2024-07-14
Sala pensa più a Berlusconi che alle buche
Il sindaco meneghino chiama in causa Marina e contesta l’intitolazione di Malpensa all’ex presidente del Consiglio: «Atto politico» Ma dai? Ogni decisione su un bene pubblico lo è. Piuttosto incanali l’energia che spende per certe sparate per riordinare la sua città.Il sindaco di Milano, Beppe Sala, non perde occasione per fare affermazioni almeno contraddittorie, se non inutili, se non superflue. Ieri ha detto che «anche il più disattento cittadino capirebbe che l’intitolazione di Malpensa a Silvio Berlusconi è un atto puramente politico». Ma pensa te, meno male che ce lo ha detto lui, se no non ci avremmo pensato. Dovrebbe dirci Sala, se lo sa, quale intitolazione di un bene pubblico, da una strada a una piazza, dalla sede di un’istituzione a un aeroporto, non sia stato nella storia un atto politico. Riguardando un bene pubblico, è ovvio e palese che si tratti comunque di un atto politico. Tra l’altro l’Enac è un ente tecnico, come riconosce lui stesso, che ha i poteri legittimi di intitolare un aeroporto a chi vuole. Il sindaco Sala si preoccupa che i gestori degli aeroporti italiani che fanno riferimento a un’amministrazione di centrosinistra, nel futuro vengano penalizzati. Stia sereno, come disse Matteo Renzi: per decenni sono stati penalizzati i luoghi che facevano riferimento al centrodestra. In ogni caso, questo non lo deve preoccupare perché l’intitolazione a Berlusconi non è un atto contro Sala o contro Milano, ma a favore di un uomo che, comunque la si pensi, ha dato vita al centrodestra italiano. E se non fosse per altro, questo basta e avanza perché questa intitolazione abbia delle radici storiche nella politica di fine Novecento e di inizio del ventunesimo secolo. Altra cosa è dire che politicamente non si condivide la scelta di intitolare l’aeroporto a Berlusconi. Questa è ovviamente un’opinione legittima, tanto è vero che in Italia si è dibattuto e si dibatterà su quanto deciso dall’Enac. Ci incuriosisce però che il sindaco affermi: «Continuerò a far sentire la mia voce. Perché credo nei valori che mi hanno portato a essere sindaco di Milano». Con tutto il rispetto, e forse per carenze intellettive di chi scrive, questi «valori» non li abbiamo capiti benissimo in questi anni. Invece abbiamo capito un’altra cosa, che ora proviamo a spiegare. Premetto che il sindaco Sala lo capisco. Un manager di livello internazionale come lui che per anni, da primo cittadino, ha dovuto affrontare il Consiglio comunale composto da gente non al suo livello; si è dovuto occupare delle buche delle strade (malamente); ha dovuto ascoltare le lamentele di quei maleducati dei cittadini delle periferie che non si capisce cosa abbiano da lamentare. Ebbene, è evidente che appena gli capita l’occasione di buttarsi a capofitto in una questione di rilievo nazionale, o che assume un rilievo nazionale proprio come questa, lo faccia con entusiasmo e con un’energia che vorremmo vedere sprigionarsi nel risolvere una serie di problemi di Milano (tra i quali il traffico), senza peggiorarli. Il sindaco Sala doveva dire più chiaramente che tra i suoi valori c’è l’antiberlusconismo: sarebbe stato più chiaro, più sincero, non tanto politicamente corretto ma almeno avrebbe detto la verità. Uno può essere legittimamente antiberlusconiano? Certo che lo può essere: su questo ha vissuto la sinistra per oltre 20 anni nei quali, non essendo riuscita a mettersi d’accordo sui contenuti, ha sparato a palle incatenate contro Berlusconi. Rivolgendosi alla figlia Marina che si era detta favorevole a questo dibattito, il sindaco Sala ha pensato di dirle: «Lei ha vissuto sulla sua pelle quanto sua padre sia stato amato e odiato». Una frase che ha il sapore farisaico, nel senso che dice senza dire. È quello che abbiamo detto poco sopra: il sindaco di Milano poteva fare delle affermazioni più precise e circostanziate, indicando il perché secondo lui non sia giusta questa intitolazione, spiegando nel dettaglio perché Berlusconi non sia degno dell’intitolazione di Malpensa. Almeno ne avremmo potuto discutere, nel caso in cui Sala avesse fornito un qualche straccio di motivazione storico-politica. Invece non l’ha fatto, ma questo non ci sorprende perché spesso lo stesso sindaco ha detto e non detto, ha strizzato tutti e due gli occhi insieme: uno per tenere buona una parte e uno per tenere buona l’altra, con il rischio di non vedere e andare a sbattere da qualche parte. Si è poi contraddetto in un post sui social dicendo che si doveva aspettare un po’ più di tempo per valutare l’opportunità dell’intitolazione. Ma non ha detto che continuerà a lottare per difendere i suoi valori? Tra cinque o sei anni, o dieci, i suoi valori saranno cambiati, e quindi l’intitolazione a Berlusconi potrà sembrare per lui legittima. E chi lo sa? Staremo a vedere.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.