Johannes Hahn, eurocommissario al Bilancio, annuncia che a settembre potrebbero arrivare proposte per finanziare i fondi del Recovery. Dopo Ets e Carbon tax, altri strumenti «per guidare il comportamento dei consumatori».
Johannes Hahn, eurocommissario al Bilancio, annuncia che a settembre potrebbero arrivare proposte per finanziare i fondi del Recovery. Dopo Ets e Carbon tax, altri strumenti «per guidare il comportamento dei consumatori».Diceva Ronald Reagan sul mindset statalista: «Se qualcosa si muove, tassalo; se si muove ancora, regolamentalo; se non si muove più, sussidialo». La battuta sembra essere diventata purtroppo anche il mantra della politica europea. L’ultimo esempio? Prendiamo l’intervista pubblicata ieri da alcuni media europei - tra cui La Stampa - al Commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn. Che la prende larga, dichiarandosi «ben consapevole del fatto che, attraverso l’emissione di debito comune, Paesi come l’Italia beneficerebbero di prestiti a condizioni migliori rispetto a quelle offerte dai mercati, ma si tratta di un qualcosa che non possiamo fornire all’infinito. Ci sono dei limiti». Hahn, viene ricordato, sta gestendo in prima persona il maxipiano di emissioni di bond della Commissione europea per finanziare i progetti del Next generation Eu e a luglio avvierà la revisione del bilancio pluriennale della Ue per provare a dare più risorse a quei capitoli di spesa che ora sono considerati prioritari. «Ma non possiamo superare il tetto massimo previsto, dunque non possiamo emettere nuovo debito», aggiunge il commissario, di nazionalità austriaca. Che è già a caccia di nuove entrate per finanziare i fondi del Recovery. Ed ecco la soluzione che evoca la battuta reaganiana: a settembre potrebbero arrivare proposte per «un prelievo sugli sprechi alimentari oppure sui rifiuti elettrici». Sono già state presentate le proposte relative all’Ets (lo scambio delle quote di emissioni) e al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (la cosiddetta Carbon tax), entrambi i dossier sono in fase avanzata. Ma non bastano. Quindi «a settembre faremo una proposta che includerà l’imposta sulle società e ci sarà anche qualcosa per guidare il comportamento dei consumatori. Tra le idee c’è quella di introdurre un prelievo sugli sprechi alimentari oppure sui rifiuti elettrici. Si tratta di questioni che hanno un grande impatto ambientale», dice Hahn. Di nuove tasse dall’Europa non ne sentivamo, certamente, il bisogno. Resta inoltre da capire quale sarebbe la base imponibile di una imposta sugli sprechi alimentari: verrà fatto un monitoraggio sugli scarti che finiscono nelle pattumiere degli europei? Verrà modifica la data di scadenza dei prodotti? Non vorremmo dare idee. Ma il problema riguarda anche i rifiuti elettrici. E qui il tema si fa più complesso. Anche perché da una parte si collega al problema della carenza di componenti elettroniche o di metalli (nel nostro smartphone ne sono utilizzati fino a 50 tipi diversi, tra cui alcuni molti rari) e dall’altra va ad incidere sul lavoro che stanno facendo i singoli Stati come l’Italia. Da un recente studio di The european house -Ambrosetti, è emerso che la porzione di produzione industriale italiana che dipende direttamente da fornitori esteri di materie prime critiche vale più o meno 564 miliardi di euro. A Roma è stato attivato di recente il Tavolo nazionale per le materie critiche, promosso dal ministero delle Imprese e del made in Italy e dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, con tutti gli attori pubblici e privati. L’obiettivo è recuperare attraverso l’economia circolare il maggiore volume possibile di questi metalli dai nostri rifiuti, soprattutto quelli elettronici ed elettrici. Il governo ha fatto sapere che potenzierà la raccolta, li trattamento, il riciclo e il riuso dei rifiuti, in ottica di recupero delle «materie prime critiche» che sono indispensabili per settori come l’industria aerospaziale, quella ad alta intensità energetica, l’elettronica, l’automotive e le energie rinnovabili. Il Piano nazionale per la ripresa economia e la resilienza o Pnrr ha messo a disposizione per l’economia circolare circa 2,1 miliardi, da destinare alla realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’ammodernamento di impianti esistenti e la realizzazione di progetti «faro» di settore. Uno dei progetti in questione è stato dedicato proprio al riciclo dei cosiddetti Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), per un valore complessivo di 150 milioni. In Italia, secondo i dati del consorzio Erion, durante il 2022 sono state raccolte 246.000 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Un volume considerevole, anche se in calo del 7% su base annua. E distante oltre 35% punti percentuali dal target di raccolta europeo (fissato al 65% rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti). Intanto la produzione globale di rifiuti elettronici (e-waste) ha raggiunto un volume complessivo di 54,7 milioni di tonnellate nel 2022. Secondo stime pubblicate da Skyquest, man mano che le persone continueranno nel tempo ad acquistare più dispositivi, il mercato delle tecnologie e dei servizi per la gestione degli e-waste a livello mondiale potrebbe sfiorare i 9 miliardi di dollari entro il 2028.
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.