2021-03-10
Sarà Pasqua blindata come il Natale. Il Cts vuole i fine settimana «rossi»
Il dpcm varato solo lo scorso 6 marzo e in vigore fino al prossimo 6 aprile è, per gli esperti, già obsoleto. Sembra scongiurato un lockdown generalizzato, probabili chiusure nei weekend e nelle zone a rischio.La zona rossa la trionferà: il governo, di fronte all'aumento dei contagi, si avvia, stando alle indiscrezioni che circolano ormai da giorni, a chiudere tutto quello che si può chiudere. Ieri mattina il Comitato tecnico scientifico si è riunito e ha partorito il solito documento all'insegna delle superchiusure. Ora toccherà al governo guidato da Mario Draghi modulare le indicazioni degli scienziati e tradurle in un provvedimento che dovrebbe essere varato nelle prossime ore, sicuramente entro il weekend, che, stando alle indiscrezioni, vedrà l'Italia tutta colorata di rosso, come ai tempi delle festività di Natale. Scongiurata l'ipotesi di un lockdown generale in tutta Italia, gli esperti propongono infatti quello nei fine settimana, oltre a una serie di nuove misure nel segno delle restrizioni. Chiudere tutto e chiudere presto: il ritornello non cambia, la guerra al coronavirus, mentre si attende la più volte annunciata svolta sulle vaccinazioni, si combatte con le solite armi. Il dpcm varato lo scorso 6 marzo da Draghi, e in vigore fino al prossimo 6 aprile, subito dopo la Pasqua, è, secondo il Cts, già obsoleto e va corretto e aggiornato con misure severe, alla luce della mutata situazione epidemiologica, ovvero del dilagare di varianti più aggressive e che colpiscono soprattutto i giovani. «Lockdown in tutta Italia nei fine settimana? La cabina di regia non ce lo ha ancora comunicato», dice a Un giorno da pecora, su Rai Radio 1, il presidente dell'Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, «credo stiano ragionando col Cts. Immagino, ma è una mia supposizione fatta in analogia col periodo natalizio, che nel periodo di Pasqua ci potrebbe essere qualche stretta, per evitare di far spostare le persone durante le feste, facendo aumentare i contagi». Pasqua come Natale: non è un caso che le indicazioni degli scienziati siano sovrapponibili a quelle che portarono a varo del decreto del governo giallorosso per le festività natalizie, ovvero la chiusura in tutta Italia nei weekend di ogni attività con esclusione di quelle essenziali; anche in zona gialla e arancione, quindi, nei fine settimana, verrebbero chiusi bar, ristoranti e negozi. Un altro giro di vite dovrebbe riguardare le regole per il passaggio di una Regione in zona rossa, che scatterebbe automaticamente quando per una settimana di fila si supererà la soglia giornaliera dei 250 nuovi contagiati su 100.000 abitanti. Le regole in vigore dal 6 marzo assegnano invece ai presidenti di Regione, nelle zone gialle o arancioni, la facoltà di chiudere le scuole se per almeno una settimana consecutiva si superi la soglia di 250 contagiati ogni 100.000 abitanti, ma in questo caso i negozi resterebbero comunque aperti. Barcolla anche la riapertura di cinema e teatri prevista dal 27 marzo nelle zone gialle, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. Nelle Regioni gialle o arancioni, gli esperti del Cts raccomandano comunque di intervenire con zone rosse locali nei Comuni o nelle province dove si dovesse registrare un considerevole aumento dei contagi. In questi casi, per uscire di casa occorrerà dimostrare di avere motivi di lavoro, salute o assoluta necessità e urgenza. Torna anche il criterio della cosiddetta «zona gialla rafforzata», ovvero divieto di spostamento tra le Regioni gialle, in vigore durante le festività natalizie. Inoltre, bisognerà programmare interventi mirati nelle zone dove si diffondono maggiormente la variante brasiliana e quella sudafricana del virus. In sostanza, l'Italia va di nuovo sotto chiave. Un anno dopo l'inizio di questo incubo chiamato pandemia, nulla è cambiato nella strategia di contenimento del coronavirus, mentre la campagna di vaccinazione dovrebbe finalmente accelerare, grazie all'impegno di Mario Draghi, che sta facendo la voce grossa in Europa sull'approvvigionamento delle dosi da parte delle case farmaceutiche, e del nuovo Commissario per l'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Naturalmente, adesso tocca alla politica trovare un punto di equilibrio tra le indicazioni del Cts e la traduzione di queste in provvedimenti di legge. Già risuonano le proteste delle categorie produttive, messe in ginocchio da un anno intero di chiusure e riaperture, in un clima di incertezza che ha finito per mandare sul lastrico l'economia italiana. Si attende quindi per le prossime ore una riunione tra Draghi, Figliuolo, il nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e i rappresentanti in Consiglio dei ministri di tutti i partiti di maggioranza, per discutere e tirare le somme sui provvedimenti da adottare. L'iter in questi casi prevede anche un confronto tra governo e Regioni. Resta la perplessità di fondo sull'efficacia della strategia delle chiusure. Le nuove varianti del coronavirus colpiscono soprattutto i giovani, e le strette all'orizzonte servirebbero proprio a evitare gli assembramenti della cosiddetta movida. I giovani, però, se verrà loro impedito di uscire, finiranno per riunirsi nelle abitazioni private, dove la trasmissione del virus è più facile, mettendo a rischio anche i familiari anziani. Intanto, ieri, la Camera ha respinto con 217 contrari, 66 favorevoli e 160 astensioni, un emendamento presentato da Fratelli d'Italia per la riapertura di piscine, palestre e scuole di danza. A favore della proposta di Fdi, riguardante il decreto Covid-elezioni in discussione a Montecitorio, hanno votato anche alcuni deputati di Fi, Cambiamo e Azione.
Charlie Kirk (Getty Images
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