2024-07-27
Sabotaggio alle ferrovie francesi. Un milione di persone resta a piedi
I Giochi partono malissimo: tre incendi lungo i binari paralizzano il Paese, fermi due treni su tre. Si indaga sulla pista interna: estrema sinistra o ecoterroristi. Apparati di sicurezza d’Oltralpe sul banco degli imputati.A poche ore dall’inizio ufficiale dei Giochi olimpici di Parigi le ferrovie francesi sono state bersaglio di attacchi terroristici. Tre incendi lungo i binari, sulle linee Atlantica, Nord ed Est, hanno gravemente perturbato il traffico, bloccando quasi completamente la stazione di Montparnasse a Parigi. Questo massiccio attacco alla rete dei treni ad alta velocità Tgv, che, secondo il Ceo della Sncf (l’azienda pubblica delle ferrovie), Jean-Pierre Farandou, causerà disagi fino alla fine del fine settimana, interessa circa 1 milione di persone. Ieri due terzi dei treni sono stati cancellati sulla linea Tgv Atlantique, sia in partenza che in arrivo alla stazione di Montparnasse, come riportato dalla Sncf. I treni diretti verso la Bretagna e i Paesi della Loira sono stati dirottati «attraverso la linea classica, aggiungendo 2 ore al tempo di viaggio», sottolinea Franck Dubourdieu, direttore della linea Tgv Atlantique. Anche i treni per il Sudovest viaggiavano ieri sulla linea ad alta velocità, ma con forti ritardi. La Procura di Parigi ha avviato un’indagine sugli incendi che hanno colpito la rete ferroviaria francese ad alta velocità e l'inchiesta è stata affidata alla Giurisdizione nazionale per la lotta alla criminalità organizzata. La Procura ha dichiarato di essere competente per i reati che danneggiano la proprietà e mettono a rischio gli interessi fondamentali della nazione, precisando che tali reati possono comportare pene fino a 15 anni di carcere e multe di 225.000 euro. Inoltre, è stato reso noto che i reati di «degradazione e tentativo di degradazione con mezzi pericolosi in un contesto di gruppo organizzato possono portare a pene detentive fino a 20 anni e multe di 150.000 euro».Chi sono i responsabili? L’ipotesi degli investigatori predilige la pista dell’estrema sinistra e dell’eco-terrorismo francese legato però a gruppi radicali esteri come Just Stop Oil, che ha proclamato «l’inizio di una rivolta globale contro i trasporti e l’inquinamento». Questo messaggio è stato diffuso tramite un video anche nel Regno Unito, dopo un tentativo di blitz (che ha portato a nove arresti) anche all’aeroporto di Heathrow a Londra, uno dei principali scali aerei europei. Contemporaneamente, ecoterroristi tedeschi hanno realizzato un’iniziativa simile all’aeroporto di Colonia-Bonn, come mostrato nello stesso video dell’organizzazione affiliata a Ultima generazione. Questo annuncio era seguito da un’irruzione riuscita all’aeroporto di Francoforte, in Germania, bloccato per alcune ore, e da blitz negli Stati Uniti e in Canada contro il traffico stradale e aereo. Un’altra pista porta a Mosca ed in particolare a Kirill Griaznov, ex avvocato, oggi chef di alta cucina di 40 anni da dieci in Francia, che è stato arrestato lo scorso 19 luglio perché accusato di essere al servizio dell’Fsb, il servizio di sicurezza interna della Russia. La sua missione secondo gli investigatori era quella «di incitare alle ostilità in Francia e di aver pianificato un’operazione su a larga scala che avrebbe potuto avere conseguenze gravi». Gli indizi contro di lui sono pesantissimi, tuttavia, le accuse per le quali rischia trent’anni di carcere dovranno essere provate. In ogni caso, ancora una volta come avvenuto con gli attacchi terroristici dell’Isis, l’apparato di sicurezza francese si è fatto sorprendere da un’azione coordinata in un momento delicatissimo nel quale la Francia di Emmanuel Macron si trova nel caos politico più totale. Il ministro dimissionario dei Trasporti francese Patrice Vergriete ha detto che «non c’era alcun allarme specifico prima di questi atti dolosi ma che allo stesso tempo ci stiamo per altri eventuali attacchi». Non ce ne voglia ma che non ci fossero segnali non è affatto vero e lo dicono le cronache. Da registrare che in mattinata l’aeroporto di Basilea-Mulhouse (EuroAirport), situato tra Svizzera e Francia, è stato evacuato a causa dell’ennesimo allarme bomba. Dopo l’evacuazione e la chiusura del terminal intorno a mezzogiorno l’aereoporto è stato riaperto e le operazioni di volo sono riprese. Just Stop Oil è una campagna che vuole il divieto totale degli idrocarburi, mentre Last Generation condanna tutte le forme di inquinamento considerate responsabili dei cambiamenti climatici. Entrambe le organizzazioni giustificano «la disobbedienza alle leggi come un mezzo necessario per scuotere il mondo e denunciare governi e imprese di fronte all’emergenza climatica e ai rischi per il pianeta». Un atto di sabotaggio è stato sventato l’altra notte nell’Yonne. I ferrovieri, impegnati in operazioni di manutenzione, hanno notato la presenza di individui non autorizzati e hanno prontamente allertato la gendarmeria, costringendo i trasgressori alla fuga. Gli autori dell’attacco «hanno incendiato le grondaie dove passano i cavi in fibra ottica che trasmettono informazioni di sicurezza per i conducenti e controllano i motori degli interruttori. Si tratta di molti cavi che devono essere riparati uno per uno, ed è un’operazione manuale», hanno spiegato i responsabili delle ferrovie, aggiungendo che sono stati mobilitati centinaia di agenti per gestire la situazione. Infine, sempre a proposito di minacce, in Belgio sono stati arrestati sette terroristi dell’Isis-K che stavano preparando un attentato alle Olimpiadi.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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