2024-01-19
La Lega molla Solinas ma chiede la Basilicata
Il governatore della Sardegna Christian Solinas (Ansa)
Il Carroccio, come «compensazione politica» per il sostegno in Sardegna a Paolo Truzzu (Fdi), punta a sfilare la candidatura in Lucania a Forza Italia. Gli azzurri fanno muro e vanno alla controffensiva appoggiando i meloniani sul no al terzo mandato dei governatori.Amaro Lucano per Antonio Tajani: alla fine potrebbe toccare a Forza Italia rinunciare a una presidenza di Regione per dare alla Lega la compensazione politica per la mancata ricandidatura di Christian Solinas in Sardegna, sostituito da Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e esponente di Fdi.«Credo che alla fine», ha detto ieri il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, «il candidato sarà Truzzu. La Basilicata? Capisco e comprendo la posizione di Fdi quando sostiene che in Sicilia il candidato presidente, anziché loro, è stato di Forza Italia. La Lega, in Sardegna, ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito ed è uno sforzo per noi importante, perché continuiamo a credere che la squadra di Solinas abbia governato bene. Ora un altro partito dovrebbe fare lo stesso sforzo: se vale la regola che contano le percentuali dei partiti», ha avvertito Crippa, in questo momento la Lega è chiaramente in credito».Dunque, crolla la regola non scritta della ricandidatura dei presidenti uscenti: Fdi ottiene la Sardegna e la Lega punta sulla Basilicata, governata dal forzista Vito Bardi. «Un passo indietro di Bardi? Non esiste», ha dichiarato il capogruppo di Fi alla camera, Paolo Barelli, «decidono Meloni, Tajani e Salvini ma vi posso dire che non esiste. Bardi fa solo passi avanti, si tratta di essere realisti. La cosa non è proprio in discussione. Lo ha detto anche Tajani. Crippa dice che già qualcuno si è sacrificato? Appunto», ha aggiunto Barelli, «non servono altri sacrifici». Barelli fa il duro, ma i forzisti hanno le armi spuntate: il coordinatore regionale azzurro per la Sardegna, Ugo Cappellacci, è stato lesto a «scaricare» Solinas per sostenere Truzzu, mentre la Lega ancora resisteva. Il premier Meloni, nelle ultime ore, avrebbe telefonato separatamente sia a Salvini sia a Tajani per cercare di ricomporre la situazione.Del resto, la linea di Antonio Tajani è turbomeloniana e quindi c’è da scommettere che alla fine, al di là delle dichiarazioni di facciata, Bardi dovrà rassegnarsi a lasciare il suo posto al segretario regionale del Carroccio in Basilicata, Pasquale Pepe. «Tajani», dice alla Verità un autorevole esponente del centrodestra, «sogna di fare il presidente della Repubblica, non entrerebbe mai in contrasto con Meloni. Alla fine, Bardi sarà sacrificato». «Forza Italia», ci dice un altro big della maggioranza, «governa tutte le nostre Regioni del Sud: Sicilia, Calabria e Molise. Hanno già chiesto anche la candidatura in Campania per il 2025. Fdi in Puglia si affiderà a Raffaele Fitto. La Lega ha tutto il diritto di chiedere la presidenza della Basilicata, soprattutto dopo quello che è successo in Sardegna».Prosegue anche il braccio di ferro tra la Lega da un lato e Fdi e Fi dall’altro sul terzo mandato: il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe approvare l’election day, ovvero l’accorpamento delle elezioni europee con le regionali nelle giornate di sabato e domenica 8 e 9 giugno 2024. Stando alle indiscrezioni, il provvedimento non conterrà, come nelle bozze circolate, l’ok al terzo mandato consecutivo per i sindaci dei Comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti. Il terzo mandato che interessa alla Lega è quello dei presidenti di Regione: Salvini vorrebbe avere la possibilità di ricandidare Luca Zaia in Veneto, ma Tajani e la Meloni non ne vogliono sapere. «Mettere un limite», ha ribadito ieri Salvini, «alla possibilità dei cittadini di scegliere un sindaco o un governatore è sbagliato. La Lega su questo non cambierà mai idea. Cancellare per legge l’opportunità di offrirsi ai cittadini secondo me è sbagliato, perché per il terzo mandato è una questione di libertà. Se uno ha un sindaco o un governatore bravo perché deve mandarlo a casa, deve rottamarlo dopo due mandati? È un limite che non esiste per i parlamentari e per i ministri. Alla fine», ha aggiunto Salvini, «saranno i cittadini a scegliere se votarlo o meno. Rischi per il governo? Ma figuriamoci, il governo va avanti questi cinque anni più i prossimi cinque, se gli elettori vorranno. Io mi sono dato un arco temporale di dieci anni, perché da ministro delle Infrastrutture stiamo progettando infrastrutture ultra moderne che vedranno la luce nei prossimi anni. Quindi, il governo qua è, non rischia nulla con le elezioni e con i terzi mandati».Per Fdi, come abbiamo detto, non se ne parla: i meloniani non vogliono né concedere a Zaia la possibilità di ricandidarsi, per avere la strada libera per accaparrarsi il Veneto, e neanche agevolare il Pd, che ha tre presidenti uscenti tutti al secondo mandato: Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, Michele Emiliano in Puglia e Vincenzo De Luca in Campania. Il ragionamento che fanno in Fdi è che si tratta di Regioni contendibili e che evitare la ricandidatura degli uscenti è un modo per indebolire la sinistra. A proposito di sinistra: fonti del Nazareno hanno reso noto ieri che sono in corso i preparativi per il confronto tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. I rispettivi staff hanno avviato i preparativi per il duello tra il presidente del Consiglio e il segretario del Pd. Duello che consentirà alla Meloni di prendere due piccioni con una fava: accentrare ancora di più su di sé l’elettorato del centrodestra e regalare un po’ di visibilità alla Schlein, che rischia il sorpasso alle elezioni europee da parte del M5s di Giuseppe Conte.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.