2019-04-18
Renzi disperato va a caccia di soldi e chiede i danni persino agli sbancati
L'ex premier si scatena e querela per quelle che ritiene le «infamie ricevute in questi anni». Una crociata che travolge giornalisti, scrittori, persino chef e gente di spettacolo. E anche chi è stato rovinato dalle banche.«Avevo promesso di iniziare a chiedere i danni per le infamie che ho ricevuto in questi anni. E vi avevo garantito che vi avrei tenuti informati». E dalla sua e-news, agenzia di stampa installata direttamente sul suo sito Web, Matteo Renzi annuncia di aver iniziato a chiedere soldi a tutti. Sul suo profilo Facebook dettaglia: «Se mi dici che sono ladro, che sono peggio di Hitler, che faccio le leggi per i miei parenti, che ho fatto scelte da premier perché avevo degli affari personali e compagnia bella, che i bambini muoiono per colpa dei porti aperti da me, beh, andiamo da un giudice e vediamo se queste frasi sono vere o se chi le ha dette debba risarcirmi». Renzi è già convinto di incassare: «Chi ha sbagliato deve pagare. E pagherà. Se non erano frasi diffamatorie, io pagherò volentieri le spese». Neanche i suoi amici però lo prendono troppo sul serio. Per esempio Massimo Mattei, ex assessore al Comune di Firenze con Renzi sindaco, scrive: «Io ti ho detto che eri ingrassato. Poi sei di nuovo dimagrito. Ora mi sembri in forma. Se vuoi 2.000 euro perché ti ho detto che eri più largo che lungo mi girerebbero le scatole». L'ex premier, però, ormai è partito per la crociata e annuncia: «Vi terrò informati sul quantum e sulla destinazione dei risarcimenti». L'elenco conta dieci obiettivi ma, spiega il fu Rottamatore, si tratta solo «dei primi atti formalmente predisposti». Il decimo bersaglio è il più indefinito: «Chi mi ha accusato di essere un ladro per la vicenda banche». Forse perché si tratta di una pensionata di Ferrara, la signora Giovanna Mazzoni, che mise in crisi Renzi durante un comizio a Bologna con un intervento sui cosiddetti sbancati. «Ma io dissi ladri al plurale, in modo impersonale» prova a difendersi la donna. Che ci domanda: «Renzi chiede soldi?». E spiega: «Dal Pd mi aveva querelato Francesco Bonifazi, che era presidente e legale rappresentante del partito, poi però ritirarono la denuncia». Quindi aggiunge: «Per Renzi adesso sarebbero scaduti i termini, a ogni modo spero che non mi chieda dei soldi, sto cercando ancora di recuperare i miei dall'arbitrato con la banca».A seguire tutte le cause è l'avvocato Lorenzo Pellegrini, penalista fiorentino e docente universitario. È lui che al Lingotto è salito sul palco a firmare una querela contro Marco Travaglio.Gli chiediamo chi sia che ha dato del ladro a Renzi nella vicenda banche che verrà portato a giudizio? «Qui ad accusarlo sono stati più soggetti» è la risposta del legale. C'è anche Giovanna Mazzoni? «La signora di Bologna? Io presentai già la querela nei confronti della signora a nome del Pd e il partito valutò di rimettere la querela. Può scrivere che tra le persone che hanno dato del ladro a Renzi e contro cui abbiamo avviato un'azione di risarcimento del danno da fatto di reato (la diffamazione, ndr) c'è, per esempio, anche questa signora. Non so se sia già stata depositata, ma il senatore è determinato a portarla avanti».Quando chiediamo lumi sulle 10 cause civili intentate da Renzi, l'avvocato ci spiega che sono molte di più e che ci sono almeno anche 15 denunce penali. «Prima dell'estate ne abbiamo depositate un numero ragguardevole e ho lo studio che praticamente lavora solo a questo. Il senatore ha voluto elencare queste dieci perché sono quelle più di impatto». Il primo nome dell'elenco è quello del cantante Piero Pelù. La motivazione renziana è questa: «Per avermi definito in diretta tv al concertone “boy scout di Licio Gelli"», con chiaro riferimento al simbolo della massoneria deviata, il fondatore della P2. Il primo maggio dal palco di piazza San Giovanni Pelù aveva esordito così: «Siamo in 700.000 e in questa piazza ci sono più disoccupati che occupati». E riferendosi a Renzi aveva aggiunto: «Il non eletto, ovvero il boyscout di Gelli, deve capire che in Italia c'è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, 'ndrangheta». E Matteo se l'è presa. «Anche per altre affermazioni» precisa Pellegrini. Il numero due nel mirino è Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, «per le immagini offensive in uno studio Tv». Durante una puntata di Tagadà su La7, proprio dietro Travaglio, era ben visibile, appoggiato sul ripiano di una libreria, un rotolo di carta igienica con stampata sopra la faccia di Renzi. Ma anche in questo caso non si tratta dell'unico presunto peccato di Travaglio: «Era solito andare in tv con dietro oggettistica non continente nei confronti del senatore, ricordo un animale con la faccia del senatore, un bambolotto. Io lo stimo come persona molto intelligente, ma poi scivola su queste cose» prosegue il legale.Al terzo posto c'è il Fatto quotidiano, «per avermi attribuito», sostiene Renzi, la realizzazione di leggi “ad cognatum"», anche in questo caso un errore che sarebbe stato ripetuto «innumerevoli volte». La vicenda riguarda i tre fratelli Conticini, uno dei quali cognato dell'ex premier, a vario titolo finiti in un'indagine per la presunta sottrazione di almeno 6,6 milioni di euro di Unicef e di altre organizzazioni benefiche destinati al sostegno dei bambini in Africa. Durante il governo Gentiloni un decreto del ministro Andrea Orlando modificò la procedura penale nelle cause per appropriazione indebita (contestata ai due fratelli del cognato) che divenne perseguibile solo su querela di parte (che per esempio l'Unicef non ha mai presentato). La quarta richiesta di risarcimento è per la giornalista Rai Costanza Miriano, «per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa “di un porto aperto da Renzi"». E al quinto posto c'è lo chef Gianfranco Vissani per avermi definito “peggio di Hitler"». Il cuoco ha replicato sostenendo che se la sta facendo sotto, ma dalle risate.L'ex segretario Pd non risparmia neppure la giornalista Alda D'Eusanio. Renzi annuncia genericamente che si è sentito insultato da lei in tv. Durante una puntata di Cr4-La repubblica delle donne aveva detto dell'ex premier che «ha un disturbo della personalità, nel senso che una volta pensa di essere un coglione e una volta pensa di essere l'altro». E ancora: il ministro Elisabetta Trenta e la senatrice Giulia Lupo «per le dichiarazioni sull'aereo di Stato». Stessa attenzione del fu Rottamatore per il Corriere di Caserta, per un editoriale ancora una volta sul cosiddetto Air force Renzi. Infine l'ex premier se la prende con Panorama per la vicenda dell'ex candidata presidente della Liguria, Raffaela Paita, e l'alluvione di Genova. Il settimanale dedicò alla storia la sua copertina. Il titolo, che sovrastava una foto di Renzi e della Paita, era «Insieme nel fango». Ed ecco la richiesta di risarcimento.
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Ll’Assemblea nazionale francese (Ansa)