Non usare un bene che ci piacerebbe utilizzare e quindi accettare un benessere inferiore è un controsenso. La maggiore efficienza di una risorsa ne comporta un impiego più rilevante. E non c’è proprio nulla di male.
Non usare un bene che ci piacerebbe utilizzare e quindi accettare un benessere inferiore è un controsenso. La maggiore efficienza di una risorsa ne comporta un impiego più rilevante. E non c’è proprio nulla di male.La gretinata numero 4 è questa: «promuovere il risparmio energetico e l’efficienza energetica», due cose gretine in cinque sostantivi. Ove, però una cosa intelligente, o comunque banale c’è, cosicché, per somma algebrica, contiamo la frase come una sola gretinata. Le due cose gretine sono 1) la promozione del risparmio energetico, e 2) non rendersi conto che l’efficienza (che è la cosa intelligente) è in conflitto col risparmio. Ma andiamo con ordine.L’energia è una grandezza fisica complicata. Ha a che fare, pensate un po’, con l’uniformità del tempo. La sua caratteristica è che è una quantità costante: se vi sembra che energia sia stata consumata da qualche parte, state certi che si è nascosta da un’altra parte. Quindi, tecnicamente, «risparmiare energia» è una gretinata a prescindere. Per gli scopi dell’umanità ciò che serve è la nostra capacità di trasformarla da una forma all’altra, ove la forma trasformata è quella che ci serve. Per esempio, in calore se vogliamo scaldarci, o in energia meccanica se vogliamo muoverci o sollevare un peso, o in energia elettrica se vogliamo far funzionare una lampadina per illuminarci. Allora, quando diciamo di voler risparmiare energia ciò che realmente intenderemmo è voler risparmiare o quella fonte dalla quale preleviamo l’energia che poi le nostre capacità tecnologiche sono in grado di trasformare come ci aggrada, oppure semplicemente di voler risparmiare denaro perché il processo di trasformazione non è gratis.Ma anche con questa accezione «risparmiare energia» è una gretinata, perché è una cosa dannosa. Intendiamoci subito sulla parola «risparmio». Una parola che non va confusa con l’opposto dello spreco. Sprecare un bene significa consumarlo senza alcuna ragione, e sprecare è una cosa cretina, non gretina. Risparmiare un bene, invece, significa non usarlo quando invece ci piacerebbe tanto. Cioè, in ultima analisi, significa accettare un benessere inferiore. Nel caso dell’energia, la cosa è quanto mai dannosa perché è usando energia che facciamo qualunque altra cosa. Ma proprio qualunque. Anche solo vivere. Insomma, risparmiare energia significa, in ultima analisi, accettare di (o essere costretti a) essere più poveri. Risparmiare energia è, di per sé, un danno da vivere con rassegnazione e non una virtù di cui andar fieri.Le Gretine ribatteranno che quel che veramente intendono dire è esortare a risparmiare la fonte (per esempio, il petrolio). Non andando a scuola, non sanno usare le parole. Qualcuna però fa proprio confusione uscendosene con la seguente sesquipedale gretinata: «la prima fonte d’energia è il risparmio». Già, come la prima fonte di nutrimento è la fame. Ora, chiediamo alle Gretine perché mai dovremmo risparmiare, per esempio, benzina. Cioè perché mai, volessi andare da Trieste a Gorizia farei bene ad andarci a piedi anziché in automobile: perché di questo si tratta - rammentate? - non usare un bene quando ci piacerebbe usarlo. Le Gretine dicono che, essendo il petrolio un bene finito, continuando a usarlo come facciamo, finirebbe in 100 anni, mentre invece dobbiamo lasciarlo anche alle generazioni future: Fridays-for-Future! Senonché, se risparmiamo il 20% del petrolio che altrimenti ci piacerebbe tanto usare (e il 20% è un enorme risparmio), il petrolio finirebbe fra 