2019-12-08
Ritorna la patrimoniale sulla casa. Come al solito pagano le famiglie
Oggi ogni nucleo può avere più prime abitazioni esenti da Imu in Comuni diversi: un emendamento però cancella questa possibilità. In arrivo tagli lineari a ministeri e sanità per racimolare altri 500 milioni.Il governo parla di una riduzione, ma è una presa in giro: il calo è solo di 4 miliardi. Il resto slitta, con un'aggravante: ci toccherà pure il mancato recupero dell'evasione.Lo speciale contiene due articoli.Togli metti, togli e metti. Il gioco delle tre carte del governo giallorosso, come le tecniche fraudolente che si praticavano nei mezzanini della metro, ha sempre il solito finale. Il banco vince, il cittadino paga. Così a favor di telecamere Pd, 5 stelle e Italia viva litigano per togliere le tasse: plastica, zucchero e altre voci di detrazioni. Poi, nel silenzio delle stanze di Palazzo Chigi, si preparano emendamenti mirati che ci faranno dimenticare presto i 500 milioni di tagli lineari in arrivo nel testo definitivo della manovra. Le modifiche delle ultime ore hanno infatti lasciato un buco di mezzo miliardo, e il Mef si prepara quasi a ribaltare nella totalità l'importo con tagli lineari sui ministeri e probabilmente anche in misura ridotta anche sul servizio sanitario nazionale. Una scelta che farà rimpiangere a molti l'aumento dell'Iva selettivo su singoli prodotti. Ma che sarà addirittura meno fastidiosa delle novità che sono in arrivo sulla casa. Tutte nascoste dentro la nuova Imu. Un emendamento della maggioranza letteralmente toglie tre parole dalla legge che regola la gestione dei pagamenti Imu alla prima casa. Fino a oggi, a due coniugi non era concesso detenere due prime case (residenze separata) nel medesimo Comune. In tal caso, solo una delle due veniva considerata prima casa. Con tutti gli annessi e connessi relativi al pagamento Imu e alle altre imposte. Dal primo gennaio i termini «nel medesimo Comune» vengono emendati. Ne segue che due coniugi non possono mai essere residenti in due prime case diverse. Nemmeno in Comuni separati. Ovviamente, il governo spiega che si tratta di una mossa anti elusione o evasione. In pratica, si vorrebbe eliminare la possibilità di attivare residenze separate fittizie. Nella realtà dei fatti si proibisce a chiunque di avere residenze separate e agevolazioni alla prima casa in contemporanea. Nemmeno a quel marito e a quella moglie che vivono e lavorano nella maggior parte dell'anno in città diverse. Non bisogna farsi ingannare nemmeno dal passaggio relativo alle case turistiche. Lo stesso emendamento cita infatti i luoghi turistici, ma essi non sono solo Forte dei Marmi. I Comuni turistici sono anche Amatrice, e più o meno il 65% dei Comuni italiani. In pratica, si tratta di una nuova patrimoniale sulla casa che finge di colpire i furbetti della residenza e finisce con l'interessare tutti e proibire in modo indistinto di avere residenze esenti all'interno del medesimo nucleo.«Constatiamo per l'ennesima volta interventi formalmente corretti, visto che sono mirati a colpire irregolarità», spiega alla Verità il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «ma nella sostanza destinati ad attingere a quello che è il patrimonio degli italiani: il mattone». Non solo. «A fianco dell'emendamento ne leggiamo un secondo che aggiunge dettagli nel computo delle variazioni catastali», conclude Spaziani Testa spiegando che si tratta di «un ulteriore modo per raccogliere gettito». Il riferimento è al nuovo calcolo delle variazioni. Dal 2020 non saranno più secondo annualità, ma secondo il mese. Se, cioè, un terreno diventerà abitabile a febbraio, il cittadino dovrà da subito pagare più Imu e non aspettare l'avvio del nuovo anno solare. La nuova Imu prevede anche aliquote maggiorate a tempo indeterminato. Nel medesimo testo della manovra, aumenta l'aliquota di base dal 7,6 all'8,6 per mille e con dubbia legittimità, si fissa definitivamente all'11,4 per mille l'aliquota massima per alcuni Comuni, rispetto al limite ordinario del 10,6. In più, si fa scomparire qualsiasi collegamento ai servizi, presente ora nella Tasi, e si aumenta la tassazione sui proprietari di immobili affittati, scaricando su di essi la quota di imposta che nella Tasi era a carico degli inquilini. Non c'è da meravigliarsi che il valore del mattone tricolore continui a sprofondare. Un crollo iniziato con l'infausta presenza al governo di Mario Monti. Il governo tecnico portò da circa 9 miliardi annui a oltre 25 il gettito annuale delle tasse sugli immobili. Da allora, a quella montagna sono stati tolti solo 4 miliardi, quelli corrispondenti alla tassazione sulle prime case (neppure tutte, come si sa). Morale: è rimasta una mega patrimoniale superiore ai 21 miliardi annui, un salasso che dal 2012 al 2019 è costato ai contribuenti circa 183 miliardi di euro di valore degli immobili. A pagare sono tutti, proprio tutti. Perché nell'emendamento spuntato ieri sera alla manovra si usa il termine coniugi. La nuova legge equipara marito e moglie di sesso diverso a persone dello stesso sesso unite in matrimonio sotto il cappello delle unioni civili. Tutti si chiamano coniugi, e tutti avranno i nuovi obblighi sulla prima casa. È la dimostrazione che chi si affida alla sinistra per portare a casa diritti Lgbt finirà per essere anche un contribuente uguale a tutti gli altri: tassato e bastonato dal fisco.