2022-12-09
I rigori tradiscono il Brasile, non l'Albiceleste. La prima semifinale di Qatar 2022 è Argentina-Croazia
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La rimonta da 0-2 a 2-2 non basta all'Olanda: i tiri dagli undici metri spediscono Messi e compagni in semifinale, dove martedì 13 si giocheranno la finalissima contro la nazionale a scacchi che nel pomeriggio ha messo fine ai sogni di gloria della Seleçao.I calci di rigore, ancor di più a un mondiale, sono da sempre sinonimo di emozioni e sorprese. Succede anche a Qatar 2022, dove dopo la Spagna, che ne ha fatto le spese ai quarti di finale contro la rivelazione Marocco, i tiri del dischetto mietono un'altra vittima eccellente, quella che alla vigilia era considerata dai bookmackers la favorita numero uno alla conquista del titolo iridato: il Brasile. La Seleçao, che da quando ha vinto il suo quinto e finora ultimo mondiale nel 2002 in Corea e Giappone è sempre stata eliminata da una nazionale europea, si è complicata la vita quasi da sola in una partita per nulla semplice contro la Croazia, bloccata sullo 0-0 per tutti e 90 i minuti, ma poi sbloccata da una bellissima azione corale finalizzata da una magia di Neymar all'ultimo minuto del primo tempo supplementare. I croati, però, hanno avuto il merito di non darsi per vinti e crederci fino alla fine. Il ct Zlatko Dalic, per rimontare un Brasile farcito di giocatori che da anni giocano nelle migliori squadre del mondo, dal Liverpool al Manchester United, dal Paris Saint-Germain al Real Madrid e al Barcellona, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto mandando in campo tre ragazzi che fino a qualche anno fa calcavano i campi della nostra Serie A con squadre di media-bassa classifica, o addirittura della Serie B e perfino C. I vicecampioni del mondo sono riusciti a riagguantare il pareggio che ha poi allungato la sfida contro il Brasile ai rigori schierando in attacco Ante Budimir, oggi in Spagna all'Osasuna e al Crotone dal 2015 al 2019 (con in mezzo una breve parentesi alla Sampdoria), Mislav Orsic, dal 2018 alla Dinamo Zagabria e con un passato allo Spezia in nella stagione 2013/2014 con 9 presenze in Serie B, e soprattutto l'autore del gol al 117', Bruno Petkovic, anche lui dal 2018 alla Dinamo Zagabria dopo un lungo girovagare nel nostro Paese che dal 2012 lo ha visto indossare nell'ordine le maglie di Catania, Varese, Reggiana, Virtus Entella, Trapani, Bologna e Verona. Una di quelle favole che soltanto una competizione magica come la coppa del mondo, seppur con tutti i suoi difetti e lati oscuri, può far emergere. A maggior ragione se in questi giorni, la maggior parte degli esperti, o così definiti, hanno dato per spacciata la Croazia «fortissima a centrocampo», seppur con un «Modric ormai in fase calante» e «senza un centravanti in grado di finalizzare la mole di gioco costruita». Detto, fatto. Il pallone d'oro 2018 tira fuori una prestazione maiuscola. Da vero leader convince i suoi compagni che negli ultimi 15 minuti del secondo tempo supplementare è possibile trovare il gol del pareggio. Ed è dal suo piede che parte l'azione che a meno di tre giri d'orologio dal fischio finale - mentre i tifosi verdeoro già festeggiavano - vede protagonisti Orsic e Petkovic: il primo con l'assist, il secondo con la zampata che beffa Alisson. Una storia troppo bella per essere rovinata ai rigori, dove i croati non sbagliano un colpo con Vlasic, Majer, Modric e Orsic. Il resto lo fanno Livakovic, già eroe agli ottavi parando tre rigori al Giappone e decisivo sul primo penalty del Brasile calciato da Rodrygo, e la fortuna che fa andare a sbattere sul palo il tiro di Marquinhos. Per il Brasile un'altra delusione dopo l'eliminazione patita dal Belgio ai quarti di Russia 2018 e la debacle casalinga del 2014 nella semifinale persa 7-1 contro la Germania. La Croazia, dopo il secondo posto di quattro anni fa, sogna la seconda finale consecutiva.Calci di rigore che stavano per costare caro anche a un'altra big di questa coppa del mondo: l'Argentina. Anche l'Albiceleste, come il Brasile, ha rischiato di vanificare tutto consentendo all'Olanda di rimontare una partita che a meno di 10 minuti dalla fine sembrava ormai chiusa. Ma nel calcio di chiuso non c'è mai nulla fin quando l'arbitro non ha fischiato tre volte. I gol di Molina e Messi, su rigore, avevano indirizzato la semifinale sulla strada di Buenos Aires. Anche l'Olanda però, così come la Croazia, non si è arresa ed gettando il cuore oltre l'ostacolo ha compiuto un'incredibile rimonta nei minuti finali, all'83' e all'11' minuto di recupero, con la doppietta di Weghorst, gettato nella mischia da van Gaal nell'ultimo quarto d'ora. Raggiunto l'insperato pareggio i Tulipani hanno resistito alle folate argentine nel corso dei tempi supplementari con un'occasionissima per Lautaro Martinez e un palo colpito da Enzo Fernandez. Dagli undici metri si dimostrano più freddi i sudamericani che vanno a segno con Messi, Paredes, Montiel e Lautaro. Per l'Olanda decisivi gli errori di van Dijk e Berghuis, ipnotizzati da Emiliano Martinez. L'altro Martinez, l'attaccante dell'Inter alla sua prima gioia in questo mondiale, ha avuto invece l'onere e l'onore di calciare e segnare il tiro decisivo, dopo l'errore di Enzo Fernandez, che spedisce l'Argentina dritta dritta al Lusail Iconic Stadium, dove martedì 13 alle 20 si giocherà la finalissima proprio contro la Croazia.Domani, in campo gli altri due quarti per scoprire chi andrà a giocarsi la finale dall'altra parte del tabellone. Alle 16 tocca al Portogallo il difficile compito di spegnere gli entusiasmi del Marocco, che dal canto suo vorrà diventare la prima nazionale del continente africano ad accedere a una semifinale del mondiale. Alle 20 quella che ha tutte le caratteristiche per essere una finale anticipata tra la Francia di Mbappé e l'Inghilterra di Harry Kane.
(Guardia di Finanza)
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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