120 anni anziché fra 100, con buona pace delle generazioni future. La lezione è: non ha alcun senso risparmiare un bene finito.Naturalmente, non ha senso risparmiare un bene infinito. Per esempio, se le lampadine di casa vostra fossero alimentate grazie a pannelli fotovoltaici montati sul tetto, potreste lasciarle tutte sempre accese finché il sole brilla, no? Naturalmente voi vorreste alimentare le lampadine soprattutto alla sera, ma questa è un’altra storia.Allora, se non quello finito né quello infinito, qual è il bene che ha senso risparmiare? È, questo, il bene che, pur virtualmente infinito, è disponibile in modo razionato. Per esempio, io risparmio sulla mia pensione per arrivare alla fine del mese, certo che il mese successivo ve ne sarà un’altra (bene virtualmente infinito ma razionato). Fosse quella di questo mese l’ultima pensione (bene finito), risparmiarla mi consentirebbe di morire di fame il 3 gennaio anziché il 31 dicembre. Lo stesso con l’energia. Quale fonte va risparmiata? Per esempio, l’acqua dei bacini idroelettrici, per dare il tempo che si riempiano; e la legna da ardere degli alberi, per dare il tempo ricrescano. Dare il tempo a chi? Ma al Sole! Perché è l’energia dal Sole che, pur infinita, quando immagazzinata - e resa disponibile in modo razionato - in un bacino idroelettrico o nella biomassa, allora va risparmiata. Quindi l’unica energia che ha senso risparmiare è quella dal Sole. Cosicché, finché ci limitiamo ad usare l’energia dal Sole, rimarremo poveri d’energia. Cioè poveri. E questa è la ragione per cui la condizione di dover risparmiare energia è dannosa: coinciderebbe con la nostra condizione di ineluttabile povertà.Le Gretine che non si danno per vinte cambiano ancora versione dei loro intendimenti e ribattono che con risparmio energetico intendono risparmio di denaro. Giusto! Ma allora devono spiegare perché, per garantirsi la produzione di gigawatt elettrico vaneggiano di volerlo fare spendendo 30 miliardi in impianti fotovoltaici anziché 3 miliardi in un impianto nucleare.E veniamo all’efficienza energetica. Questa è un’ottima cosa: per essere appetibile, un bene deve essere disponibile con efficienza. Ma una maggiore efficienza nella disponibilità di un bene comporta un maggiore uso dello stesso. Se le automobili avessero la stessa efficienza di quelle di 100 anni fa, ce ne sarebbero pochissime al mondo. Da quando abbiamo un sistema efficientissimo di posta (la email) tutti noi oggi riceviamo e spediamo molte più lettere di una volta. Lo stesso con l’energia: non appena abbiamo imparato a produrre efficienti frigoriferi, vi abbiamo messo accanto il congelatore. Alla fine, maggiore efficienza energetica (che un’ottima cosa) significa maggiori consumi d’energia (che non è nulla di male). Le Gretine, però, non comprendono la loro contraddizione: maggiore efficienza energetica significa, inevitabilmente, meno risparmio d’energia. Capisco che la cosa, pur logica, suoni paradossale. Non a caso gli economisti la chiamano paradosso di Jevons. Ma le Gretine, non studiano l’aritmetica, figurarsi la logica e, men che meno, l’economia.
Maria Sole Ronzoni
Il ceo di Tosca Blu Maria Sole Ronzoni racconta la genesi del marchio (familiare) di borse e calzature che punta a conquistare i mercati esteri: «Fu un’idea di papà per celebrare l’avvento di mia sorella. E-commerce necessario, ma i negozi esprimono la nostra identità».
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Il testamento: cedete ad uno tra Lvmh, EssilorLuxottica e L’Oreal. Al compagno Leo Dell’Orco il 40% dei diritti di voto.
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Filosa: sorpasso di Leapmotor. Poi smentita e controsmentita. Il duello continuerà.