2022-10-04
Mascherine Lazio, Ruberti caccia il boss della Ecotech: «Mettimi le mani addosso»
True
Alla riunione, convocata dall’allora capo di gabinetto di Zingaretti, Albino Ruberti, partecipano, oltre allo stesso Ruberti affiancato da un legale della Regione, il titolare di fatto della Ecotech Sergio Mondin e il suo avvocato Giorgio Quadri. La riunione dura poco meno di venti minuti, e come racconta l’audio di cui la Verità è entrata in possesso, presto i toni si fanno incandescenti. Ruberti accusa Mondin di «essersi lanciato in qualcosa che non sapeva fare» e allora l’imprenditore replica: «Se voi sapeste lavorare, caro dottor Ruberti, non saremmo qui e avremmo consegnato tutte le merci». Poi Ruberti, con i toni ruvidi che lo contraddistinguono, chiede a Mondin perché non abbiano versato alla Regione Lazio i soldi «dell’Emilia Romagna».
L’imprenditore risponde di aver speso molti soldi «tra dogane e avvocati , per esempio, per le cazzate che avete fatto voi». Quadri e Mondin decidono, quindi, di lasciare la riunione, ma a quel punto Mondin perde le staffe e urla a Ruberti: «Si vergogni». «Lei se ne vada, e pure lei» è la furente risposta del capo di gabinetto che dall’audio sembra accompagnare i suoi interlocutori fuori dalla stanza. E poi aggiunge: «La prossima volta che alza la voce chiamo la forza pubblica», seguito da «ma stia zitto, scemo». A quel punto la situazione sembra precipitare e si sente Mondin dire «mettimi le mani addosso», con Quadri che cerca di placarlo: «Stai fermo Sergio, statti fermo, per favore».
L’epilogo è Ruberti che si rivolge a un ignoto interlocutore al quale intima: «Falli uscire, forza. Di corsa».
Continua a leggereRiduci
Una riunione nella sede della Regione Lazio, che si è svolta a fine settembre 2021, ha probabilmente segnato la fine di ogni possibilità per l’ente guidato di Nicola Zingaretti di rientrare in possesso degli 11 milioni di acconti versati alla Ecotech di Frascati per una commessa di mascherine mai consegnate. Alla riunione, convocata dall’allora capo di gabinetto di Zingaretti, Albino Ruberti, partecipano, oltre allo stesso Ruberti affiancato da un legale della Regione, il titolare di fatto della Ecotech Sergio Mondin e il suo avvocato Giorgio Quadri. La riunione dura poco meno di venti minuti, e come racconta l’audio di cui la Verità è entrata in possesso, presto i toni si fanno incandescenti. Ruberti accusa Mondin di «essersi lanciato in qualcosa che non sapeva fare» e allora l’imprenditore replica: «Se voi sapeste lavorare, caro dottor Ruberti, non saremmo qui e avremmo consegnato tutte le merci». Poi Ruberti, con i toni ruvidi che lo contraddistinguono, chiede a Mondin perché non abbiano versato alla Regione Lazio i soldi «dell’Emilia Romagna».L’imprenditore risponde di aver speso molti soldi «tra dogane e avvocati , per esempio, per le cazzate che avete fatto voi». Quadri e Mondin decidono, quindi, di lasciare la riunione, ma a quel punto Mondin perde le staffe e urla a Ruberti: «Si vergogni». «Lei se ne vada, e pure lei» è la furente risposta del capo di gabinetto che dall’audio sembra accompagnare i suoi interlocutori fuori dalla stanza. E poi aggiunge: «La prossima volta che alza la voce chiamo la forza pubblica», seguito da «ma stia zitto, scemo». A quel punto la situazione sembra precipitare e si sente Mondin dire «mettimi le mani addosso», con Quadri che cerca di placarlo: «Stai fermo Sergio, statti fermo, per favore». L’epilogo è Ruberti che si rivolge a un ignoto interlocutore al quale intima: «Falli uscire, forza. Di corsa».
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
Continua a leggereRiduci