2022-12-23
Sara Gandini: «Esagerati gli allarmi sulle nuove varianti»
L’epidemiologa: «La narrazione catastrofista ha causato una percezione distorta del rischio di malattia. I fragili vanno protetti, mentre gli altri devono vivere una vita normale e acquisire l’immunità naturale. Sui vaccini ai bimbi servivano studi più approfonditi».Ancora una volta, gli occhi sono puntati sulla Cina. Dopo i disastri combinati dal virus di Wuhan, adesso si teme che dal colosso asiatico emergano nuovi ceppi pronti a travolgere l’Occidente. L’Oms si è detta «molto preoccupata» per l’ondata di contagi, inevitabile conseguenza di un’assurda politica «zero Covid» che non ha rafforzato le difese immunitarie della popolazione cinese. Con l’abbandono delle durissime restrizioni, l’infezione circola velocissima, ma ha davvero senso tornare a preoccuparci di sottovarianti nell’Unione europea, con tutte le campagne vaccinali sostenute da fine dicembre 2020? L’abbiamo chiesto all’epidemiologa Sara Gandini, nella classifica top italian scientists e tra il 2% dei top scientists nel mondo, secondo la Stanford University, gli scienziati ad alto H-index e produzione scientifica. Docente all’università statale di Milano in statistica medica, nell’aprile del 2020 fu tra le firmatarie dell’appello al governo Conte, perché nelle commissioni tecniche ci fosse una rappresentanza di donne impegnate ai vertici della ricerca. Professoressa, invece di convivere con un virus diventato endemico dobbiamo temere l’arrivo di nuove malattie? «Fin dall’inizio della pandemia insisto sul fatto che infezione non vuol dire malattia, perché anche con Omicron i rischi dipendono grandemente dall’età e dalle malattie concomitanti. Soprattutto ora, abbiamo un rischio di malattia severa quasi esclusivamente in soggetti molto anziani e fragili, soprattutto se non vaccinati. La strategia zero Covid è fortunatamente finita anche in Cina».E lo spauracchio di nuove varianti?«Omicron è una variante di Sars-Cov-2 molto diversa dal virus originario, tanto che i dati epidemiologici e clinici della pandemia Covid-19 hanno mostrato che è molto più simile ai virus influenzali. Un recente studio ha mostrato che Omicron è più trasmissibile, ma meno fatale dell’influenza stagionale, 1,5 volte più trasmissibile dell’H1N1 del 2009 e ha causato il 90% in meno di decessi. Le sub varianti, come BA.5, che sono emerse recentemente non sembrano più letali rispetto alle prime».Però, ci risiamo con scenari da pandemia.«La narrazione catastrofista ha fatto sì che si diffondesse una percezione distorta del rischio di malattia dopo infezione da Sars-Cov2. Per esempio, negli Stati Uniti, un terzo della popolazione crede che più della metà delle persone infette richieda un’ospedalizzazione. In una indagine condotta in Austria, bambini e adolescenti ritenevano di avere un rischio di mortalità per Covid-19 più di 1.000 volte superiore alla realtà».L’Occidente come si deve preparare?«Quello che bisogna fare è incoraggiare le popolazioni più vulnerabili a mettersi al riparo, e permettere a tutti gli altri di acquisire immunità vivendo una vita normale».Nel mondo, infatti, non esiste solo il Covid. «Nel settembre 2022, la mortalità in eccesso nell’Ue si è attestata al + 9,3% della media dello stesso periodo del 2016-2019. Decessi dovuti principalmente a malattie cardiovascolari, diabete e altre infezioni respiratorie non legate al Covid-19. Il problema è che abbiamo trascurato le altre patologie, come se si morisse solo di quel virus, e abbiamo un sistema sanitario sempre più in crisi. Le misure draconiane hanno aumentato anche il rischio di obesità e peggiorato lo stile di vita di molti. Potrebbero avere contribuito anche all’aumento dell’incidenza di tumori che ora osserviamo».Non le sembra eccessivo l’allarme sul virus influenzale?«Credo che, in generale, bisognerebbe evitare di fare allarmismo perché le paure non aiutano a capire quali sono i reali rischi e come affrontarli in modo razionale. Ricordiamo che la Svezia è uno dei pochi Paesi che ha usato restrizioni meno severe, si è affidata ad una comunicazione meno terroristica e ora ha la mortalità in eccesso cumulativa più bassa di molti Paesi europei. Durante la pandemia sono state prese tante decisioni sull’onda dell’emergenza e della paura, senza pensare alle conseguenze che potevano avere ad altri livelli»Come chiudere le scuole in Italia. «Il nostro Paese ha detenuto il record europeo di chiusura, in particolare per le elementari e per il Sud, così come il record nello Stringecy index, l’indicatore dell’Università di Oxford della severità delle misure di prevenzione, e questo ha portato l’Italia ad avere un record di dispersione scolastica».Se l’Oms insiste nel tenere alta l’attenzione sulla Cina, aumenta pure la pressione per doppi o tripli richiami. «I vaccini sono sempre meno efficaci rispetto al rischio di infezione, ma rispetto alla malattia grave l’efficacia rimane elevata e abbastanza duratura nel tempo, per cui io sono favorevole ad una strategia vaccinale che valuti sempre il bilancio rischi-benefici dei singoli soggetti in un’ottica di prevenzione personalizzata, lasciando che la decisione avvenga all’interno di una relazione di fiducia medico-paziente ».In Italia, c’è chi spera che venga autorizzato il vaccino in fascia 6 mesi -5 anni, come negli Stati Uniti. Ha un senso, in bimbi sani?«Credo che sia una buona cosa che esista il vaccino anti Covid anche per i bambini, perché può essere un’importante risorsa per i più fragili. Il problema sono state le strategie vaccinali aggressive, con ricatti e obblighi per tutti, anche per soggetti con un rischio molto basso di malattia grave. Siamo in molti a sostenere che avremmo dovuto avviare studi più approfonditi per i minori, con un periodo di osservazione più lungo e un campione più ampio che permettesse di aver maggiori evidenze sull’efficacia, rispetto alle infezioni e alla malattia. Ma anche di condurre studi di vaccinovigilanza attiva, per avere un più elevato livello di evidenza scientifica».
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