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ritorna-la-patrimoniale-sulla-casa-come-al-solito-pagano-le-famiglie-2641544118.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="niente-sforbiciata-alle-tasse-e-per-il-2021-e-gia-pronta-una-stangata-da-30-miliardi" data-post-id="2641544118" data-published-at="1758062635" data-use-pagination="False"> Niente sforbiciata alle tasse. E per il 2021 è già pronta una stangata da 30 miliardi Il senso delle tasse del governo giallorosso si riassume con le parole del viceministro all'Economia, Antonio Misiani. «Con la collaborazione di tutta la maggioranza il governo ha completato la messa a punto della manovra, così come concordato nei giorni scorsi, confermando l'impianto iniziale e mettendo a punto alcuni interventi di minore portata come le imposte sulla plastica monouso e lo zucchero aggiunto nelle bevande (sugar tax). I risultati complessivi della manovra sono straordinariamente importanti: le misure di riduzione della pressione fiscale superano i 27 miliardi, tra cancellazione della Salvini tax (l'aumento Iva, che sarebbe costato oltre 500 euro a famiglia), taglio delle tasse ai lavoratori (3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi a regime), conferma dei bonus per l'edilizia e rafforzamento degli incentivi per gli investimenti delle imprese». Abbiamo riportato per intero la nota del piddino, politico dalemiano e a tratti più influente del numero uno del Mef, Roberto Gualtieri. L'abbiamo citata qui perché è la sintesi perfetta della storpiatura della realtà fiscale di questo Paese, e della presa in giro a scapito dei cittadini. Per il Pd, tagliare le tasse è un concetto peculiare. Per il resto del mondo «tagliare» si pronuncia come si scrive: fino a ieri pagavo 100, da domani pagherò di meno. Per la maggioranza giallorossa significa che ieri pagavi 100, oggi non paghi nulla perché sposto il conto a domani. Da domani pagherai 127. Ma siccome a un certo punto della trattativa ti è stato detto che il conto sarebbe stato 130, alla fine c'è stato un taglio delle tasse. I 27 miliardi citati da Misiani sono un miscuglio di voci totalmente disomogenee. Lì dentro ci sono le clausole di salvaguardia che per il 2020 valevano 23 miliardi, una cifra che è stata coperta con 14 miliardi di maggiore deficit (che si tradurrà in debito per le generazioni future), circa 3,5 miliardi di lotta all'evasione fiscale, tagli lineari ai ministeri per circa 2 miliardi e maggiori tasse (quasi tutte micro imposte) per circa 3,5 miliardi. Per arrivare alla falsa promessa di Misiani mancano 4 miliardi. Questi sì sono tagli di tasse. Tre sono dedicati al taglio del cuneo fiscale e il miliardo rimanente è suddiviso in incentivi all'edilizia e alle imprese. Capite che su 27 miliardi solo 4 sono tagli di tasse, il resto sono nuove imposte o clausole di salvaguardia sul futuro. Il saldo è comunque negativo per 23 miliardi di euro. Con la peculiarità che qui scatta il trucco giallorosso. Il maxi importo sotto altro nome viene semplicemente slittato di un anno. E il conto è presto fatto. Nel testo della manovra a pagina 161 già oggi si legge che nel 2021 ci saranno maggiori tasse per 26 miliardi di euro di cui 18 vanno sotto la voce di clausole di salvaguardia per l'aumento dell'Iva. Gli altri 8 miliardi sono coperture inserite nel Nadef per mettere in sicurezza i conti del 2020 e garantire il disinnesco totale delle clausole di salvaguardia sull'Iva ereditate dai governi precedenti (i famosi 23 miliardi). Il calcolo dei 26 miliardi è però da aggiornare. Le tensioni e le urla dentro la maggioranza hanno portato a un ridimensionamento delle imposte sul 2020. Parte di queste voci sarà messa a budget con tagli lineari (circa 500 milioni) e parte (più o meno 1 miliardo) slitta al 2021. In tutto saranno 7 miliardi legati alle imposte correlate all'ambiente. In sostanza saranno tagli alle agevolazioni e alle detrazioni. In questo modo già nel momento in cui scriviamo l'importo sul 2021 sale a 27 miliardi (comprendendo i 18 miliardi di clausole salvaguardia Iva). Infine c'è la scure dell'evasione fiscale. Sappiamo tutti e lo sa il premier Giuseppe Conte che nessun governo sarà mai in grado di portare a casa dal contrasto all'evasione una tale somma. Ecco perché la furbizia al governo ha già previsto il fondo salva tasse munito di circa 3 miliardi di euro. Che cosa è? Ne abbiamo già parlato sulla Verità. In pratica, si alza il prelievo per rimpinguare una riserva chiamata appunto «taglia tasse» (che però intanto le aumenta) e che, siccome deve realizzare gli obiettivi della manovra, domani potrà essere usata a copertura di interventi già programmati (e cioè smentendo il suo nome): niente male. Per nascondere 3 miliardi di tasse in più. Perché è quello che sicuramente avverrà nel 2021. Chi sarà al governo in quella data dovrà ammettere che il contrasto all'evasione non ha portato i risultati millantati e dunque il fondo salva tasse dovrà essere usato per tappare quel buco. Nessuna altra alternativa concessa, visti gli impegni presi con l'Ue. L'ennesima fregatura che porterà il conto delle nuove imposte nel 2021 alla cifra stratosferica di 30 miliardi di euro.