2024-01-14
Sala mette la retro e copia la Lega per armare i ghisa con il taser
Beppe Sala e Franco Gabrielli (Imagoeconomica)
La proposta di Franco Gabrielli, superconsulente del Comune di Milano, è uno schiaffo al Pd.Si fa presto a dire «taser», soprattutto nella Milano di panna montata. Quando il superconsulente per la sicurezza Franco Gabrielli ha evocato l’adozione dell’arma di dissuasione, in commissione consiliare è piombato il silenzio. L’ex capo della Polizia ritiene che la pistola elettrificata debba essere messa nelle fondine dei ghisa perché «sarebbe uno strumento in dotazione di reparto e non individuale per ogni singolo agente, assegnato a persone formate e che attiene a tipologie di servizio». Mentre lui sponsorizzava l’adozione per provare a contenere violenza e degrado, noti volti della sinistra in cachemire erano costretti ad abbozzare. Anche perché il consigliere di Beppe Sala sembrava Matteo Salvini, che quando sosteneva identiche modalità (da ministro dell’Interno) veniva accolto a colpi di taser caricato a pernacchie dal mondo radical.Allora quell’arma veniva definita da piddini, Verdi, grillini e Majorini «una pericolosa americanata», «un sofisticato sistema di tortura», «un metodo per aumentare la violenza», fino al comico «un deterrente che mette a rischio l’incolumità dei malviventi». Il Vanity sindaco, non sapendo come tenere insieme la sicurezza di una metropoli con il buonismo da assemblea liceale dei fedelissimi, si limitava a dire che «il taser non dovrebbe riguardare i vigili, che hanno altri compiti». Poiché il tempo passa in fretta e le priorità di Milano sono sempre le stesse, ecco la resa dei conti: Gabrielli chiede oggi ciò che la Lega proponeva nel 2017. E lo fa accompagnato da una garanzia: «È stata una delle prime cose su cui mi sono informato arrivando a Milano. Da quando è partita la sperimentazione per le forze di polizia non c’è stato un solo evento che avesse dimostrato un uso improprio del taser e non c’è un solo caso in cui c’è stato un abuso nell’utilizzo. Non è la panacea di tutti i mali ma rende l’operatore più tutelato e dissuade molto le persone: in molti casi basta solo far vedere che lo strumento è operativo».Il taser - Thomas A. Swift’s electric rifle, acronimo del suo inventore - è un cavallo di battaglia di Gabrielli, chi lo ha scelto come garante della sicurezza avrebbe dovuto saperlo. Ed è proprio lui a ricordare che nel 2022 il Consiglio comunale meneghino approvò a sorpresa (con la sinistra che si stracciava le vesti e Sala che rilasciava dichiarazioni indignate) un ordine del giorno della leghista Silvia Sardone favorevole alla sperimentazione della pistola elettrificata. Fu votata anche dal capogruppo del Pd, Filippo Barberis. Oggi quella soluzione rientra dalla finestra e nessuno osa eccepire. Soprattutto è difficile che il taser rimanga lontano dai vigili per evitare una seconda contraddizione: Sala ne ha chiesti 500 in più, sbandiera l’opportunità di non confinarli negli uffici ma di mandarli nelle strade. E non può farlo se sono disarmati, loro per primi in balia di malviventi, spacciatori e baby gang.Lo stesso Gabrielli, pur sottolineando che omicidi e furti nelle case sono in calo, ha ribadito che «sono saliti del 50% e 25% per cento, invece, rapine in strada e borseggi». Vale a dire proprio i reati che minano la percezione di sicurezza dei cittadini e che possono essere contrastati solo con deterrenti concreti. Il superconsulente ha anche annunciato la partenza dell’operazione «vigili di prossimità», che già da febbraio dovrebbero cominciare a muoversi nei quartieri, in coppia e a piedi. Un tema sul quale i ghisa sono freddini. A tal punto che ieri, mentre l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli parlava del progetto durante una commemorazione, gli hanno voltato platealmente le terga.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco