Ritratti | Luigi Orlando, il re del rame

Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. Parto da questa citazione di Adriano Olivetti perché è stato forse il primo, più grande, rivoluzionario d’impresa italiano. In questo podcast abbiamo provato a disegnare i ritratti di altri uomini e donne, viventi e non, che hanno lasciato il segno sulle pagine delle storia economica di questo Paese. Alcuni esprimendo un potere di lunga durata, altri portando la direzione di un intero settore produttivo verso la modernità. Quasi tutti hanno avuto grandi maestri ma pochissimi allievi. Una generazione senza eredi, solisti spesso irripetibili. Hanno vissuto da dentro il succedersi dei principali fatti dell’industria e lo sviluppo delle tecnologie più avanzate che hanno caratterizzato la vita economica e sociale dell’Italia. Hanno gestito i successi e i grandi passi avanti compiuti ma hanno anche conosciuto le conseguenze della nostra debolezza strutturale in aree strategiche. Ritratti racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere sé stessi prima degli altri, di giocarsi la scena per un’idea, di preoccuparsi del dopo e non del prima. Imprenditori, manager, banchieri. Italiani e italiane che, impiegando capitali propri o gestendo capitali pubblici, con metodi, risultati e principi diversi, hanno costruito nei quasi 80 anni della Repubblica un sistema industriale, che pur tra alti e bassi ha collocato l’Italia tra i dieci Paesi più ricchi del mondo. Perché se l’economia è il motore della storia, l’uomo è il motore di entrambe.

Fischi o differenza d’età. A sinistra il maschio è un eterno molestatore
iStock
Per «Repubblica» non esiste distinguo: qualunque comportamento un uomo adotti basta che il femminile lo percepisca come sconveniente per farlo finire in croce.
Nessuno si sta chiedendo perché il mondo è finito nel vortice del caos
Henry Kissinger
Trump non è un incidente della Storia, così come non lo è la crisi della globalizzazione e del capitalismo I Paesi del Vecchio continente dovrebbero riscoprire il proprio passato per capire meglio il presente.
La nobile Europa ha un vizio secolare: innamorarsi di armi e conflitti
(Getty Images)
A Wall Street e nelle borse Ue volano gli indici dell’industria bellica. Un’immagine delle tensioni dell’uomo, tra vita e morte.
Solo in Lombardia sono a rischio 4,4 miliardi per pmi e investimenti
Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia (Ansa)
Fontana: «Danni per tutto il Paese». Guidesi: «No alla centralizzazione delle risorse».
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