
Concorso irregolare, ai domiciliari segretario dem e assessore regionale. Indagato anche il presidente, Catiuscia Marini.Bufera giudiziaria nella giunta regionale dell'Umbria e sul Pd: arresti domiciliari per il segretario dem, Gianpiero Bocci, ex sottosegretario all'interno durante i governi renziani e l'assessore regionale alla Salute e coesione sociale, Luca Barberini. Indagata la presidente Catiuscia Marini sempre del Pd. Ai domiciliari anche il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Emilio Duca e il direttore amministrativo della stessa Asl, Maurizio Valorosi. Avrebbero commesso irregolarità in un concorso per assunzioni in un'azienda sanitaria locale. Abuso d'ufficio, rivelazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento e falso sono le ipotesi di reato per le quali la Procura di Perugia ha iscritto politici e dirigenti, in tutto 35 persone, nel registro degli indagati in seguito all'inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dallo stesso procuratore capo Luigi De Ficchy.La Gdf ieri ha perquisito, oltre che le abitazioni e gli uffici dei destinatari dei decreti, anche la sede dell'assessorato alla Sanità. L'inchiesta, che è durata alcuni mesi, riguarda circa una decina di concorsi per l'assunzione di medici, infermieri e portantini, i cosiddetti oss, all'ospedale di Perugia. In tutto una trentina di persone che, secondo le intercettazioni dei finanzieri, erano state segnalate dai politici coinvolti ai vertici delle Asl per essere assunte.Di conseguenza i candidati individuati sono stati messi tutti nelle condizioni di vincere i concorsi senza alcuna difficoltà. In sostanza, come si legge nelle 80 pagine dell'ordinanza firmata dal gip di Perugia Valerio d'Andra,le procedure di selezione del personale sono state «condizionate illecitamente», con «l'alterazione dei risultati della selezione avvenuta mediante reiterati reati di rivelazione di segreti d'ufficio, falso ideologico in atto pubblico e abuso d'ufficio compiuti mediante la comunicazione a terzi interessati delle tracce d'esame, e inoltre indirizzando la Commissione in ordine alle valutazioni da assegnare ai candidati». Si precisa inoltre nelle carte che c'è stata una «alterazione della procedura concorsuale consistita nella manipolazione dell'esito del sorteggio dei componenti della commissione esaminatrice».Oltre alle intercettazioni, nel fascicolo d'inchiesta, c'è anche un video sul dg dell'Asl, Emilio Duca, che dimostra come «avesse con sé le tracce delle prove scritte del concorso e le dovesse portare in Consiglio regionale, per consegnarle all'assessore regionale Luca Barberini, il quale risulterà in effetti dal prosieguo delle conversazioni il soggetto più interessato all'esito della procedura e quello anche più ascoltato». Il riferimento è a una telefonata intercettata e alle «immagini captate presso l'ufficio del direttore amministrativo, Maurizio Valorosi il giorno prima delle prove scritte».Dall'insieme degli elementi raccolti, secondo la Procura, emerge dunque molto chiaramente «un quadro di prolungata e abituale attività illecita», in quanto da parte degli indagati «sono state condizionate e sostanzialmente falsate le procedure di selezione del personale dell'azienda ospedaliera».«Quest'oggi mi è stata notificata dalla procura della Repubblica di Perugia la richiesta di acquisizione di atti nell'ambito di una indagine preliminare relativa a procedure concorsuali in capo a una Azienda sanitaria umbra», ha detto la governatrice Marini, aggiungendo: «Ho offerto la mia massima collaborazione personale e istituzionale all'attività dei rappresentanti dell'autorità giudiziaria. Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell'operato della magistratura nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto dell'indagine».Il ministro dell'interno Matteo Salvini ha commentato: «Senza entrare nel merito degli ultimi arresti, i cittadini dell'Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni regionali subito».
