2021-02-28
Bin Salman: Renzi parla ma non risponde
Il suo discorso (a pagamento) con il principe bin Salman fu raggelante: disse che il regime saudita gli ricorda il Rinascimento. Pressato per fornire una spiegazione, il Rottamatore ha dato risposte vaghe. La comparsata col tiranno resta una brutta granaHo atteso con impazienza una delle famose e-news che Matteo Renzi periodicamente diffonde online. Da giorni, e precisamente dal 18 febbraio, cioè dal giovedì in cui il governo Draghi aveva ottenuto la fiducia alla Camera, il suo sito internet non era aggiornato e ciò mi aveva allarmato. L'ex presidente del Consiglio è un tipo loquace, che non riesce a tenere la bocca chiusa per più di un paio di giorni e, nonostante le periodiche promesse di mettersi in modalità silenziosa, in genere straripa. Nei giorni in cui si discuteva della crisi di governo, non ci sono stati tv o giornali che non abbiano ospitato un suo intervento. Quando poi si è passati alla soluzione Draghi, il fondatore di Italia viva non ha saltato un giorno, concedendosi anche all'ultimo dei bollettini parrocchiali. Avendo esaurito tutte le testate italiane a disposizione, a un certo punto ha pure fatto un tour su quelle internazionali, autoelogiandosi per essere riuscito a portare a Palazzo Chigi l'ex governatore della Bce.Ovviamente, anche noi riconosciamo che l'ex segretario del Pd ha il merito di aver mandato a casa Giuseppe Conte e di aver puntato su un signore che, nel nostro piccolo, candidammo alla guida dell'esecutivo già un anno fa, all'inizio della pandemia, quando anche un bambino avrebbe capito che per affrontare la crisi economica che sarebbe seguita a quella sanitaria, ci sarebbe stato bisogno di una persona seria e competente, non certo del giurista di Volturara Appula. Tuttavia, dopo aver dato a Cesare quel che è di Cesare e a Matteo ciò che è di Matteo, riconoscendogli di aver giocato duro ma di aver vinto, seguivamo il suo sito per sapere che fine avesse fatto la spiegazione sul suo famoso viaggio in Arabia Saudita. Ricordate? Mentre il governo Conte era dimissionario e il capo dello Stato aveva aperto le danze delle consultazioni, Renzi se ne stava a lustrare le scarpe del principe ereditario dell'Arabia Saudita, quel Mohamed bin Salman che, quanto a diritti umani, non gode proprio di ottima reputazione. Prima di salire al Colle con la delegazione di Italia viva per illustrare a Mattarella le proprie intenzioni, il senatore semplice di Scandicci era volato a Riad, ufficialmente per partecipare a una conferenza pagata da una fondazione, ma poi si era fatto riprendere durante l'incontro con bin Salman. Il video della rimpatriata fra i due (non è la prima volta che Renzi atterra in Arabia) ha fatto il giro del mondo, perché pensando di fare il brillante, l'ex sindaco di Firenze ha detto che una delle monarchie più oppressive del pianeta a lui faceva venire in mente il Rinascimento. Non solo, dopo aver baciato la pantofola a un tizio che incarcera i dissidenti e condanna a morte chi non rispetta le regole feudali che esistono nel Paese, Renzi ha pure aggiunto di invidiare il costo del lavoro dell'Arabia, dimenticando che a Riad ci sono migliaia di lavoratori stranieri senza diritti che vengono sfruttati al pari degli schiavi. Le polemiche seguite al discorsetto a pagamento, hanno spinto l'ex presidente del Consiglio a replicare. E in uno dei suoi famosi interventi online, il senatore semplice ha spiegato di essere pronto a fornire qualsiasi chiarimento sul suo viaggio a Riad, ma non subito, meglio dopo la crisi di governo. «L'Italia si sta giocando il futuro. La crisi deve decidere del Recovery plan, di vaccini e scuole. Chi ha idee porta le idee al tavolo, chi non ne ha usa i diversivi», ha replicato a chi lo aveva criticato. «Il diversivo di oggi è la conferenza internazionale a Riad. Prendo l'impegno di discutere con tutti i giornalisti in conferenza stampa dei miei incarichi internazionali, delle mie idee sull'Arabia Saudita, di tutto. Ma lo facciamo la settimana dopo la fine della crisi di governo». Ecco, trascorsa più di una settimana dal giorno in cui a Palazzo Chigi è arrivato Draghi, non risultava che Renzi avesse indetto alcuna conferenza stampa per illustrare il suo viaggio in Arabia e soprattutto per spiegare i suoi elogi di un regime noto per la quotidiana violazione dei diritti umani. Comprendendo che per lui fosse difficile parlare della questione e preferisse rinviare seguivo dunque con apprensione il suo sito, per vedere come se la sarebbe cavata. E, spregiudicato come sempre, ieri sul far della sera alla fine ha pubblicato la sua e-news, anche perché sollecitato dai compari di merende. Pardon, di governo, cioè dai compagni del Pd, di Leu e dei 5 stelle. Nella nota praticamente Renzi giustifica tutto. Le sue conferenze pagate da un regime e anche i rapporti con l'Arabia, dicendo di non essere pentito per aver elogiato il programma Vision di bin Salman, quello del nuovo Rinascimento. Nella e-news riesce perfino a sostenere che a Riad le cose vadano meglio, perché le donne ora possano guidare l'auto e le condanne a morte dalle 184 del 2019 sono scese a 27 nel 2020. Poi però, sul tema spinoso dell'omicidio di Jamal Khashoggi, ossia del giornalista del Washinghton Post letteralmente fatto a pezzi da sicari arabi all'interno del consolato turco di Istanbul, se la cava dicendo di aver già condannato «il tragico evento». Peccato che del «tragico evento», cioè di un editorialista assassinato il cui corpo è stato sezionato con una motosega per poterlo far sparire meglio, sia accusato proprio il principe cui Renzi ha leccato le scarpe. Un dossier americano reso noto da Joe Biden, l'amico americano dell'ex sindaco di Firenze, ritiene Mohammed bin Salman il mandante dell'omicidio, mentre l'ex segretario del Pd è convinto che sia l'uomo del nuovo Rinascimento , al quale invidia il costo del lavoro. Ovviamente, Renzi sarà ancora stordito dall'eccesso di interviste concesse nelle ultime settimane e dunque comprendiamo. Ma noi sappiamo attendere, e siamo certi che prima o poi vorrà spiegare - meglio di come abbia fatto ieri - il suo pensiero sull'Arabia, magari rispettando la promessa di una conferenza stampa con domande vere. Già, perché gli vorremmo chiedere se sia disposto a restituire i soldi che ha incassato, visto che vengono - secondo Biden - dalle mani del mandante di un assassinio. Non abbiamo fretta di ricevere la risposta, anche perché credo che nessuno al mondo dimenticherà tanto velocemente la genuflessione pubblica davanti al principe del nuovo Rinascimento.