
Lo spauracchio delle ingerenze filorusse porta Bucarest a fare tabula rasa: dopo aver annullato le elezioni, ne arresta pure il vincitore (per la gioia di Ue e Nato). Ira Elon Musk: «Qualcosa di assurdo, è stato il più votato».C’è una democrazia fuori controllo in piena Europa. La Romania è in pieno caos dopo che ieri è stato arrestato Calin Georgescu, leader della destra nazionalista che stava andando a candidarsi per la seconda volta alla presidenza. Lo accusano di aver tramato contro l’ordine costituzionale e nelle perquisizioni a carico del suo staff sono state trovate armi e ingenti quantità di denaro in contante. Di sicuro non è stata una buona idea avere come capo scorta un ex mercenario come Horatiu Potra, ritenuto vicino alla brigata Wagner. Per la Commissione Ue e per la Nato, che non hanno mai gradito l’ascesa di Georgescu, il suo fermo scenografico è una notizia gradita. Immediata invece la solidarietà di Elon Musk, che ha protestato: «È il più votato. Assurdo».Georgescu, 62 anni, è un ex diplomatico di lungo corso con ampia esperienza alle Nazioni Unite e alla testa del Club di Roma. Non è mai stato iscritto al partito comunista e per anni è stato ritenuto un «tecnico», con una grande passione per i problemi dell’agricoltura e dell’energia. Lo scorso novembre si è candidato alla presidenza della Romania al primo turno ed è arrivato primo. L’elezione è stata annullata per presunte irregolarità nella sua campagna elettorale e da Bruxelles è stato accusato di essere filoputiniano e di aver usato su internet una serie di bot russi. Una vicenda ancora molto da chiarire, su cui anche l’Ue ha in corso una verifica. Di sicuro, Georgescu non le ha mandate a dire, dopo l’annullamento da parte della Corte Costituzionale e in un’intervista a Sky News ha puntato il dito contro «il regime corrotto» della Romania e ha parlato di «corte mafiosa della Romania». Ieri la polizia locale di Bucarest lo ha bloccato con un finto controllo stradale mentre andava a presentare i documenti per candidarsi al secondo turno di maggio. Un’azione plateale, con incriminazione per «istigazione contro l’ordine costituzionale» e «partecipazione a organizzazione estremista» nell’ambito dell’inchiesta sulle interferenze di voto. Par di capire che questo reato sarebbe stato commesso prima del primo turno, in cui prese oltre due milioni di voto, ma ci sono contestazioni anche su come ha reagito alla sentenza sfavorevole. C’è comunque un filone d’inchiesta che riguarda anche i rapporti con Mosca ed è quello che ha fatto scattare l’allerta gialla di Bruxelles, anche se Ursula von der Leyen ha sempre smentito qualunque ruolo in quelle che prima di Natale aveva definito «vicende interne» della Romania. Resta il fatto che a fermare l’ascesa di Georgescu è stato il presidente filo Ue Klaus Iohannis, quando desecretò documenti dei servizi segreti che suggerivano che centinaia di account TikTok erano stati attivati a sostegno di Georgescu poco prima del voto e che dietro a quegli account c’era Mosca. Ieri Georgescu è stato interrogato dai magistrati della capitale, mentre i leader delle opposizioni di centrodestra protestavano e i suoi sostenitori si radunavano davanti alla Procura generale per chiedere la sua liberazione. Nelle stesse ore, venivano eseguite 47 perquisizioni in varie contee, a iniziare dalle case dei collaboratori più stretti del leader arrestato. E qui sono arrivare le notizie peggiori per il futuro politico di Georgescu, perché i pm hanno fatto sapere di aver fatto bingo. Nelle perquisizioni condotte in locali appartenenti allo staff di un certo «Stefan Georgescu» la polizia ha trovato soldi e armi. In particolare, nella casa di Horatiu Potra, l’ex guardia del corpo del leader filorusso, sarebbe stato trovato un piccolo arsenale di pistole, mitragliatrici, granate, armi da lancio e molte munizioni. Le armi erano nascoste sotto una botola e in una cassaforte nascosta sotto il pavimento sono state trovate mazzette di denaro per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Se le accuse fossero confermate, sarebbero un grosso problema per Georgescu, che ha sempre detto di «non aver speso nulla» per le elezioni. Al momento gli indagati al suo fianco sono 27, ma dopo le perquisizioni il numero potrebbe salire. Online, i suoi sostenitori hanno già lanciato l’allarme e sui social compaiono appelli e denunce di questo tenore, anche in inglese: «Alcune delle restrizioni imposte a Georgescu prevedono che non possa comparire sui social media e che non possa più creare account. Lo vogliono silenziare!». Il suo staff, appena saputo dell’arresto, si è messo in contatto con quello di Elon Musk. A stretto giro di posta è arrivata anche la reazione di Mister Tesla: «Hanno appena arrestato la persona che ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni presidenziali rumene. Questo è assurdo». In realtà tanto assurdo non è perché se esiste la ragion di stato, probabilmente esiste anche la ragion di Nato e un Romania guidata da Georgescu potrebbe indebolire il delicato fronte Est con la Russia di Putin. In più, l’ex diplomatico con la passione per l’agricoltura ha sostenuto l’estrema destra di Afd alle elezioni tedesche di domenica scorsa. La questione militare resta comunque molto sentita nell’Unione, specie se davvero si faranno dei passi avanti sull’esercito comune, che potrebbe essere dislocato entro i confini europei. Un’operazione del genere ovviamente non può permettersi, se vuole avere successo, che ci siano paesi «deboli». Specie a Est.
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