2018-07-12
La rivolta dei migranti sulla nave?
Un espediente per rifilarli all’Italia
La rivolta dei migranti sulla nave? Un espediente per rifilarli all'Italia.Ci sono solo due possibilità. O i 67 immigrati raccolti in mare da una nave italiana hanno minacciato l'equipaggio dell'imbarcazione, imponendo un cambio di rotta dalla Libia all'Italia, e in tal caso oltre alle minacce c'è da valutare una lunga lista di reati come il dirottamento e il sequestro di persona. Oppure, come lascerebbe intuire l'intervista realizzata ieri dal nostro Francesco Borgonovo a un portavoce dell'armatore, l'equipaggio a bordo della nave non aveva nessuna intenzione di riportare in Libia i profughi e, per convenienza o per non perdere tempo, si è inventato l'ammutinamento, comunicando alle autorità italiane di essere addirittura in pericolo. Nell'uno o nell'altro caso si capisce che qualche cosa non va nell'andirivieni di natanticarichi di extracomunitari da una sponda all'altra del Mediterraneo. La linea dura di Matteo Salvini ha fatto emergere che il salvataggio di vite umane non c'entra nulla con il fenomeno che ha riempito l'Italia di migranti, perché in discussione non ci sono le vite umane ma la volontà di migliaia di persone di raggiungere le nostre coste ricorrendo a qualsiasi mezzo e facendosi aiutare da chiunque, che si tratti di Ong o semplici armatori.La vicenda della Vos Thalassa, a cui l'Italia aveva ingiunto di affidare i 67 immigrati alla Guardia costiera libica perché il salvataggio da parte della nave era avvenuto in acque di competenza delle autorità di Tripoli, comunque è tutta da indagare, perché su come si sono svolti i fatti restano ancora molte zone d'ombra. La Vos Thalassa è di proprietà di una società di Genova, la Vroon Offshore services di Genova, e a quanto risulta era in servizio presso una piattaforma petrolifera della francese Total. Quando ha raccolto le persone a bordo di una barca, la Vos Thalassa non era lontana dalle coste libiche e per questo, una volta contattato il centro di coordinamento dei salvataggi, l'Italia ha invitato il comandante a rivolgersi alla Guardia costiera africana.E però i migranti non volevano essere riconsegnati alle autorità libiche. E a questo punto le versioni divergono. Secondo le mail che dalla Vos Thalassa sono state spedite a Roma si parla di una violenta reazione da parte dei «salvati», i quali una volta capito che il loro viaggio sarebbe finito con un ritorno alla casella di partenza avrebbero minacciato l'equipaggio. Ci sarebbero stati spintoni e parole grosse, tanto da far presagire che potesse scoppiare una rivolta. L'ammutinamento dei profughi avrebbe indotto il comandante a comunicare una minaccia per l'incolumità del personale, chiedendo di poter «scaricare» gli immigrati, trasferendoli su una nave della Guardia costiera italiana. Se c'è una rivolta, se ci sono minacce, se si verificano spintoni e altro ci sono reati che vanno perseguiti anche se a commetterli sono dei cosiddetti profughi. E dunque si capisce bene la fermezza del ministro dell'Interno, che da subito ha chiesto di identificare i responsabili del tentato ammutinamento denunciato dall'equipaggio della Vos Thalassa.Ma l'intervista che Francesco Borgonovo ha realizzato con il portavoce dell'armatore racconta un'altra storia, assai diversa da quella descritta nelle mail inviate a Roma. Il responsabile della Vroon Offshore parla di confusione, di momenti di tensione perché la nave è rimasta due giorni in mezzo al mare in attesa e però esclude la rivolta, aggiungendo che i fatti sono stati pesantemente ingigantiti. E da chi? Certo non dalla stampa che ha riportato le mail inviate dalla Vos Thalassa. E nemmeno dal centro di soccorso. È il contenuto dei messaggi inviati che descrive scenari degni di un ammutinamento. E perché dalla nave sono partiti gli allarmi? Il portavoce non lo spiega, ma fa capire che una volta salvati i migranti il comandante o l'armatore o tutti e due volevano da Roma una soluzione rapida che evitasse di dover rimanere ad aspettare l'indicazione del porto d'attracco. Insomma, caricati i migranti li volevano in fretta scaricare. E trasferirli a bordo di una nave della Guardia costiera italiana era la cosa più semplice e facile, almeno per la Thalassa. Così non si rischiava di perdere tempo in mezzo al mare e neppure contestazioni da parte dei profughi. Dunque, la rivolta non c'è stata e si è si è drammatizzata la situazione per potersi liberare in fretta degli immigrati? Una risposta sicura non c'è. Di certo c'è però che la Vroon Thalassa, cioè l'armatore, fa capo a un gruppo olandese che gestisce due navi utilizzate fino a poco tempo dalle Ong per la ricerca e il soccorso degli immigrati. Il resto rimane tutto da chiarire.
Jose Mourinho (Getty Images)