2025-06-16
Rinviata l’assemblea di Mediobanca: altro che match, Nagel ruba il pallone
Cda straordinario fa slittare l’assise su Banca Generali di oltre 3 mesi. In attesa di cosa?Dopo aver inondato i quotidiani con una campagna stampa pro assemblea e numerose telefonate di Alberto Nagel ai soci votanti, un cda straordinario di Mediobanca si è riunito ieri e ha rinviato l’assemblea che oggi avrebbe dovuto votare per l’Ops su Banca Generali. Una figuraccia, visto che sa tanto di una mossa mirata a buttare il pallone in tribuna. La nuova data sarà, infatti, il 25 settembre. Un’era geologica, dal momento che il risiko in atto ha tempi velocissimi. Con una nota diffusa ieri, Piazzetta Cuccia si dice sicura di aver il polso della situazione e ritiene di aver un supporto ampio e poi aggiunge che «Alcuni titolari di un investimento sia in Mediobanca sia in Generali hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento del Leone rispetto alla proposta di Mediobanca al fine di potersi esprimere nell’assemblea stessa, anche considerando che l’adesione di Generali è essenziale per il perfezionamento dell’operazione». Strano. Quando il gruppo Caltagirone lo scorso 3 giugno aveva sollevato i dubbi per scarsa trasparenza chiedendo il rinvio dell’assemblea la risposta fu secca. Richiesta irricevibile perché prima si fa l’assemblea e poi si trattano i dettagli. Non solo, Mediobanca tacciò Caltagirone di conflitto di interessi. Adesso la frittata è rigirata e viene da chiedersi dove stia il conflitto di interessi. Innanzitutto c’è un tema numerico. La partecipazione oggi non avrebbe superato l’81% e il blocco dei no e degli astenuti avrebbe probabilmente raggiunto il 43/44%, lasciando i sostenitori dell’operazione intorno al 36/37. Infatti, Delfin, le casse, Crt, Unicredit si sarebbero astenuti. Anche Intesa che ha lo 0,7% e pure Pimco e Benetton. Il rischio di sconfitta elevato forse ha imposto la marcia indietro. Magari per evitare la debacle e le conseguenti dimissioni del cda, compreso quelle del management. Infatti ieri il voto per il rinvio, a parte (secondo indiscrezioni) il no di Sabrina Pucci e l’astensione di Sandro Panizza, è avvenuto in blocco. Resta da capire perché far slittare tutto al 25 settembre. Nel frattempo che può accadere? O si tratta di prendere tempo, visto che l’elemento di novità (la comunicazione di Generali dello scorso 12 agosto) non è poi una novità vera e propria. Oppure non vorremmo che dalla parti di Piazzetta Cuccia qualcuno si aspetti che la Procura di Milano finisca con il rallentare o interferire sulla scalata avviata da Mps sulla stessa Mediobanca. Certo, saremmo di fronte a uno scontro senza precedenti con il governo, tanto più che si tratta di una operazione miliardaria. E dovrebbe basarsi su elementi solidi che al momento non sembrano certo essere sul tavolo. Va detto che senza scalata verrebbe meno la regola della passivity rule e quindi l’ok all’Ops su Banca Generali passerebbe dal semplice cda e non più dall’assemblea. Siamo in terreno incognito e ai limiti della fanta finanza, oltre che di fronte al venire meno delle regole basilari del mercato. Inoltre, appare molto difficile che chi oggi avrebbe votato no o si sarebbe astenuto su Banca Generali il 25 settembre cambi idea. Più probabile che il fronte diventi più ampio. Infine, scenario opposto e verosimile, da qui al 25 settembre l’Ops di Mps su Piazzetta Cuccia va avanti a tutta velocità e allora a quel punto l’appuntamento assembleare fissato poco prima dell’avvia dell’operazione su Banca Generali non si renderebbe nemmeno più necessario.