2022-03-20
In Sardegna tregua armata dei Tir
I camionisti sciolgono i presidi che bloccavano i porti dopo la minaccia dell’intervento della polizia. Unatras contestata: non basta lo sconto di 25 centesimi al litro.Hanno fatto retromarcia al sesto giorno di mobilitazione per evitare lo scontro con le forze dell’ordine che ieri mattina all’alba sono entrate al porto di Cagliari decise a rompere il blocco dei camionisti sardi che aveva di fatto paralizzato l’isola: stop ai traghetti, merce bloccata in tutti i porti, Confindustria esasperata, supermercati costretti a razionare i prodotti. Se ne sono andati gli autotrasportatori, ma non si sono arresi. Anche perché è giunta loro la solidarietà inattesa dei pastori mobilitati perché non vendono il latte. Spiega Daniele Fanni uno dei portavoce dei camionisti: «Mario Draghi ci ha dato 25 centesimi. Non bastano: però ci hanno mandato l’Antisommossa, l’alternativa era lo scontro. Andiamo via con la coda tra le gambe, ma non è finita: abbiamo riunito un popolo». Sbloccato il porto canale di Cagliari, anche negli altri scali della Sardegna nel corso della giornata è tornata un’apparente normalità anche se restano dei presidi. Un episodio a Cagliari ha segnalato però che la tensione è alta. Nella notte è andata a fuoco davanti a un supermercato ad Assemini una motrice della Lilliu autotrasporti; quattro giorni fa un uomo aveva sparato dei colpi di pistola nel piazzale della ditta. L’incendio di ieri notte è senz’altro doloso e ora la questura indaga. Sotto la cenere della protesta per ora sopita covano però le braci del malcontento. I provvedimenti presi dal governo con lo sconto sulle accise non sono sufficienti alle aziende, soprattutto quelle del Centro Sud, a riequilibrare i conti. Nell’accordo che il viceministro ai Trasporti Teresa Bellanova è riuscita a far firmare a Unatras, dopo un dietrofront dell’organizzazione che aveva prima definito inaccettabili le proposte dell’esecutivo che poi ha sottoscritto dopo sei ore, si prevedeva un fondo di sostegno e una serie di norme che vanno dalle garanzie contrattuali all’adeguamento automatico delle tariffe al prezzo dei carburanti. Di tutto ciò nel decreto varato venerdì sera dal Consiglio dei ministri c’è solo una vaghissima traccia. Perciò dalle assemblee che si sono svolte ieri nei vari territori i dirigenti di Unatras non hanno raccolto consensi, ma una profonda insoddisfazione delle aziende. Ad Ascoli Piceno in un’assemblea dei trasportatori il rendiconto sull’accordo con la Bellanova è stato interrotto dai camionisti al grido di «venduti». Ma anche nel bresciano ci sono state contestazioni e in Sicilia, pur avendo per ora sospeso il previsto fermo, gli autotrasportatori sono decisi a riprendere le azioni di protesta. Spiega Maurizio Longo segretario di Trasportunito che domani organizzerà un’assemblea generale: «Abbiamo valutato come ampiamente lacunoso il provvedimento del governo, mancano norme a garanzia dell’autotrasporto e l’impianto proposto è molto indeterminato. C’è poi il tema dei carburanti che è come un termometro: se scende il gasolio scende la febbre della protesta. Temo, ma saranno le imprese a dirlo, che lo sconto di 25 centesimi e solo per un mese non sia la medicina giusta per far scendere la febbre».