L’aumento dei tassi reali giapponesi azzoppa il meccanismo del «carry trade», la divisa indiana non è più difesa dalla Banca centrale: ignorare l’effetto oscillazioni significa fare metà analisi del proprio portafoglio.
Il rischio di cambio resta il grande convitato di pietra per chi investe fuori dall’euro, mentre l’attenzione è spesso concentrata solo su azioni e bond. Gli ultimi scossoni su yen giapponese e rupia indiana ricordano che la valuta può amplificare o azzerare i rendimenti di fondi ed Etf in valuta estera, trasformando un portafoglio «conservativo» in qualcosa di molto più volatile di quanto l’investitore percepisca.
Per Ursula von der Leyen è «inaccettabile» che gli europei siano i soli a sborsare per il Paese invaso. Perciò rilancia la confisca degli asset russi. Belgio e Ungheria però si oppongono. Così la Commissione pensa al piano B: l’ennesimo prestito, nonostante lo scandalo mazzette.
Per un attimo, Ursula von der Leyen è sembrata illuminata dal buon senso: «È inaccettabile», ha tuonato ieri, di fronte alla plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, pensare che «i contribuenti europei pagheranno da soli il conto» per il «fabbisogno finanziario dell’Ucraina», nel biennio 2026/2027. Ma è stato solo un attimo, appunto. La presidente della Commissione non aveva in mente i famigerati cessi d’oro dei corrotti ucraini, che si sono pappati gli aiuti occidentali. E nemmeno i funzionari lambiti dallo scandalo mazzette (Andrij Yermak), o addirittura coinvolti nell’inchiesta (Rustem Umerov), ai quali Volodymyr Zelensky ha rinnovato lo stesso la fiducia, tanto da mandarli a negoziare con gli americani a Ginevra. La tedesca non pretende che i nostri beneficati facciano pulizia. Piuttosto, vuole costringere Mosca a sborsare il necessario per Kiev. «Nell’ultimo Consiglio europeo», ha ricordato ai deputati riuniti, «abbiamo presentato un documento di opzioni» per sostenere il Paese sotto attacco. «Questo include un’opzione sui beni russi immobilizzati. Il passo successivo», ha dunque annunciato, sarà «un testo giuridico», che l’esecutivo è pronto a presentare.
Luis de Guindos (Ansa)
Nel «Rapporto stabilità finanziaria» il vice di Christine Lagarde parla di «vulnerabilità» e «bruschi aggiustamenti». Debito in crescita, deficit fuori controllo e spese militari in aumento fanno di Parigi l’anello debole dell’Unione.
A Francoforte hanno imparato l’arte delle allusioni. Parlano di «vulnerabilità» di «bruschi aggiustamenti». Ad ascoltare con attenzione, tra le righe si sente un nome che risuona come un brontolio lontano. Non serve pronunciarlo: basta dire crisi di fiducia, conti pubblici esplosivi, spread che si stiracchia al mattino come un vecchio atleta arrugginito per capire che l’ombra ha sede in Francia. L’elefante nella cristalleria finanziaria europea.
Manfred Weber (Ansa)
Manfred Weber rompe il compromesso con i socialisti e si allea con Ecr e Patrioti. Carlo Fidanza: «Ora lavoreremo sull’automotive».
La baronessa von Truppen continua a strillare «nulla senza l’Ucraina sull’Ucraina, nulla sull’Europa senza l’Europa» per dire a Donald Trump: non provare a fare il furbo con Volodymyr Zelensky perché è cosa nostra. Solo che Ursula von der Leyen come non ha un esercito europeo rischia di trovarsi senza neppure truppe politiche. Al posto della maggioranza Ursula ormai è sorta la «maggioranza Giorgia». Per la terza volta in un paio di settimane al Parlamento europeo è andato in frantumi il compromesso Ppe-Pse che sostiene la Commissione della baronessa per seppellire il Green deal che ha condannato l’industria - si veda l’auto - e l’economia europea alla marginalità economica.




