2023-07-27
Santanchè vince. Ma c’è un’altra inchiesta
Fascicolo aperto dai pm di Bergamo su Bioera. L’esponente di Fdi non risulta indagata. Nei guai invece l’ex compagno Canio Mazzaro.Respinta la mozione di sfiducia. Il leader di Azione attacca i grillini: «Incapaci». La replica di Giuseppe Conte: «È un complice».Lo speciale contiene due articoliC’è un’altra inchiesta che riguarda le società di Daniela Santanchè. La Procura di Bergamo sta infatti indagando per l’ipotesi di bancarotta fraudolenta della Perugia Renewables, società dichiarata fallita nel 2019 ma che prima del fallimento era parte del gruppo Bioera.Perugia Renewables era stata costituita nel 2012, con il conferimento di un ramo d’azienda della Organic Oils srl, anche questa all’epoca del gruppo Bioera. Il fascicolo penale, aperto dalla Procura di Bergamo nel 2020, contesta a Canio Mazzaro, ex compagno della Santanché nonché socio amministratore in varie società dell’attuale ministro, l’ipotesi di bancarotta fraudolenta. Secondo la ricostruzione dei pm Mazzaro, all’epoca presidente della Organic Oils, avrebbe «cagionato il dissesto» della Perugia Renewables «formando fittiziamente il capitale» tramite il conferimento di un ramo d’azienda della Organic Oils. Inoltre, «ne causava il fallimento» con il conferimento, al momento della costituzione, di un debito da 1,1 milioni di euro verso Gse spa, il Gestore dei servizi energetici controllato al 100% dal ministero dell’Economia.All’epoca delle operazioni contestate - il 2012, quando è stata costituita la Perugia Renewables - la Santanchè era presidente del consiglio di amministrazione di Bioera spa. La ministra non risulta indagata nel procedimento penale.Lo stesso Mazzaro è imputato anche in un ulteriore procedimento che riguarda le società nelle quali è coinvolta anche la Santanchè, questa volta al tribunale di Milano. La Procura del capoluogo lombardo contesta infatti all’imprenditore due reati fiscali. Il primo riguarda i redditi percepiti da Mazzaro come amministratore di Bioera e Ki Group nel 2013. Il secondo la vendita di una barca di Mazzaro alla Biofood Italia srl. Una vendita «simulata», secondo i pm, con la barca che è poi stata ceduta a una società maltese. L’operazione è del 2019, quando la Santanchè era amministratore unico della Biofood Italia spa. Il pm, che aveva inizialmente iscritto la Santanchè nel registro degli indagati, ha poi chiesto l’archiviazione della sua posizione. Sulla richiesta di archiviazione deve ancora pronunciarsi il gip.Il pm di questo procedimento, Paolo Filippini, è anche uno dei pm che sta coordinando le indagini che coinvolgono direttamente la Santanchè. Le indagini riguardano due società in dissesto, Visibilia e Ki Group e alla ministra vengono contestati i reati di falso in bilancio, bancarotta e truffa ai danni dello Stato. Su Ki Group, i pm devono esprimersi per la proposta di concordato avanzata dalla società.Un fascicolo separato riguarda invece l’ipotesi di aggiotaggio per le attività di Negma, una società che ha concluso operazioni di finanziamento con una serie di società in crisi, tra cui anche Bioera e Ki Group. Le operazioni di finanziamento sono state concluse tramite la sottoscrizione da parte di Negma di prestiti obbligazionari convertibili, poi immediatamente convertiti in azioni e vendute sul mercato. Tutte le società nelle quali Negma ha condotto questo operazioni hanno poi visto il valore delle azioni precipitare.Infine, la Procura di Milano sta anche portando avanti una serie di accertamenti sulla compravendita di una villa a Forte dei Marmi, comprata da Dimitri Kunz - attuale compagno della Santanché - e dalla moglie di Ignazio La Russa, Laura De Cicco. Villa comprata e rivenduta a distanza di un’ora con una forte plusvalenza. La villa apparteneva al sociologo Francesco Alberoni e gli atti di compravendita sono del gennaio scorso, anche se il preliminare per l’acquisto è stato firmato nel luglio precedente e quello per rivendita in ottobre.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/santanche-vince-ma-ce-unaltra-inchiesta-2662490374.