2019-04-25
Salvini rifà i conti dei clandestini: «In Italia ce ne sono solo 90.000»
Il ministro dell'Interno respinge le critiche di Luigi Di Maio sulle presenze irregolari: «Dal 2015 sbarcati in 478.000, molti sono andati via». Nell'agenda del Viminale l'estremismo religioso: «Teniamo d'occhio alcune realtà». Invasione di campo. Ieri il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha deciso di sconfinare nel terreno della sicurezza, strategicamente iper presidiato dal collega vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, contestandogli gli scarsi risultati nei rimpatri dei clandestini. Il casus belli da cui è scaturito il contrasto è stata la diffusione della notizia dell'accoltellamento avvenuto alla stazione Termini di Roma: qui, nella notte tra sabato e domenica, un clandestino georgiano con il crocefisso al collo era stato ferito da un marocchino senza fissa dimora. La Procura di Roma ha deciso d'indagare l'aggressore per tentato omicidio con l'aggravante dell'odio religioso perché, secondo quanto riferito dal ferito, l'altro l'avrebbe assalito gridandogli «cattolico di merda!». Subito dopo l'allarmante episodio, Salvini aveva scritto lettere a prefetti e questori chiedendo di «aumentare controlli e attenzione nei luoghi di aggregazione di cittadini islamici, per prevenire ogni tipo di violenza contro cittadini innocenti». Poi il ministro aveva attaccato il Partito democratico, che per bocca del responsabile della comunicazione aveva manifestato perplessità sulla ricostruzione dei fatti avvenuti a Roma: «Il Pd si è subito impegnato a negare il movente religioso nell'aggressione», aveva scritto Salvini su Facebook, «dimentica però che anche il giorno di Pasqua, a Torino, un senegalese ha aggredito due poliziotti urlando “Allah akbar". Il ministro dell'Interno ha il dovere di garantire la sicurezza e di non sottovalutare questi fenomeni, che guarda caso vedono come protagonisti degli extracomunitari arrivati in Italia grazie ai porti aperti».La frase di Salvini non si era ancora raffreddata sui social network, però, che ieri il responsabile del Viminale veniva a sua volta criticato dal collega di governo. In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il leader grillino ha chiesto infatti di convocare «quanto prima» un vertice sui rimpatri di clandestini «che sono ancora fermi». Di Maio ha aggiunto di essere «molto preoccupato» e ha sottolineato che «non basta inviare lettere ai prefetti per scongiurare attacchi: per questo occorre lavorare subito sui 600.000 irregolari che abbiamo in Italia». È stato l'inizio di un polemico rimpallo di numeri. Alla fine di un vertice al Viminale su sicurezza e immigrazione, punto sul vivo dalle critiche di Di Maio, Salvini ha divulgato una serie di dati e rivendicato i risultati positivi delle sue politiche: «Per la prima volta, dopo anni di chiacchiere e di porti aperti», ha detto, «gli sbarchi sono quasi azzerati e le espulsioni sono tre volte superiori agli arrivi. Mangiatoia esaurita, pacchia finita». Secondo il ministro dell'Interno, l'anno scorso tra 1 e 21 aprile erano arrivati in Italia 7.610 migranti, «mentre negli stessi giorni dell'aprile 2019 il loro numero è sceso a 648, con un calo del 91%». Anche le espulsioni sono aumentate, ha rivendicato Salvini: «Quest'anno sono state 2.021». Infine, ecco il contrattacco diretto al ministro dello Sviluppo: «Dal combinato disposto dei dati degli ultimi quattro anni e mezzo», ha detto il leader leghista, «emerge che in Italia si ha una clandestinità di 90.000 soggetti al massimo, e questo a essere pessimisti. Il numero di irregolari che si stima siano presenti sul nostro territorio è molto più basso anche rispetto a quanto io potessi presumere». Scendendo nei dettagli, il ministro ha spiegato che «al 2015 erano sbarcati 478.000 migranti: ma 268.000 hanno lasciato l'Italia e sono “presenze certificate in Paesi Ue", mentre altri 119.000 sono nell'accoglienza in Italia». I clandestini, insomma, sarebbero per l'appunto circa 90.000: «Un numero molto più basso», ha ripetuto Salvini, «rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni».Gli hanno replicato non meglio precisate «fonti anonime» del Movimento 5 stelle: «Sorprendono le parole del ministro dell'Interno, visto che fu proprio lui a scrivere, a pagina 27 del contratto di governo, il numero di 500.000 irregolari. Che tra l'altro è il numero reale, confermato da molte organizzazioni. Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato nel contratto di governo, forse perché sui rimpatri ancora non è stato fatto nulla?». È probabile che la polemica non si fermerà qui: in vista del voto europeo del 26 maggio, i grillini non intendono lasciare all'alleato leghista il monopolio dell'emergenza immigrazione, né quello della paura del terrorismo islamico. Forse proprio per questo, ieri Salvini ha annunciato l'intenzione di rafforzare la vigilanza di prefetture e questure sulla galassia delle organizzazioni islamiche nel nostro Paese. «Secondo i dati del censimento aggiornato delle presenze islamiche in Italia», ha detto il ministro, «si contano 1.382 associazioni culturali, 1.068 delle quali utilizzate anche come luogo per la preghiera. Ovviamente sono piene di persone per bene, ma ci sono anche realtà “attenzionate" dalle forze dell'ordine, per individuare presenze di fanatici ed estremisti».
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
content.jwplatform.com
L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.