2019-01-12
Renzi trasforma in un eroe Muscat. Ma per i suoi criteri è una «bestia»
Il Bullo elogia il premier maltese: «Ha risolto lui la questione dei migranti». In realtà è proprio l'isola a giocare sporco sui barconi. Per molto meno, l'ex sindaco trattò il ministro dell'Interno da animale.Matteo Renzi è un vero rabdomante. Ha la capacità sensazionale di scegliersi i migliori punti di riferimento politici. Quando deve individuare un politico straniero da citare come modello, state certi che sarà un peso massimo. Dopo aver preso ispirazione da Emmanuel Macron - uno amatissimo, nel suo Paese e all'estero, come no - adesso Matteo chiama in causa un altro campione: il premier maltese Joseph Muscat. Renzi lo ha celebrato senza ritegno su Twitter: «L'uomo che ha risolto la vicenda dei migranti è un premier, ma non è Conte», ha scritto. «Tifa Milan, ma non è Salvini. Parla italiano, infatti non è Di Maio. Si chiama Joseph Muscat ed è il premier di Malta. Non a caso Salvini lo attacca: perché sa che Muscat è un leader, non come lui. Non a caso Salvini, smentito platealmente anche dal suo governo, attacca Malta e Muscat da ieri in modo costante». Probabilmente, una volta letto il cinguettio, Muscat avrà iniziato a fare gli scongiuri: se Renzi si schiera con te, devi prepararti al peggio.Il punto è: per quale motivo il Bullo si esibisce in una sviolinata tanto spudorata? L'elogio di Malta è davvero troppo persino per lui. Che il comportamento di Muscat e del suo governo nella gestione del fenomeno migratorio sia inqualificabile lo sanno anche i sassi. Già nel 2004, le autorità de La Valletta si rifiutarono di ratificare i trattati che stabilivano nuove regole per le Sar, cioè le zone di ricerca e salvataggio in mare. In sostanza, Malta si è sempre opposta all'idea di dover fornire un approdo sicuro alle persone recuperate in mare. Nel corso degli anni, la situazione non ha fatto che peggiorare. Muscat è premier fin dal 2013, dunque ha vissuto in pieno l'emergenza migratoria che ha coinvolto il nostro Paese a partire dalla fine del 2014. Mentre sulle nostre coste approdavano migliaia e migliaia di persone, Malta non accoglieva nessuno. Anzi, faceva persino da base per gli attivisti umanitari dediti al servizio taxi. Va ricordato - in primis a Renzi, probabilmente - che sull'isola di Muscat c'è la sede del Moas, l'opaca organizzazione dei coniugi Christopher e Regina Catrambone, parecchio attiva negli anni passati nel servizio traghetto verso l'Italia. «Per Malta l'obiettivo è sempre stato quello di prendere il minor numero possibile di migranti per evitare che pesino sul sistema di accoglienza interno», ha raccontato Neil Falzon, avvocato esperto di diritti umani e direttore dell'Ong maltese Aditus, al sito Openmigration nell'aprile scorso. Proprio nell'anno di insediamento di Muscat, l'Italia lanciò l'operazione Mare nostrum, e la nostra marina cominciò a gestire da sola tutte le operazioni nel Mediterraneo. Finita Mare nostrum, è iniziato il viavai delle Ong. Dopo il 2015, ha aggiunto Falzon, «gli sbarchi a Malta sono pressoché zero. È un fatto. E non è spiegabile se non con una forma di accordo, di cui non è mai stato reso pubblico il contenuto». Che, sostanzialmente, sull'isola non siano approdati immigrati è un dato difficile da smentire. Nel 2008 sbarcarono 2775 stranieri (dati Unhcr). Nel 2013 si erano già ridotti a 2008, poi sono svaniti del tutto. Nel 2016, a La Valletta arrivarono appena in 23. Non che negli ultimi tempi la situazione sia cambiata. Si dice che l'Italia abbia imposto una linea dura alle Ong, ma è zucchero a confronto dell'atteggiamento maltese. La Valletta, come testimoniato a ripetizione dalle Ong medesime ma pure dalla nostra guardia costiera, il più delle volte non risponde alle richieste di soccorso in mare. Se una nave recupera immigrati dai barconi e chiama Malta, è praticamente certo che verrà ignorata. Non solo: il porto maltese rimane blindato. Nel giugno 2018 fu bloccato l'approdo della nave Lifeline dell'omonima Ong. Le fu consentito di entrare solo dopo lunghe trattative. Dopodiché, il governo maltese emanò una nota in cui chiariva la sua posizione riguardo i taxisti del mare: «In seguito ai recenti accadimenti dobbiamo accertare che le operazioni di queste navi siano conformi alle norme nazionali e internazionali, quindi non possiamo consentire che usino il porto per le loro operazioni, né di entrare o uscire». Quando, su pressione dell'Europa, qualche nave carica di stranieri è riuscita ad arrivare sull'isola, lo ha fatto solo dopo giorni di anticamera. E ogni volta l'Ue ha dovuto garantire l'immediata ridistribuzione degli aspiranti profughi, come avvenuto nel caso di Sea Watch3 e Sea Eye. Dunque quale sarebbe la lezione di accoglienza di Joseph Muscat? Renzi definì Salvini (e chiunque fosse contrario all'immigrazione di massa) una «bestia». Eppure oggi elogia il politico che più di tutti ha blindato i confini, per altro a clamoroso danno dell'Italia. E allora si torna sempre lì, agli accordi segreti. Da tempo immemore circolano voci in proposito. Già nel 2015, come raccontò Fausto Biloslavo, il ministro dell'Interno maltese, Carmelo Abela, spiegò che esisteva una «informale collaborazione» fra il nostro Paese e La Valletta. «C'è stata una matura decisione dell'Italia di occuparsi di tutti gli sbarchi», disse. Poi, ovviamente, cercò di smentire, ma senza risultare troppo credibile. I fatti, del resto, parlano chiaro. Di accordi sottobanco ha parlato, qualche mese fa, Adrian Delia, leader del partito nazionalista maltese (e oppositore di Muscat). «I cittadini hanno diritto di sapere i dettagli di tale trattativa, e il perché non sia stata resa pubblica e rinnovata con il nuovo governo», furono le sue parole riportate dal Corriere di Malta. Il «patto segreto» sarebbe stato siglato nel 2014 proprio da Renzi e Muscat. L'Italia si sarebbe fatta carico di tutti gli sbarchi in cambio del via libera allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi a sud est della Sicilia. Anche questo è un argomento antico. Conferme non sono mai arrivate, però. Non c'è bisogno della dietrologia, però, per capire come mai i passati governi abbiano favorito Malta. Intanto è un partner economico interessante. E poi c'è da considerare il gran baratto con l'Europa. Come disse Emma Bonino (e come hanno confermato persino esponenti del Pd), Renzi di fatto scambiò l'invasione dell'Italia con un pochino di flessibilità in sede comunitaria. Anche per questo, probabilmente, Malta è rimasta al riparo. In ogni caso, elogiare Joseph Muscat per la gestione dell'immigrazione è – dal punto di vista italiano – come elogiare Macron per averci riservato parole dolci negli ultimi mesi. Una follia, in sostanza. E infatti se ne occupa Renzi.