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="quadrato-del-governo-sulla-santanche-tra-il-m5s-e-calenda-scoppia-la-rissa" data-post-id="2662490374" data-published-at="1690398540" data-use-pagination="False"> Quadrato del governo sulla Santanchè. Tra il M5s e Calenda scoppia la rissa «È stata una bellissima giornata», commenta Daniela Santanchè uscendo dall’Aula del Senato che ha appena respinto la mozione di sfiducia nei suoi confronti, con 67 voti a favore, 111 contrari e nessun astenuto. Già, una bellissima giornata: ma per chi? Per rispondere alla domanda occorre ricorrere alla proverbiale sagacia politica di Carlo Calenda (Azione e Iv non hanno partecipato al voto), che subito dopo l’esito ha iniziato a twittare compulsivamente attaccando il M5s, che secondo lui avrebbe «fatto un favore alla Meloni» presentando la mozione e «rafforzando la maggioranza». In realtà, come ben sa chi segue la politica, le opposizioni hanno presentato la mozione ben sapendo che sarebbe stata bocciata, ed era esattamente questo il loro obiettivo: inchiodare la Santanchè al governo e dimostrare plasticamente la compattezza del centrodestra intorno al ministro del Turismo, indagata per bancarotta e falso in bilancio e bersaglio facile per la propaganda di sinistra. Confermato il teorema di Carletto, «per capire la politica basta capovolgere il modo in cui la descrive Calenda», la cronaca della giornata di ieri a Palazzo Madama è quella annunciata. «Non intendo entrare nel merito», dice la Santanchè in Aula, «in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Ribadisco che il 5 luglio non ero stata raggiunta da informazione o avviso di garanzia da parte della Procura di Milano. Anche i giornali hanno scritto che nella mia residenza è arrivata il 17 luglio l’informazione di garanzia. Quindi ho detto la verità. Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di ministro. Ci possono essere diversità di opinioni, diversità che io rispetto. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere», aggiunge la Santanchè, «sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica ma che ha per oggetto dei fatti antecedenti al mio giuramento». Il centrodestra si schiera compatto al fianco della Santanchè: sono presenti diversi ministri (Matteo Salvini, Raffaele Fitto, Nello Musumeci, Eugenia Roccella, Luca Ciriani, Giancarlo Giorgetti, Elvira Calderone, Andrea Abodi, Elisabetta Casellati, Anna Maria Bernini), i partiti della coalizione difendono a spada tratta il bersaglio della mozione. «Per onestà intellettuale», dice il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, «avremmo anche noi sfruttato l’inchiesta giornalistica e giudiziaria per cercare di mettere in difficoltà il ministro e il governo, ma non avremmo fatto l’errore politico di presentare una mozione di sfiducia individuale». «Noi riteniamo», scandisce il capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, «che il ministro abbia chiarito tutto nei sui interventi. L’opposizione ha una opinione diversa, ma il fatto è che non c’è nulla in questa mozione e negli argomenti che sono stati toccati che abbia a che fare con il suo operato come ministro, sul quale noi ribadiamo il nostro sostegno e apprezzamento». «Oggi siamo qui», argomenta la leader dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, «perché il ministro Santanchè è destinatario di una mozione di sfiducia che non ha nulla a che vedere con atti compiuti nell’esercizio delle sue attuali funzioni ma riguarda le sue precedenti attività imprenditoriali, con problemi che possono capitare a chiunque abbia svolto un’attività professionale o imprenditoriale. Difficoltà che conoscono tutti, tranne i rappresentanti del M5S, in cui l’incompetenza è stata elevata a valore». Il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli illustra la mozione di sfiducia alla Santanchè, accusandola di «mancanza di risposte» e «opacità». «A noi i procedimenti giudiziari non interessano», dice Patuanelli, «io mi auguro di cuore che la ministra esca pulita da qualsiasi indagine ma le condotte sottese a quanto accaduto nei gruppi che la ministra ha guidato sono, a nostro avviso, condotte che hanno dal punto di vista del comportamento una discrasia rispetto ai giuramenti che si fanno quando si diventa ministri e all’esercizio con disciplina e onore delle funzioni pubbliche». Un po’ di trambusto non manca. Il protagonista è il senatore del M5s Ettore Licheri, che conclude il suo intervento con un passaggio sferzante: «Al termine della votazione», dice Licheri, «resterà una ministra dello Stato che allo Stato deve 1,2 milioni di tasse non pagate, resteranno i suoi dipendenti e i suoi fornitori rimasti in mezzo a una strada. Se volete continuare a ridere, ridete pure, pagliacci». Dai banchi dei gruppi che sostengono il governo si alzano urla di protesta. Il presidente Ignazio La Russa richiama l’aula all’ordine, e dice a Licheri: «Poteva risparmiarsi l’offesa ai suoi colleghi». Il dopo voto è tutto all’insegna degli scambi di insulti tra il M5s e Calenda: «Qualche opposizione», scrive su Facebook Giuseppe Conte, «ha preferito disertare il voto abbandonando l’aula. In situazioni come queste disertare è essere complici».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».