2025-03-25
Santanchè fa melina. Fdi: «Se va a giudizio, lascia per difendersi»
Il ministro accusato di truffa aggravata cambia legale e fa slittare l’udienza preliminare. Il suo partito prepara l’uscita dal governo.Se la mossa dilatatoria azionata in udienza preliminare da Daniela Santanché dovesse riuscire, il procedimento in cui il ministro del Turismo e altri due imputati, tra i quali il compagno Dimitri Kunz, e due società, sono imputati di truffa aggravata ai danni dell’Inps per le presunte irregolarità legate alla cassa integrazione chiesta e ottenuta per 13 dipendenti di Visibilia durante il Covid, potrebbe ripartire dalle eccezioni preliminari e richiedere almeno altri quattro o cinque mesi di tempo prima di arrivare a una decisione, lasciando ancora sospesa la sua posizione politica.La richiesta di termini a difesa (minimo sette giorni, come previsto dalla procedura, per consentire di consultare il fascicolo ed eventualmente estrarne copia) avanzata dal nuovo legale di Santanchè, l’avvocato Salvatore Pino, subentrato a Salvatore Sanzo, potrebbe infatti determinare, in assenza dell’altro avvocato dell’imputata, Nicoló Pelanda (impegnato in un altro procedimento non procrastinabile), il rinvio dell’udienza nella quale il gup del Tribunale di Milano, Tiziana Gueli, oggi avrebbe dovuto esaminare la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi. A questo punto, se la richiesta di rinvio dovesse essere accolta, il gup disporrà il rinvio a una data successiva. E si innesterà un ulteriore problema: il gup Gueli il 31 marzo, come previsto già da tempo e come sinora rimandato tramite una parziale proroga, cambierà ufficio e passerà alla decima Sezione del dibattimento.Gli sviluppi potranno essere due: o il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, applicherà la Gueli al procedimento per consentirle di definirlo, oppure l’udienza preliminare dovrà ricominciare davanti a un nuovo giudice, quello che prenderà il posto di Gueli. Il cambio di avvocato e la richiesta di rinvio hanno lasciato poco margine di manovra ai pm, che potranno solo valutare la correttezza procedurale. E se si calcola che il procedimento è cominciato lo scorso ottobre e che, dopo la decisione della Cassazione (che ha stabilito la competenza territoriale a Milano), è ancora aperta la fase delle questioni preliminari, con i difensori che potrebbero sollevarne altre per poi passare la palla ai pm e alla parte civile, fino ad arrivare alla discussione, saranno necessarie almeno altre due o tre udienze prima che il gup si ritiri in camera di consiglio per decidere. Secondo le accuse, il ministro, il compagno e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia editore e Visibilia concessionaria, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto «indebitamente» la cassa integrazione in deroga «a sostegno delle imprese colpite dagli effetti» delCovid per 13 dipendenti e per oltre 126.000 euro. Ai tre imputati viene contestato di aver «dichiarato falsamente» che quei dipendenti fossero in cassa integrazione «a zero ore», mentre avrebbero svolto le «proprie mansioni» in «smart working».Visibilia editore ha già chiesto di patteggiare e le due società hanno risarcito l’Inps. Mentre si aprirà il 15 aprile il procedimento (con altri 16 imputati) per l’accusa di false comunicazioni sociali nel caso Visibilia, davanti alla seconda sezione penale del tribunale. A decidere il rinvio a giudizio, in linea con la richiesta dei pm Gravina e Luzi, che hanno coordinato le indagini assieme al procuratore aggiunto Laura Pedio (ora capo della Procura a Lodi), era stata, il 17 gennaio scorso, il gup Anna Magelli, dichiarando la prescrizione del reato per gli anni dal 2016 al 2018 e accogliendo il patteggiamento proposto dall’ex consigliere Federico Celoria a 2 anni (pena sospesa) e da Visibilia editore e Visibilia editrice, rispettivamente a 63.000 e 300.000 euro. «Non ho cambiato nessun avvocato, è una fake news. Il mio avvocato è Pelanda, ho aggiunto l’avvocato Salvatore Pino sostituendo il civilista perché qui si parla di penale», ha detto la Santanchè ieri sera, «Cosa rispondo a chi dice che è solo una mossa per guadagnare tempo? Che dovrebbe leggere le cose».Ma al di là degli aspetti giudiziari, la questione assume anche un significato politico. La Santanchè aveva legato il destino della propria permanenza politica nella compagine governativa proprio al procedimento penale per la presunta truffa all’Inps. Fratelli d’Italia, il partito del ministro del Turismo, sembra aver preso le contromisure. Il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, ha dichiarato che, «in caso di rinvio a giudizio, come ha detto il ministro in Aula, si arriverebbe a una presa d’atto della necessità di lasciare l’incarico non perché stia governando male il turismo, dove anzi abbiamo dati assolutamente premianti, ma per garantire a lei la possibilità di difendersi nel modo più sereno possibile». Non si tratta, insomma, di una difesa a spada tratta. Subito dopo Giovanni Donzelli, uno dei fedelissimi della premier Giorgia Meloni, ha detto: «Valuterà lei come reputa opportuno», ha spiegato Donzelli, «senza condizionamenti». La Santanchè, interrogata sulle parole di Bignami, ha detto: «Ho trovato le sue dichiarazioni giuste».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)