Picco anomalo: giovedì e venerdì sono arrivati 100 migranti fra Puglia, Sicilia e Calabria, altri sono stati intercettati e riportati in Africa. La Open arms, la Ocean viking e la Aita mari hanno 367 persone a bordo.
L'assalto alle coste italiane conta già oltre 100 arrivi nelle ultime 48 ore. Ma, stando all'allarme lanciato solo qualche giorno fa dalla commissione dell'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, dalla Libia erano partiti in 600, con dieci gommoni dei soliti trafficanti di esseri umani. Alcuni barchini sono stati intercettati e riportati indietro dalla guardia costiera libica.
Nel Mediterraneo ci sono anche tre navi che, con 367 immigrati tirati a bordo solo negli ultimi due giorni, hanno rifiutato di attraccare in Libia e sono in cerca di porti sicuri: 215 sulla Ocean viking, la nave gestita da Sos Mediterranée e Medici senza frontiere (due immigrati, una donna in stato avanzato di gravidanza e un uomo con ferite da arma da fuoco, sono stati portati a Malta in elicottero); 73 sulla Open arms e 79 sulla Aita mari, delle omonime Ong spagnole. Non è difficile immaginare che tutte e tre le navi puntino verso le coste italiane.L'ultimo, ennesimo, allarme è stato poi raccolto da Alarm phone e riguarda una imbarcazione che, con una settantina di immigrati a bordo, ha lanciato il segnale di sos a poche miglia da Malta. E, per questo motivo, la scorsa notte gli immigrati sono approdati sull'isola.Ma quello dirottato su Malta non è stato l'unico annuncio di Alarm phone: in giro nel Mediterraneo potrebbe esserci anche un barcone con a bordo altri 90 immigrati, del quale, però, al momento si sono perse le tracce. Potrebbe comunque trattarsi di una delle imbarcazioni recuperate dalla Guardia costiera libica.
Con il riaccendersi del conflitto in Libia, dove è in corso un'offensiva militare di Khalifa Haftar per la conquista di Tripoli, l'assalto alle coste italiane sembra non essere più contenibile. A pattugliare il Mediterraneo c'è anche la Sea watch, nave tedesca con a bordo l'ennesimo salvatore di profughi in cerca di visibilità: Cristian Totti, un italo tedesco che ha un'azienda di materiali meccanici a Wüppertal, in Vestfalia, e che nel tempo libero fa volontariato sulla Sea watch. Ieri le agenzie di stampa gli hanno dedicato un'ampia cronaca perché vorrebbe incontrare l'ex capitano giallorosso Francesco Totti per consegnargli una maglietta «di chi è in mare con noi».
E proprio nel giorno in cui il governo giallorosso ha pubblicato sul sito istituzionale il cruscotto statistico con l'aggiornamento dei dati sull'immigrazione, nel tentativo di far passare gli ultimi mesi come quelli con il minor numero di sbarchi negli ultimi anni, più di 100 immigrati hanno messo piede in Italia tra giovedì e venerdì, dopo essere stati intercettati dalle navi della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Di questi, 33 sono stati soccorsi nelle acque calabresi (tutti di etnia curdo irachena e curdo iraniana): i finanzieri della sezione operativa di Crotone del reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia della Guardia di finanza al largo di Capo Cimiti hanno recuperato la barca a vela, battente bandiera Usa e registrata al compartimento del Delaware, con a bordo 31 migranti e due uomini russi sospettati di essere gli scafisti. L'imbarcazione è stata fatta attraccare nel porto di Crotone: dalle prime informazioni raccolte dagli investigatori, gli scafisti avrebbero caricato gli immigranti a Bodrum, in Turchia, e dopo aver navigato per sei giorni, con gli irregolari stipati sottocoperta, avrebbero cercato di raggiungere indisturbati la costa jonica calabrese di notte. Ora gli immigrati sono nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto.
Altri 45 immigrati di nazionalità curdo irachena, curdo iraniana e uzbeka, tra i quali anche alcune donne e 12 minori, di cui uno non accompagnato, invece, sono sbarcati venerdì mattina a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce. Il terzo barcone è arrivato a Lampedusa: 37 immigrati in tutto (molto probabilmente provenienti dal Bangladesh), tra cui tre donne, sono approdati nella notte di venerdì a Cala palme. Fermati dalla Guardia di finanza e dai carabinieri, sono stati accompagnati nell'hot spot dell'isola. Dopo poche ore ne sono arrivati altri 14, tutti tunisini, giunti direttamente nel porto di Lampedusa a bordo di una piccola imbarcazione.
E, a quanto sembra, è solo l'inizio. Stando alle comunicazioni dell'Oim, «questo apparente picco nelle partenze dalla Libia arriva in un momento in cui la capitale, Tripoli, e le aree circostanti stanno assistendo ad alcuni dei bombardamenti più pesanti da quando il conflitto è scoppiato ad aprile». Federico Soda, capo missione dell'Oim a Tripoli, si ritiene «profondamente preoccupato per la sicurezza dei migranti che sono vulnerabili agli scontri, al traffico e agli abusi mentre le condizioni di sicurezza si deteriorano ulteriormente. La Libia non è un porto sicuro; c'è bisogno di un meccanismo certo di sbarco per le persone che fuggono dalla violenza e dagli abusi». Almeno sei cadaveri sono stati trovati ieri mattina ad Al Khums, circa 120 chilometri a Est di Tripoli. Si ritiene che anche loro fossero in partenza.