovulo è già fecondato può avere effetti abortivi».È online da qualche giorno con bene in vista l'autorizzazione del ministero della Salute il sito www.ellaone.it, dedicato alla cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo. Nella schermata iniziale, graficamente accattivante, accanto a una confezione del farmaco si legge che è «disponibile in farmacia e parafarmacia senza ricetta per le maggiorenni». Come riporta il comunicato stampa dell'azienda produttrice, la Hra pharma, è «il primo sito Internet “di prodotto" autorizzato dal ministero della Salute che offre informazioni scientifiche, dettagliate e facilmente comprensibili, sull'apparato riproduttivo della donna, sulla contraccezione in generale e quella di emergenza in particolare». Il ministero guidato da Giulia Grillo non ha risposto alla Verità sul procedimento con cui è stata rilasciata l'autorizzazione.È però curioso trovare un sito informativo sulla contraccezione digitando il nome di un prodotto il cui effetto contraccettivo, nonostante le autorizzazioni di Ema e Aifa, è controverso dal punto di vista scientifico. Secondo alcuni studi, il suo meccanismo d'azione in alcune circostanze potrebbe renderlo simile a un abortivo. Ella one, come si legge sul portale e sul foglietto illustrativo, «funziona inibendo o ritardando l'ovulazione» e impedendo «il rilascio dell'ovulo dall'ovaio» se non è già avvenuto, e di conseguenza la fecondazione. In questo caso, il farmaco funziona come un contraccettivo ormonale.Ma Ella one, anche se deve essere presa «nel più̀ breve tempo possibile», è efficace fino a cinque giorni (120 ore) dopo il rapporto non protetto. Il principio attivo del farmaco è infatti l'ulipristal, un anti progestinico che blocca l'attività del progesterone. Questo è l'ormone pro gestazione che prepara l'organismo materno alla gravidanza, iniziando a rendere l'utero ospitale per l'annidamento dell'embrione. Senza progesterone, nel caso in cui l'ovulo venisse fecondato l'insediamento sarebbe molto più difficile. Come si legge sul sito della Fondazione Veronesi «l'Organizzazione mondiale della sanità afferma che la gravidanza ha inizio quando l'ovulo fecondato si impianta nell'utero. Una nuova definizione che cancella di fatto quella vecchia in cui si affermava che la gravidanza aveva inizio al momento della fecondazione. Ed è proprio qui che si accende la polemica. Se infatti valesse la vecchia definizione l'utilizzo dell'ulipristal potrebbe essere considerato come un'interruzione volontaria della gravidanza in quanto la molecola, vista la durata dell'effetto, potrebbe anche impedire l'impianto in utero di un ovulo già fecondato».«La letteratura ci dice che i giorni fertili sono i cinque pre ovulatori e quello dell'ovulazione», spiega Bruno Mozzanega, professore della clinica ginecologica dell'università di Padova, autore di uno studio sul meccanismo d'azione del farmaco, pubblicato dalla rivista scientifica Trends in pharmacological sciences. «Fra questi cinque, i più fertili, quelli nei quali un rapporto non protetto porta al 75% dei concepimenti, sono i due giorni pre ovulatori e il giorno stesso dell'ovulazione. Quando viene assunta nel periodo fertile, Ella one è in grado di ritardare l'ovulazione, globalmente, nel 59% dei casi. La massima fertilità si osserva nel primo dei giorni fertili e per massimo 36 ore. L'efficacia di Ella one nel prevenire la gravidanza», continua il professore, «rimane, invece, costantemente elevata (superiore all'80%) in qualunque dei cinque giorni successivi al rapporto in cui il farmaco venga assunto. È evidente che questa efficacia è dovuta ad altro, e precisamente, agli effetti sul tessuto endometriale che il progesterone prepara all'annidamento dell'embrione». A suffragare questi dati c'è anche uno studio internazionale di qualche anno fa di Lira-Albarràn. Senza entrare nei dettagli tecnici, secondo il professor Mozzanega «tutte le donne ovulano regolarmente dopo aver assunto Ella one, quindi possono concepire». «Inoltre, l'espressione dei geni studiati nel tessuto endometriale dopo l'assunzione di Ella one evidenzia un quadro totalmente opposto a quello osservato nel normale endometrio recettivo: un endometrio totalmente inospitale per l'embrione, che, conseguentemente, non potrà annidarsi». Tutti questi dati sono noti e da anni anche a livello istituzionale. Inizialmente la distribuzione di Ella one da parte del farmacista era subordinata alla presentazione della ricetta e di un test di gravidanza negativo perché non erano stati studiati gli effetti sull'embrione. Nel marzo 2015 gli esperti del Consiglio superiore di sanità in merito a un possibile effetto antinidatorio/abortivo di Ella one e ai suoi effetti collaterali, ancora non compiutamente indagati, avevano indotto l'organismo a sconsigliare decisamente la liberalizzazione delle vendita, che comunque è avvenuta, tanto che le vendite sono esplose. Tre anni dopo, tali interrogativi non sono stati dissipati. Gli ultimi studi scientifici confermerebbero gli effetti antinidatori del prodotto, da cui ha avuto origine un'azione giudiziaria da parte di un'associazione dei consumatori (che hanno perso in primo grado), avente come obiettivo la richiesta di ritiro dal mercato di Ella one. «Un sito di questo tipo solleva più di un dubbio», osserva Giorgio Falcon, vicepesidente dell'Unione cattolica farmacisti italiani, «mi sembra un tentativo di fare pubblicità a un prodotto che sta già vendendo bene perché percepito quasi un'alternativa alla pillola mensile. Ormai, come farmaco senza obbligo di prescrizione (Sop), può essere acquistato facilmente anche da amici di una minorenne (sotto i 18 anni serve la prescrizione, ndr) e anche più volte, mettendo a rischio la salute proprio delle ragazze più giovani». Un recente studio ha rilevato gravi danni epatici dovuti a ulipristal nell'impiego per la cura di fibromi uterini. Relativamente al sito, «il ministero a mio avviso», aggiunge Falcon, «poteva anche dire di no all'autorizzazione». Intanto www.ellaone.it è online e, mentre il numero delle interruzioni di gravidanza sono in diminuzione soprattutto nella fascia 16-18 anni, ogni due minuti una scatola di Ella one esce dalla farmacia.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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