2023-12-03
Salvini chiude la causa di Draghi. Toto si riprende la A24 e 2,2 miliardi
Dopo l’esproprio del 2022, Strada dei Parchi ha vinto i ricorsi. Danno potenziale per lo Stato oltre i 5 miliardi. Un emendamento del governo prepara l’accordo tombale: storni, concessione più lunga e subito 500 milioni.È toccato alla Lega e a Forza Italia, ma più nel dettaglio all’opera di persuasione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, il compito di mettere un toppa a un possibile contenzioso superiore ai 5 miliardi conseguenza di uno degli ultimi provvedimenti del governo Draghi, che a metà 2022 aveva deciso di revocare, per presunte inadempienze nella manutenzione, la concessione delle autostrade A24/A25 al gruppo Toto. Una sorta di esproprio. Una decisione che era sembrata subito molto forte, tanto per intenderci, non era stata applicata neanche nel caso del crollo del Ponte Morandi, e che infatti è stata sconfessata in sede giudiziaria.Nel 2023 i tribunali competenti (L’Aquila e Teramo) hanno infatti assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, i vertici della società concessionaria: non esistono nella sostanza i presupposti della mancata manutenzione. Cade la base della revoca. Quelle sentenze rappresentano un presa d’atto della gravità della situazione per il governo subentrato a Draghi, quello Meloni appunto. Bisognava intervenire e anche in tempi rapidi. Salvini inizia la sua opera di moral suasion in primis con i vertici del gruppo Toto e poi all’interno della maggioranza per spingere sulla soluzione di compromesso ed evitare il rischio di contenziosi miliardari. Non tutti all’interno del governo la pensano allo stesso modo, per esempio il Mef è molto più cauto anche perché non vorrebbe sconfessare in modo evidente l’operato di Draghi. Salvini opera a fari spenti, tratta nel silenzio, fino ad arrivare alle ultime settimane, all’emendamento al decreto Anticipi (articolo 14 bis) approvato senza voti contrari in commissione Bilancio al Senato che andrà a Palazzo Madama l’8 dicembre e il 14 alla Camera e rispetto al quale potrebbe essere posta la questione di fiducia. Nell’emendamento ci sono i punti principali del compromesso. Nella sostanza si stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2024 le autostrade A24 e A25 non saranno più gestite dall’Anas (la tratta era rientrata nella sua competenza dall’agosto del 2022 in seguito alla revoca in danno decisa dal precedente governo) e torneranno in mano alla Strada dei Parchi del gruppo Toto, con un allungamento della durata della concessione per il periodo della revoca, passando quindi dal 2030 al 2032. Il provvedimento è accompagnato da una ricca relazione nella quale si evidenzia che la società Strada dei Parchi ha attivato una serie di contenziosi contro le amministrazioni competenti e che per scongiurare il danno erariale «è legittimata la scelta operata dallo Stato di transigere in via normativa e in modo definitivo le controversie pendenti mediante il versamento di una somma di importo corrispondente a quella indicata nell’ordinanza cautelare del Tribunale di Roma adottata il 18 luglio 2023». Messa in soldoni: da quell’ordinanza emergeva un indennizzo di circa 2,2 miliardi, somma dovuta dallo Stato a Strada dei Parchi, con una provvisionale di 500 milioni da versare subito all’ex concessionaria per evitare la messa in liquidazione della società che ha un’importante esposizione con le banche e 1.200 lavoratori da tutelare. Nell’emendamento si stabilisce che la prima parte della provvisionale, una tranche da 250 milioni dovrà essere versata «entro 15 giorni dal reintegro», la seconda invece sarà saldata «entro il 31 maggio 2024». Al tempo stesso, Strada dei Parchi, si impegna a rinunciare a tutti i vecchi contenziosi, sia nei confronti del ministero dei Trasporti che di Anas, sospesi in una selva di procedimenti nei vari tribunali. E soprattutto che non ci sarà più il pronunciamento della Corte Costituzionale alla quale aveva inviato gli atti il Tar dopo l’impugnazione del gruppo Toto.Ma non finisce qui. Nell’emendamento è anche previsto che per l’intero periodo residuo della concessione, quindi fino al 2032, «restano invariati i livelli tariffari rispetto a quelli applicati alla fine del 2017» e che «nell’ambito del Pef (piano economico finanziario) è inserita una spesa annua a carico del concessionario per l’intero periodo residuo della concessione pari a 40 milioni di euro per le manutenzioni ordinarie». Si sta così per chiudere, con un difficile compromesso una partita complessa sia politicamente che dal punto di vista finanziario, che parte da un decisione presa nel luglio del 2022, quindi a pochi mesi dalla fine della legislatura, quando il governo Draghi decide di applicare l’articolo 35 del Decreto Legge 162 del 2019: la revoca della concessione delle due arterie di circa 300 chilometri che collegano Roma con l’Abruzzo, gestite dal gruppo Toto a partire 2001, provvedimento al quale non si era arrivati neanche dopo il gravissimo incidente del ponte Morandi.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.