2024-10-27
«Report» oggi rivela un altro silurato. Ma lo scoop è la testa ferita di Sangiuliano
Sigfrido Ranucci negli studi televisivi di Report (Ansa). Nel riquadro le immagini esclusive di Report che ritraggono la ferita riportata da Sangiuliano dopo la lite con Boccia
La puntata di stasera farà le pulci ad Alessandro Giuli. E mostrerà per la prima volta il capo dell’ex ministro sfregiato dalle unghie di Maria Rosaria Boccia.L’ampio focus che Report, la trasmissione d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci su Rai3, dedica questa sera ad Alessandro Giuli, parte dal pedigree del ministro della Cultura, con un nonno che ha fatto la marcia sul Roma e che poi ha portato la famiglia a Salò, con un padre che ha lavorato nella Cisnal (il sindacato del Movimento sociale) e, passando per le mostre sul Futurismo sulle quali il ministero vorrebbe puntare, arriva fino agli ipotizzati conflitti d’interesse che hanno fatto fioccare sonore dimissioni. A parte gli accostamenti del ministro a un certo pensiero della destra spirituale ed esoterica che, più che evoliano, come si sostiene più volte nel servizio, appare, per come viene presentato, legato alle posizioni antroposofiche di Rudolf Steiner e Massimo Scaligero, il vero scoop della puntata è racchiuso in un paio di fotografie che con una banda rossa sovrimpressa rivendicano «l’esclusiva» di Report.Le immagini, scattate dall’alto, sono quelle che la Verità aveva descritto nelle scorse settimane e che mostrano l’inquietante ferita sul cranio che sarebbe stata procurata dalla pompeiana Maria Rosaria Boccia all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in una camera dell’hotel nazionale di Sanremo durante un’accesa discussione nata dopo dopo l’annuncio del ministro di voler troncare la relazione. La Boccia, sostiene Sangiuliano, avrebbe affondato le unghie nella sua carne. E lui, per conservarne la prova, si fotografò alla stregua di una delle tante vittime di violenza. Il caso Sangiuliano viene viene usato nel servizio come snodo per collegare le attività della fondazione Maxxi, precedentemente guidata da Giuli, ad Alessandro Spano, che al Maxxi era segretario generale (nominato da Giovanna Melandri) e che è diventato l’uomo ombra di Giuli nei suoi due anni di presidenza, per passare alla funzione di capo di gabinetto del ministero dopo il defenestramento di Francesco Gilioli, testimone di alcuni passaggi clou della querelle Sangiuliano-Boccia, e messo alla porta, coincidenza, pochi giorni dopo la sua deposizione in Procura. «Le dimissioni di Spano», rivendica Ranucci dallo studio, «sono arrivate dopo le anticipazioni di Report, che ha scoperto un importante conflitto di interesse all’interno della Fondazione Maxxi, e dopo la pubblicazione di alcune chat interne a gruppi di Fratelli d’Italia che avevano esposto Spano a insulti di natura omofoba».E veniamo alle scoperte sui conflitti d’interesse. «Nel 2017», ricostruisce Report, «Spano è stato al centro di un’inchiesta delle Iene per un finanziamento a una associazione per i diritti dei gay quando era direttore dell’ufficio antidiscriminazione del governo Renzi. Dopo la trasmissione ha querelato alcuni dei giornali che avevano parlato del suo caso. A fargli da avvocato è Marco Carnabuci, poi diventato consulente legale del Maxxi nonché compagno di Spano, a cui si è unito civilmente». Stando alla fonte intervistata da Report, «Saranno almeno sei anni che il compagno di Spano riceve dal Maxxi l’incarico come consulente legale». Nel 2017 Quando Spano si dimette dall’ufficio antidiscriminazione va a lavorare per la Human Foundation, la fondazione della Melandri. L’anno dopo la fondazione offre un incarico di consulenza anche all’avvocato Carnabuci. Che nel medesimo periodo ottiene una nomina al Maxxi. Infine, c’è un passaggio su quello che Ranucci definisce «un secondo caso Boccia». Non per la relazione affettiva con il ministro, ma perché un collaboratore che aveva lavorato gratuitamente a una mostra sui futuristi sarebbe stato silurato per motivi politici. Si chiama Alberto Dambruoso, insegna Storia dell’arte all’Accademia delle belle arti di Frosinone, e racconta: «Ho ricevuto anche io un incarico che non è stato poi formalizzato. Nel senso che io non ho avuto il contratto». Nel caso della pompeiana sarebbe rimasto su una bozza mai protocollata. Per la mostra sui futuristi, invece, Report sostiene che costi e scelte artistiche non sarebbero andati giù a Sangiuliano, che avrebbe commissariato i curatori per far spazio a «quelli della sua parte politica». Con il nuovo comitato organizzatore alla fine composto dal direttore dei musei Massimo Osanna, già braccio destro di Dario Franceschini, dalla direttrice della galleria nazionale Cristina Mazzantini, che è consulente del segretariato generale della presidenza della Repubblica, e da Giuli, in quanto presidente del Maxxi. L’asse portante dell’inchiesta, però, è un’intervista a Rainaldo Graziani, figlio di Clemente, il fondatore di Ordine nuovo, nonché ideatore del movimento Meridiano Zero, un circuito della destra radicale creato da scissionisti delle sezioni romane del Fronte della gioventù (il movimento giovanile del Movimento sociale italiano). Graziani jr, definendo il ministro «una figura brillante» tra i giovani del circolo, conferma il passaggio di Giuli all’interno di Meridiano Zero, quando era poco più che adolescente. Ai chiarimenti richiesti dai cronisti di Report, Giuli ha minimizzato (per poi annunciare che avrebbe guardato la trasmissione in compagnia del suo legale), ricordando di aver già menzionato i suoi trascorsi giovanili in un articolo sul Foglio. Tra le scoperte, a questo punto, quella più clamorosa risulta la foto con i 13 punti di sutura sulla testa di Sangiuliano. Quella sì capace di mettere in ombra qualsiasi mostra futurista.
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