2022-05-26
Rissa grillina sul premier al laccio di Biden
Claudio Cominardi, tesoriere M5s, posta una foto di Supermario al guinzaglio. L’ala governista pentastellata, capeggiata da Luigi Di Maio, insorge. Giuseppe Conte minimizza: «Non parlo di graffiti». Dino Giarrusso molla i 5 stelle per fondare un nuovo movimento. E finisce a insulti.È piovuto su Montecitorio, ieri in tarda mattinata, proprio quando Giuseppe Conte ha fatto il proprio ingresso alla Camera per partecipare a un’iniziativa sulle energie rinnovabili. E piove sul bagnato dentro M5s, dove quello che è successo nelle ultime 24 ore testimonia che il fondo per l’ex-premier non è stato toccato con la débâcle sulla commissione Esteri del Senato (perduta a beneficio di Forza Italia) ma che si può ancora scavare.Che ieri fosse l’ennesima giornata nefasta per la comunità pentastellata lo si era capito di buon mattino, quando una foto postata su Instagram dal tesoriere del Movimento Claudio Cominardi (e in quanto tale vicino allo stesso Conte) ha fatto sobbalzare sulla sedia la gran parte dei parlamentari e dei leader politici, tanto da far pensare che si trattasse di un fake o di un attacco di qualche hacker. Si trattava infatti della foto di un murale, raffigurante il premier Mario Draghi nei panni della Lupa Capitolina, tenuto al guinzaglio del presidente Usa Joe Biden e con la scritta «liquid gas» sulle mammelle da cui si nutrono Romolo e Remo. Un post crudo, con un sottotesto politico degno di un no-global o in generale dei gruppi antagonisti, che ha suscitato immediate reazioni e che è stato immediatamente utilizzato da chi sta facendo la fronda a Conte dentro M5s. Le parole che hanno fatto più rumore, ovviamente, sono state quelle del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che si è inserito velocemente nella querelle per attaccare il presidente pentastellato: «Quella immagine», ha dichiarato, «è inaccettabile, ne prendo totalmente le distanze. Noi come forza politica sosteniamo questo governo, come forza politica sosteniamo il presidente del Consiglio. Quello non è diritto di critica, è sostanzialmente una cosa da cui bisogna prendere le distanze». Poi, l’affondo su Conte, quando ha dichiarato: «Spero che il Movimento ne prenda le distanze il prima possibile». Ma in realtà la reazione di quest’ultimo, incalzato dai cronisti, non deve aver soddisfatto il responsabile della Farnesina, visto che si è trattato di una reazione piuttosto blanda, tesa a derubricare l’azione di Cominardi a peccato veniale: «Adesso», ha detto Conte, «non mi fate parlare di una foto postata. Mi hanno detto che si tratta di graffiti, non diamo importanza». Il tutto, mentre numerosi parlamentari insistevano presso Conte per far rimuovere il post incriminato, tanto da far sbottare il presidente della commissione per le Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli, che di fronte alle minimizzazione del presidente è partito a testa bassa: «Che quello postato dal tesoriere M5s è un murale», ha detto «lo vedo anch’io. L’arte è da sempre un potente mezzo di comunicazione che, però, va usato a proposito, soprattutto dalla prima forza politica di questo Paese. E non derubricherei l’episodio, come ha fatto il presidente Giuseppe Conte, definendolo “senza importanza”». E non è senza importanza Dino Giarrusso, eurodeputato, ex «iena» e recordman di preferenze, che ha deciso di lasciare M5s in polemica col presidente, senza lesinare polemiche per come quest’ultimo sta gestendo il Movimento. Annunciando il suo addio, Giarrusso ha fatto allusione alla «gioia di tanti che nel Movimento mi hanno sempre combattuto», e poi ha fatto sapere di voler formare una nuova forza politica con dentro «non solo con i fuoriusciti dal M5s ma anche tutti quelli che sono scontenti, soprattutto al Sud». Per Giarrusso «M5s è uscito dai valori che lo hanno fatto grande: Conte ha fatto una struttura, ma nessuno di questi organi sono stati votati: sono stati tutti nominati da lui. Oggi molti ci dicono che li abbiamo delusi e questo perché vogliono fare i politici di professione». A differenza che per Cominardi, in questo caso la reazione di Conte è stata durissima e ha innescato un caustico botta e risposta a distanza: «Giarrusso sia coerente», ha detto l’ex-premier, «chi lascia il Movimento deve lasciare anche l’incarico. Lui è europarlamentare, ha dei colleghi che si battono per le nostre battaglie. Sia conseguente». Poi ha rincarato la dose, quando ha detto di averlo incontrato tante volte («anche di domenica») aggiungendo che «ha sempre chiesto poltrone, posizioni, vicepresidente, delegati territoriali e via discorrendo». «Non ho mai avvertito», ha osservato Conte, «che ci fosse un dissenso politico, vengo a sapere oggi per la prima volta che la ragione del dissenso sarebbe il fatto che non è favorevole al sostegno al governo Draghi...». La polemica ha poi rischiato di degenerare, quando l’europarlamentare ha definito le dichiarazioni di Conte «imbarazzanti, vergognose e diffamatorie perché totalmente false. L’unica cosa che ho suggerito a Conte», ha aggiunto Giarrusso, «era di far votare gli iscritti sui nomi del nuovo organigramma del partito ma ha preferito nominarli per circondarsi di “yes man”. Io», ha concluso, «sono orgoglioso di non esserlo».