
Lo scorso anno promise alla platea: «Da qui parte la marcia verso la vittoria». Oggi, novità assoluta, il raduno sarà seguito anche dai media internazionali. Giancarlo Giorgetti chiede concentrazione: «Occhio, Matteo Renzi era al 40%...».L'anno scorso sul sacro suolo di Pontida lo aveva annunciato. «Da qui parte la marcia verso il governo». Matteo Salvini è stato di parola. Il segretario della Lega torna nella cittadina simbolo del movimento padano da vicepremier e ministro dell'Interno. «Per noi sarà la Pontida dell'età adulta», spiega con un pizzico di soddisfazione un dirigente di via Bellerio. È vero. Sarà un evento storico, perché per la prima volta non ci sarà più il verde che dal 1990 ha accompagnato il partito fondato nel 1984 da Umberto Bossi. Ora c'è il blu, nello stile del presidente americano Donald Trump. Forse ci saranno anche le bandiere dell'Italia, simboli che un tempo avrebbero rappresentato un'eresia per i militanti padani. Ma sulla svolta nazionalista salviniana non si torna indietro. E il popolo si adegua leggendo sondaggi che danno la creatura di Salvini al 31%, sopra al Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio. La Pontida della maturità sta nei numeri, sono attese fino a 50.000 persone, ma anche nell'attenzione che i media internazionali daranno all'evento in valle San Martino. Per la prima volta ci sarà l'agenzia di stampa Reuters e sono tantissimi gli accrediti. Non solo. Ci sarà una diretta televisiva sul 53 di Canale Italia. Non era mai accaduto. Eppure la celebrazione sul sacro prato potrebbe rappresentare anche un momento di svolta nella comunicazione salviniana. La campagna elettorale è finita. Ora incomincia il difficile per il segretario, che dovrà portare a casa risultati a livello di governo da offrire al suo elettorato. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lo ha spiegato non appena insediato l'esecutivo, chiedendo a tutti i ministri di tenere una foto dell'ex premier Matteo Renzi sulla scrivania: ricordatevi di quando, 4 anni fa, era al 40% dei consensi. In Lega sanno bene che perdere l'appoggio dell'elettorato in pochi mesi può succedere. Come dopo gli scandali del 2012, che travolsero il tesoriere Francesco Belsito e lo stesso Umberto Bossi: la Lega Nord affondò sotto il 5%. Gli strascichi di quelle inchieste della magistratura sui rimborsi elettorali si sentono ancora oggi. Alcuni processi sono ancora in corso. La scorsa settimana durante quello a carico dell'ex avvocato del Senatùr, Matteo Brigandì, accusato di aver nascosto 2 milioni di euro in Tunisia, è stato ammesso come testimone solo l'ex governatore leghista Roberto Maroni. Salvini non dovrà testimoniare, proprio perché il giudice ha valutato che la sua presenza fosse inutile anche in ragione del fatto che in quegli anni non si occupava dei conti di via Bellerio. Eppure le polemiche continuano a ritornare. E le Procure continuano le indagini, per capire dove sia finita una parte di quei 48 milioni di euro. Da un lato la magistratura quindi, dall'altro il rapporto con i grillini e con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Con i primi i rapporti di governo al momento sono buoni. Certo, c'è chi fa notare che nessuno li ha invitati a Pontida, mentre invece ci saranno i governatori di centrodestra, anche di Forza Italia. Con gli alleati il canale di dialogo non si è mai interrotto. Salvini e Berlusconi hanno parlato quasi tutti i giorni dopo la nascita del governo di Giuseppe Conte. Restano gli screzi nei comuni e nelle regioni amministrate insieme, ma nessuna delle due parti vuole rompere. A quanto pare il Cavaliere vuole rialzare la testa nelle prossime settimane. E la sua intenzione sarebbe quella di imporre a Salvini alcuni punti programmatici da portare avanti a livello di governo centrale. Non solo. Berlusconi è stato riabilitato - era metà maggio - dopo la condanna in Cassazione per il processo Mills. Tra due settimane in Parlamento incominciano le votazioni per eleggere i membri laici del Consiglio superiore della magistratura (Csm). Da settimane si vocifera che la nomina dell'avvocato Niccolò Ghedini a palazzo dei Marescialli potrebbe lasciare il posto proprio a Berlusconi, che entrerebbe di diritto per i meccanismi della legge elettorale. Ma c'è chi invece spinge, in particolare il presidente dell'europarlamento Antonio Tajani, perché il leader di Forza Italia si candidi alle prossime elezioni europee. È evidente che dalle prossime mosse di Berlusconi dipendano anche le scelte di Salvini. A ottobre, oltre al difficile passaggio dell'esecutivo per la legge di bilancio, ci saranno anche le elezioni in Abruzzo. Qui il leghista Giuseppe Bellachioma spinge per un'alleanza fra la Lega e il Movimento 5 stelle. I grillini resistono - anche perché all'interno della cerchia più stretta di Beppe Grillo la crescita leghista inizia a generare qualche timore - ma il contratto del governo gialloblù al momento regge. E Salvini dice che insieme governeranno a lungo. Per pensarci ci sarà tempo. Ora c'è Pontida, con un Carroccio che adesso è considerato anche a livello internazionale.
