2018-12-18
«Rubo voti a Berlusconi». Renzi svela a Juncker il piano per il suo partito
A Bruxelles l'ex leader del Pd Matteo Renzi, pronto a fondare un movimento, indica a Jean Claude Juncker il bacino elettorale a cui mira: «Punto a chi vota per il Cavaliere».Da Firenze secondo me al partito secondo me. Matteo Renzi, il senatore fu segretario Pd nonché premier, dopo il flop incassato in tv, torna a parlare del «suo» partito che dovrebbe nascere dopo le prossime elezioni europee, quando mollerà definitivamente il Pd. Un movimento politico per cui, pur non sapendone la data di nascita, il creatore sa dove e come recupererà voti e consensi: sfilandoli a Silvio Berlusconi. Una confidenza fatta direttamente a Jean Claude Juncker una decina di giorni fa, durante un viaggio a Bruxelles. «Dicono che io voglia fare un partito con Berlusconi, ma è vero l'esatto contrario: io punto all'elettorato di Berlusconi e non solo a quello», avrebbe detto Renzi come racconta un retroscena pubblicato dalla Stampa. Nel giro europeo, oltre a Juncker, il Rottamatore ha parlato anche con la liberale olandese Margrete Vestager e con il vicepresidente della Commissione europea, il socialista olandese Frans Timmermans, illustrando il suo obiettivo di raccogliere i voti moderati, quel bottino che ad ogni tornata elettorale viene evocato anche se poi i moderati votano Lega o Movimento 5 stelle. Renzi per ora guarda all'Europa e al voto di fine maggio quando il Partito popolare europeo, la più grande famiglia politica dell'Unione, dovrà vedersela con i partiti sovranisti - sempre più strutturati - e decidere quali alleanze preferire: scegliere ancora il centrosinistra e allargare la maggioranza a socialisti, Verdi e macroniani, dove Renzi potrebbe collocarsi a braccetto con Emmanuel Macron e lo spagnolo Albert Rivera di Ciudadanos; oppure trovare l'accordo con la destra sovranista e allearsi con Victor Orbán e Sebastian Kurz, che però preferiscono l'intesa con Matteo Salvini, Marine Le Pen e la destra tedesca di Alternative für Deutschland.Insomma, un progetto non facile per Matteo da Rignano, che però pare deciso a lasciare il Partito democratico dopo aver ventilato l'ipotesi di ripresentarsi alle primarie ma - soprattutto - dopo la rinuncia di Marco Minniti alla candidatura di segretario e la transumanza di almeno 85 parlamentari, compresi il presidente dei senatori Andrea Marcucci e Luca Lotti, da anni braccio destro dell'ex premier, dalla sponda renziana alla corte di Maurizio Martina.L'idea di farsi un partito per Matteo Renzi sembra più facile che cambiare mestiere e lasciarsi la politica alle spalle. In effetti l'ex premier ci ha provato, a fare l'autore e presentatore televisivo, ma il suo show Firenze secondo me, un viaggio attraverso i luoghi simbolo col racconto degli avvenimenti storici che hanno segnato l'ascesa della città - andato in onda sabato scorso sul Nove - è stato un autentico flop, come certificato dall'Auditel. Ha raccolto, infatti, l'1,8% di share con 360.000 spettatori, che Renzi ha ringraziato sui social network: «Buongiorno a tutti, grazie per i vostri messaggi! Sono in Cina per qualche ora, rientro domani per la legge di bilancio: non sono riuscito a rispondervi in tempo reale. Grazie a tutti per i commenti, grazie davvero». Un risultato su cui non è mancata l'ironia del leader della Lega, Salvini: «Basta con gli applausi, ché poi mi monto la testa. E poi finisco a fare documentari su Milano che fanno l'1,8% di share: ha vinto anche la replica della Signora in giallo».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.