2021-03-30
Le Regioni rivogliono l’opzione del giallo. E Draghi si prende l’impegno a riaprire
Fronte dei governatori di centrodestra contro il semaforo a due colori. Il premier: «Sguardo al futuro, programmiamo la svolta».«Occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare e alle riaperture»: è un Mario Draghi ottimista, per quanto si possa essere ottimisti in una fase così drammatica, quello intervenuto ieri all'incontro tra governo e Regioni, al quale hanno partecipato in videoconferenza il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il commissario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. «Bisogna cominciare», aggiunge Draghi rivolgendosi ai governatori, «ad aver di nuovo il gusto del futuro. Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme, raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico. Soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato e Regioni si riuscirà a vincere questa battaglia. C'è il comune impegno», insiste il premier, «ad assicurare non solo la sicurezza e la salute ma anche la ripresa dell'attività economica». Aprire, dunque, ovviamente tenendo sempre d'occhio i dati dei contagi, ma guardando con estrema attenzione alle necessità delle attività commerciali e sportive, delle imprese, dei bar, dei ristoranti. «Il presidente Draghi», dice alla Verità Donato Toma, governatore del Molise, «ha detto che bisogna tenere sempre presente i dati: se saranno confortanti, si può pensare a riaperture. Sul check a metà aprile, è probabile che si trovi l'intesa». Il riferimento è alla proposta del ministro Gelmini di prevedere una verifica dei dati a metà aprile, per poter valutare eventuali riaperture. Le premesse per mettere all'angolo, una volta per tutte, la linea ultrachiusurista del ministro della Salute, Roberto Speranza, ci sono tutte. I presidenti di Regione incalzano il governo, in primis quelli di centrodestra, ma la linea è condivisa praticamente da tutti: la richiesta è di non rassegnarsi a un altro mese e più di sostanziale lockdown. In vista del decreto anti Covid che dovrebbe essere varato domani dal Consiglio dei ministri, i governatori esprimono la loro netta contrarietà al congelamento delle zone gialle fino a dopo il primo maggio. Se i numeri del contagio lo permetteranno, chiedono i governatori, sia consentito alle Regioni che ne hanno la possibilità di essere inseriti in zona gialla, così da consentire una boccata di ossigeno all'economia. L'ottimismo del premier, seppure misurato, dipende anche dalle prospettive di accelerazione della campagna di vaccinazione. Draghi rinnova l'invito «a iniziare a guardare al futuro con ottimismo», poiché «la campagna vaccinale sta andando migliorando continuamente e rapidamente». Per il premier, che si riferisce alle forniture di vaccini, l'obiettivo di arrivare a mezzo milione al giorno di somministrazioni tra aprile e maggio «non è più così lontano. Per quanto riguarda le forniture dei vaccini per i prossimi mesi», sottolinea Draghi, «la Commissione ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l'immunità per il mese di luglio in tutta l'Europa». Draghi assicura alle Regioni che lo Stato farà di tutto per rispondere alle loro esigenze, anche per quel che riguarda le carenze di personale sanitario: «Questo», sottolinea il premier rivolgendosi ai governatori, «è l'atteggiamento del governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi». «Il testo del prossimo decreto Covid», dice la Gelmini ai presidenti, a quanto si apprende da fonti presenti alla riunione, «non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire: riapriamo tutto. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all'interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento. Sono soddisfatta di questa riunione», aggiunge la Gelmini, «e per le parole del presidente Draghi. È indispensabile la collaborazione tra governo e Regioni per arrivare all'obiettivo che ci siamo prefissati in merito alla campagna vaccinale. Stasera usciamo da questo incontro consapevoli che i nostri destini sono legati». La riunione termina poco prima delle 20, e la sensazione è che l'Italia sia davvero vicina a una svolta. Draghi ha ascoltato e fatto sue le preoccupazioni espresse in particolare dai governatori di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, che si stanno battendo perché la strategia di contrasto al coronavirus non si riduca a una asfissiante chiusura di tutte le attività, ma al contrario abbia come bussola la necessità di far tornare a vivere e a lavorare, appena possibile e dove possibile, gli italiani.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)