2025-03-08
Il sindaco è in discussione. Ha consentito il disastro e ora spera di cavarsela?
L’inchiesta ci mostra che il paladino del green e della difesa del suolo ha permesso che si costruissero grattacieli senza autorizzazione. Ora Beppe Sala non può far finta di niente.Beppe Sala ha costretto alle dimissioni l’assessore che lui stesso, pochi mesi fa, aveva scelto per mettere a tacere lo scandalo dei palazzi costruiti senza autorizzazione. Dopo l’arresto dell’ex direttore dello Sportello dell’edilizia e la pubblicazione delle intercettazioni con il funzionario indagato, la posizione di Guido Bardelli era effettivamente divenuta insostenibile. Tuttavia, ciò che sorprende è la disinvoltura con cui il sindaco di Milano ha messo alla porta un collaboratore che lui stesso aveva voluto in giunta. Le conversazioni captate dagli inquirenti hanno dimostrato che l’assessore era ben lungidall’essere esterno al sistema. Bardelli non è indagato ma, al telefono con colui che pare essere a capo della cupola di architetti e costruttori che governava l’urbanistica a Milano, si scagliava contro chi voleva intralciarne le manovre, arrivando sino al punto di augurarsi le dimissioni della giunta.Ovviamente, la responsabilità penale è personale e, dunque, gli indagati risponderanno di ciò che hanno fatto, se lo hanno fatto. Però c’è una responsabilità politica che non può essere ignorata. Beppe Sala fino a ieri ha difeso i dirigenti sotto inchiesta, accusando la magistratura di aver messo in difficoltà i funzionari comunali, paralizzando l’attività edilizia dell’intera città. E sempre fino a ieri, il sindaco ha continuato a sostenere che i suoi collaboratori avevano pienamente rispettato la legge, chiedendo al Parlamento di varare una norma che imponesse - ai magistrati, ovviamente - l’interpretazione autentica delle regole edilizie, ovvero che ratificasse la possibilità di costruire palazzi da 25 piani senza alcuna concessione comunale. Cioè Sala rivendicava la correttezza del Far West urbanistico introdotto dalle amministrazioni di centrosinistra a Milano.Dopo che la Procura ha disposto l’arresto del dirigente che guidava lo Sportello dell’edilizia e la commissione Paesaggio (di cui era vicepresidente e factotum, tanto da condizionare le nomine anche da indagato) e solo ora che sono divenute pubbliche le intercettazioni, il sindaco, però, ammette che forse in Comune c’era qualche mela marcia. Adesso dice che sarà necessaria qualche correzione di rotta ma, allo stesso tempo, fa capire che comunque per quei palazzi bloccati dall’indagine della magistratura bisognerà trovare una soluzione, per non penalizzare chi ha investito i propri risparmi per comprare casa e non fermare lo sviluppo della città.Ma il Sala che oggi riconosce la possibile esistenza di qualche mela marcia e suggerisce qualche cambiamento nella macchina comunale per poter sbloccare i cantieri (sarebbero 150 i palazzi lasciati crescere senza autorizzazione e, dunque, a rischio, se non di demolizione, certo di sanzione) è lo stesso che fino a poche settimane fa rivendicava la correttezza dell’operato della sua amministrazione? Mentre sollecitava l’approvazione di un disegno di legge che fornisse un’interpretazione autentica delle norme edilizie, ovvero che legalizzasse gli abusi commessi in città, il sindaco con aspirazioni da statista lanciava avvertimenti anche alla sua parte politica, ovvero al Pd e ai suoi compagni. Bisogna rileggerle quelle frasi. Mentre il Partito democratico era colpito da un gran mal di pancia perché costretto, di fatto a sostenere un condono, Sala lo ammoniva: «Non sono intenzionato a un passo indietro, ma sarebbe un problema politico (se non venisse votata il Salva Milano, ndr), perché se il Pd non appoggiasse questa norma, metterebbe in discussione il mio operato e quello del mio predecessore, Giuliano Pisapia. Ho parlato con Elly Schlein, sono confidente che tutto si ricomponga, ma il problema non è di passi indietro ma di giudizio sulla mia amministrazione».Ora che il passo indietro del Pd è arrivato, perché la legge di interpretazione autentica delle norme è morta (anche perché a dettarla erano stati gli stessi indagati), siamo giunti anche al giudizio sull’amministrazione di centrosinistra di Milano. È ovvio, per usare le parole dello stesso Sala, che in discussione non ci sono solo alcuni funzionari e certi costruttori: c’è anche l’operato dello stesso Sala. Non è un caso che la prassi di consentire la costruzione di grattacieli risalga alle giunte degli ultimi anni, quelle dei compagni. Mentre si riempiva la bocca di frasi fatte come la difesa del suolo e dell’ambiente, in città si consentiva di costruire senza autorizzazione e senza pagare gli oneri di urbanizzazione, concedendo tassi di edificabilità tre volte oltre la norma. In discussione c’è proprio l’operato di Sala. E il sindaco non può cavarsela licenziando un assessore. Prima diceva che «il passato non si rinnega». E adesso che fa? Fischietta facendo finta di niente?
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.