2023-08-22
Salvini si schiera col generale
Il leader della Lega telefona a Roberto Vannacci: «Non c’è un Grande fratello che dice che cosa si può leggere, quel libro aveva il diritto e il dovere di scriverlo». A difesa del militare Pro vita. Contro, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il presidente di Gaynet e il Pd. L’ex ministro Trenta a Guido Crosetto: «Non l’avrei rimosso, spero non paghi le denunce sull’uranio».Sarà probabilmente effetto della valanga di critiche che piovono sullo scintillante cuoio capelluto di Guido Crosetto, fatto sta che al ministero della Difesa l’atmosfera è assai nervosa: il consulente per le relazioni esterne dello stesso Crosetto, Ettore Maria Colombo, biografo di Pier Luigi Bersani, risponde alla richiesta di intervista della Verità con una buona dose di maleducazione nei confronti del nostro giornale (a differenza dei vertici della comunicazione del dicastero, il cui diniego è garbato e professionale). Niente di strano, a pensarci bene: Crosetto, che ha sbrigativamente, attraverso Twitter, condannato il libro del generale Roberto Vannacci, è bersaglio in queste ore di un bombardamento di critiche, soprattutto da parte degli elettori di destra, che sui social fanno sentire con forza il loro malcontento. Smacco doppio, per Crosetto, twittarolo professionista, che deve incassare pure le frecciatine del vicepremier Matteo Salvini. Il leader della Lega ieri ha sentito Vannacci: una telefonata «molto cordiale», fanno sapere fonti del partito. Il colloquio tra i due avviene pochi minuti dopo una diretta social durante la quale Salvini dice la sua sul caso Vannacci: «Mi rifiuto di pensare», argomenta Salvini, «che in Italia ci sia un Grande fratello che ti dice cosa puoi leggere e cosa no. Il generale Vannacci deve essere giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato, esprime dei suoi pensieri nero su bianco, penso che abbia il dovere e il diritto di farlo. Io sono curioso e quindi leggerò il libro di questo generale, che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il Paese, la bandiera, i suoi ragazzi, che aprì dei dossier e fece delle denunce sull’uranio impoverito. Poi potrò essere d’accordo, in disaccordo, parzialmente», aggiunge Salvini, «totalmente, però la condanna al rogo come Giordano Bruno non mi sembra assolutamente ragionevole».Contro Crosetto si schiera con fermezza anche il Nuovo Sindacato Carabinieri, che attraverso una nota del segretario generale aggiunto, Roberto Di Stefano, esprime «un particolare e sentito ringraziamento al generale Roberto Vannacci il quale, grazie al suo libro, che ha creato così tanto scalpore e divisione nella società civile e militare, ha fatto conoscere al mondo intero che anche per i militari è garantito il diritto costituzionale della libertà di pensiero di cui all’articolo 21, ribadito dall’articolo 1472 del Codice ordinamento militare. Seguiremo con molta attenzione le contestazioni che verranno confutate al generale», aggiunge il Nuovo Sindacato Carabinieri, «perché finalmente capiremo se la politica e le forze armate vogliono progredire e comprendere se è il caso di rivedere la legge sulle relazioni sindacali militari e la posizione del cittadino in uniforme rispetto ai diritti costituzionali e se lo stesso sia un cittadino come gli altri o se di classe sociale inferiore». All’attacco anche Pro Vita e Famiglia, che difende Vannacci e sottolinea che «la cosa più grave e preoccupante è che il ministro della Difesa Crosetto abbia deciso di prenderne le distanze, istituendo sui social e sui media un processo sommario, che ha avuto come conseguenza il sollevamento di Vannacci dall’incarico di Comandante dell’Istituto Geografico Militare».Prende posizione anche Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa del governo Lega-M5s: «Conosco i meccanismi dell’Esercito»”, sottolinea la Trenta, «avessi dovuto decidere io, sicuramente non avrei rimosso Vannacci. La libertà di pensiero deve valere per tutti, sia per coloro che sono favorevoli alle coppie gay e all’adozione sia per coloro che hanno una idea della famiglia con papà mamma e figli. Ho conosciuto il generale Vannacci», aggiunge la Trenta, «in occasione della sua denuncia sull’uranio impoverito in Iraq. Con quell’atto ha dimostrato integrità, indipendenza di pensiero e coraggio nel fare una battaglia difficile, che era anche la mia. Mi auguro che la severità nei suoi confronti non sia stata dettata anche da questo». Parole dure, per non dire inquietanti, quelle della Trenta. A difendere Crosetto e attaccare frontalmente Vannacci arrivano il presidente di Gaynet Rosario Coco, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè di Forza Italia, e l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini del Pd, attuale presidente del Copasir, secondo il quale «le decisioni adottate sono ineccepibili e in linea con l’ordinamento vigente. Le polemiche contro il ministro della Difesa per averle avallate sono senza senso», sottolinea Guerini, «una sorta di riflesso condizionato in difesa delle farneticazioni di cui abbiamo, purtroppo, abbondantemente letto». E mentre il viceministro Galeazzo Bignami (Fdi) nega «frizioni all’interno del governo», diversi esponenti del Pd chiedono a Giorgia Meloni se «sta con Salvini o con Crosetto». Per ora il presidente del Consiglio tace: la sensazione è che la Meloni di opposizione avrebbe difeso a spada tratta il generale Vannacci, ma quella di governo, banalmente, non può.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.