2022-02-03
Sanremo 2022: la prima standing ovation di questa edizione è per l'Aquila di Ligonchio
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La seconda serata di Sanremo vola con Checco Zalone, delude Lorena Cesarini. Ma il protagonista della serata è il Fantasanremo, il gioco che irrompe sulla Rai con la parola chiave da 50 punti, papalina, pronunciata anche da Iva Zanicchi e la battaglia social tra Michele Bravi e Sangiovanni. Ci voleva Checco Zalone a smuovere le acque calme della seconda serata del Festival. Non c’è tempo per festeggiare gli ascolti: a rompere gli schemi arriva lui, paladino feroce di un politically tutt’altro che correct. Usa il paradosso, lo mastica, lo restituisce al pubblico a colpi di battute scoperchiando ipocrisie e banalità. E lo fa anche a Sanremo, super ospite attesissimo visto che in tv si concede pochissimo (e fa bene a farlo), dove ironizza sul ruolo delle donne in tv e poi racconta una favola calabrese, con una parodia corrosiva contro gli omofobi. «Io? Io mo’ sarei diverso? Che ipocrisia nell’universo», fa dire alla trans brasiliana che interpreta. In pratica sputtana gli omofobi ma gli omofobi non lo capiscono e si sganasciano dalle risate. Zalone è un fiume in piena e straborda a più riprese. Prima torna nei panni di Ragadi, un assurdo trapper che canta il brano Poco ricco, destinata a diventare una hit originale, divertente, perfettamente sintonizzata sui tic del presente. E cambia ancora registro con Oronzo Carrisi, improbabile virologo parente di Al Bano, che intona Pandemia ora che vai via e stuzzica l’ego ipertrofico dei vari virologi star.Amadeus ne comprende tutte le potenzialità acchiappa-share e spalma il fuoriclasse Zalone in tre riprese: in teatro è tutto un applauso, sui social sbanca e divide la comunità Lgbtq. Chissà che effetto farà agli ascolti. Sul fronte gara, invece, è scontro fra generazioni: da una parte Sangiovanni, idolo dai giovanissimi lanciato da Amici, e il tiktoker Matteo Romano, dall’altro l’iconica Rettore e l’ottantaduenne Iva Zanicchi che graffia e si becca la standing ovation dell’Ariston con una canzone a tinte hot. Nel mezzo Emma Marrone (diretta da Francesca Michielin) si mangia il palco e Elisa, che torna dopo 21 anni e subito punta alla vittoria (dovrà giocarsela con Mahmood e Blanco). Ma il televoto e la demoscopica potrebbero rimettere tutto in discussione e da qui a sabato può davvero accadere di tutto. In questo incastro di musica e show, si perde Lorena Cesarini, l’attrice scelta da Amadeus come seconda co-conduttrice, che in apertura di serata si lancia in un monologo contro gli haters e i razzisti che l’hanno criticata perché nera: l’emozione è tanta, l’intenzione è ovviamente rispettabile, ma la durata percepita del suo intervento antirazzista è di due ore e questo non aiuta. «Sono italiana e ne vado fiera», precisa (è nata a Dakar da madre senegalese e papà italiano ed è cresciuta a Roma). «Mi sono arrabbiata, poi me la sono fatta scivolare. Ma resta la domanda: perché sentono la necessità di scrivere questo sui social?», sbotta. Sul mero piano dello spettacolo, dopo la Muti nemmeno lei brilla per presenza scenica: spaesata, a tratti fuori fuoco. E sul finale, arriva la prima classifica parziale della sala stampa, con alcune posizioni inaspettate come Achille Lauro che non brilla a metà classifica, Gianni Morandi al quinto posto, mentre è clamoroso il balzo di Dargen D’Amico. Il primo podio è composto da Elisa (prima), Mahmood e Blanco (secondi), la Rappresentante di lista (terzi). Ultima Ana Mena. Da domani entra in gioco il televoto: il ribaltone è dietro l’angolo.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
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