Il presidente torna dal giro in Francia, Grecia e Spagna con altri missili, caccia, radar, fondi energetici. Festeggiano i produttori di armi e gli Stati: dopo gli Usa, la Francia è la seconda nazione per export globale.
Il recente tour diplomatico di Volodymyr Zelensky tra Atene, Parigi e Madrid ha mostrato, più che mai, come il sostegno all’Ucraina sia divenuto anche una vetrina privilegiata per l’industria bellica europea. Missili antiaerei, caccia di nuova generazione, radar modernizzati, fondi energetici e contratti pluriennali: ciò che appare come normale cooperazione militare è in realtà la struttura portante di un enorme mercato che non conosce pause. La Grecia garantirà oltre mezzo miliardo di euro in forniture e gas, definendosi «hub energetico» della regione. La Francia consegnerà 100 Rafale F4, sistemi Samp-T e nuove armi guidate, con un ulteriore pacchetto entro fine anno. La Spagna aggiungerà circa 500 milioni tra programmi Purl e Safe, includendo missili Iris-T e aiuti emergenziali. Una catena di accordi che rivela l’intreccio sempre più solido tra geopolitica e fatturati industriali. Secondo il SIPRI, le importazioni europee di sistemi militari pesanti sono aumentate del 155% tra il 2015-19 e il 2020-24.
Imagoeconomica
Altoforno 1 sequestrato dopo un rogo frutto però di valutazioni inesatte, non di carenze all’impianto. Intanto 4.550 operai in Cig.
La crisi dell’ex Ilva di Taranto dilaga nelle piazze e fra i palazzi della politica, con i sindacati in mobilitazione. Tutto nasce dalla chiusura dovuta al sequestro probatorio dell’altoforno 1 del sito pugliese dopo un incendio scoppiato il 7 maggio. Mesi e mesi di stop produttivo che hanno costretto Acciaierie d’Italia, d’accordo con il governo, a portare da 3.000 a 4.450 i lavoratori in cassa integrazione, dato che l’altoforno 2 è in manutenzione in vista di una futura produzione di acciaio green, e a produrre è rimasto solamente l’altoforno 4. In oltre sei mesi non sono stati prodotti 1,5 milioni di tonnellate di acciaio. Una botta per l’ex Ilva ma in generale per la siderurgia italiana.
2025-11-20
Mondiali 2026, il cammino dell'Italia: Irlanda del Nord in semifinale e Galles o Bosnia in finale
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Getty Images
Gli azzurri affronteranno in casa l’Irlanda del Nord nella semifinale playoff del 26 marzo, con eventuale finale in trasferta contro Galles o Bosnia. A Zurigo definiti percorso e accoppiamenti per gli spareggi che assegnano gli ultimi posti al Mondiale 2026.
Elly Schlein (Getty images)
I dem vogliono affondare la riforma Nordio ma dimenticano che alle ultime elezioni politiche assicuravano la creazione di un nuovo «tribunale» disciplinare per i magistrati. Se lo fa il governo, però, è da boicottare.
«Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate». La citazione sopra riportata non proviene da un documento elettorale del centrodestra o da un intervento pubblico del guardasigilli Carlo Nordio, bensì dal programma elettorale del Pd alle elezioni politiche del 2022. Eppure, nonostante questo, durante l’approvazione della riforma della giustizia varata dal centrodestra, i dem, contrari al pacchetto di modifiche varato dalla maggioranza, hanno lanciato strali anche contro questo punto, dimenticandosi che era parte del loro programma. «Si vuole costituire una magistratura giudicante e una magistratura requirente come due corpi separati e culturalmente distanti, selezionati da due concorsi diversi, con due Csm distinti e con un’Alta corte disciplinare che risponde a logiche esterne alla magistratura stessa.





