2023-07-31
Maxi inchiesta sul reddito. S’indaga sui mancati controlli
Pasquale Tridico (Imagoeconomica)
La Corte dei conti ha acquisito tutti i documenti sull’erogazione del sussidio di cittadinanza: per l’accusa, l’Inps non avrebbe vigilato per evitare truffe e malversazioni che sarebbero costate oltre un miliardo di euro. A novembre avevamo svelato che le Procure regionali della Corte dei conti avevano iniziato a indagare sugli omessi o ritardati controlli di Inps e Comuni sulla distribuzione a pioggia del Reddito di cittadinanza, dopo aver ricevuto un corposo e documentato esposto anonimo sull’argomento. Adesso, a quanto risulta alla «Verità, i magistrati contabili stanno analizzando l’ulteriore documentazione messa a disposizione con un’integrazione di denuncia. La querela risulta inviata anche alla Procura penale della Repubblica del Tribunale di Roma. E in questo caso i denuncianti hanno ipotizzato i reati di abuso di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.Nel mirino c’è l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, accusato di aver utilizzato strumentalmente l’ente previdenziale come un bancomat a fini politico elettorali e come agenzia di propaganda del M5s sulle spalle e a spese degli italiani. «Si è trattato di voto di scambio, pagato con i soldi pubblici», hanno scritto i denuncianti. Aggiungendo anche: «Si è trattato di una scelta scellerata e imposta da pressioni politiche operate dall’Istituto; il tutto per erogare una prestazione a pioggia a tutti i richiedenti, a prescindere dalla spettanza o meno del diritto, ed ai fini del ritorno elettorale in favore dei partiti di governo». Accuse gravissime tutte da verificare.A quanto ci risulta, la Corte dei conti che sta indagando sugli omessi controlli ha già acquisito atti e documenti utili a verificare la corretta gestione nell’erogazione di Reddito o pensione di cittadinanza, i controlli effettuati nell’erogazione delle prestazioni e le attività svolte per il recupero delle prestazioni non dovute. Nel suo ultimo libro Il lavoro oggi, la pensione domani è lo stesso Tridico ad ammettere le falle nel sistema dei controlli. «Le verifiche» sono state «davvero lacunose». «I controlli venivano fatti dopo». «Bisognerebbe semplicemente non erogare il Rdc se prima non si sono fatti tutti i controlli previsti». «Credo che, prima di erogare il Rdc, lo Stato dovrebbe fare come fanno le banche prima di concedere un mutuo: verificare in profondità la situazione economica del richiedente, senza fidarsi di autocertificazioni».Ma tutto ciò non è accaduto. Tridico, negando l’evidenza, ha dichiarato che le truffe sono state «solo l’1%. Il più basso dei tassi fra tutte le nostre prestazioni». In realtà le truffe non accennano ad arrestarsi e ne vengono scoperte ogni giorno. Ad esempio, lo scorso febbraio una maxi indagine dei carabinieri ha fatto emergere che percepivano il reddito di cittadinanza anche esponenti affiliati ai clan degli Spada e dei Casamonica. A marzo l’Arma di Catania ha denunciato 267 «furbetti» per una truffa di quasi 1,3 milioni di euro, tra cui anche parcheggiatori abusivi e pregiudicati. A maggio un’indagine della Guardia di finanza ha scoperto a Viterbo altri 165 furbetti, italiani e stranieri, beneficiari del sussidio senza averne titolo, per un importo totale di quasi 1, 2 milioni di euro.Inoltre, per le procedure informatiche Inps per il rilascio del Rdc, la circostanza che centinaia di persone risiedessero sotto lo stesso tetto non era considerata un’incongruenza. La conseguenza è stata che a Milano in 518 hanno dichiarato di vivere tutti nello stesso palazzo di Piazza Selinunte, in 287 in un unico condominio di via degli Appuli e in 212 in viale Aretusa allo stesso indirizzo. Ancora più eclatante il caso di Roma, dove in via Modesta Valenti avevano dichiarato di risiedere 1.234 persone. Secondo la ricostruzione dell’autorità giudiziaria, si legge nella denuncia, «le domande “fasulle” riguardavano persone originarie della Romania o Est Europa che non risultano, contrariamente a quanto dichiarato aver vissuto mai in Italia». Una truffa che ha portato a incassare indebitamente circa 60 milioni di euro.Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps, ha dichiarato che «1,7 milioni di italiani lo hanno chiesto senza averne diritto e sono stati respinti sulla porta». Tridico, nella sua ultima audizione al Senato e successivamente in un’intervista, ha dichiarato che sommando anche i controlli ex post, «l’Inps ha respinto 3,2 milioni di richieste di reddito di cittadinanza per assenza dei requisiti». Dati smentiti dalla stessa tabella pubblicata sul suo Libro bianco in cui le domande respinte risultano essere 1,7 milioni, quelle revocate 200.000 e quelle decadute 800.000. Ma i numeri che pesano davvero sono quelli che riguardano tutte le domande che l’Inps non ha fermato pur potendo e dovendo farlo. Nella Relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale Angelo Canale ha dichiarato che la Corte dei conti sta indagando per verificare l’esistenza di danno erariale collegata a «una condotta gravemente inadeguata ai propri doveri mediante omissione - dolosa o per colpa grave - di controlli dovuti ai sensi di legge». Secondo la denuncia integrativa che la nostra redazione ha potuto visionare, gli elementi che emergono in questa vicenda sono sempre più gravi.Innanzitutto, partiamo da qualche numero. Secondo i dati dell’Osservatorio dello stesso Inps, nei soli primi tre anni, il Reddito e la pensione di cittadinanza sono stati erogati a 2 milioni di nuclei familiari, per un totale di 4,65 milioni di persone e per una spesa di quasi 20 miliardi di euro. Ma solo nel 2021 i carabinieri hanno individuato 40 milioni di euro indebitamente percepiti. L’Arma ha controllato in tutto il paese 156.822 persone che hanno ricevuto il beneficio. Di queste 9.247 sono state deferite all’autorità giudiziaria per gravi irregolarità. Tra loro 4.124 erano persone già note alle forze dell’ordine per altri motivi. Questo significa che quasi il 6% delle persone controllate, è risultato aver commesso irregolarità nella percezione del Reddito di cittadinanza, non l’1% di Tridico. Se un controllo su sole 156.822 persone, determina l’accertamento di più di 40 milioni di euro indebitamente percepiti, ne deriva che, prendendo come attendibile su scala nazionale il succitato campione, pur con le cautele del caso, dietro ai 4,65 milioni di beneficiari del Reddito dei primi tre anni potrebbe nascondersi una sacca di sussidi indebitamente erogati dall’Inps e illegittimamente percepiti pari a 1,18 miliardi di euro.La denuncia alla Corte dei conti evidenzia che «i vertici ed organi dell’Inps e del ministero del Lavoro hanno espressamente indirizzato gli uffici amministrativi invitandoli a non compiere controlli generalizzati incrociando i dati dei propri archivi informatici; sono stati compiuti controlli solo parziali e selettivi; il tasso di controllo risulta essere inferiore all'1% del totale». Probabilmente, quando Tridico dice che le truffe sul Reddito di cittadinanza si attestano all’1%, si riferisce al fatto che l’Istituto da lui presieduto ha fatto verifiche su non oltre all’1% delle domande presentate. Nella denuncia si legge anche che con il Reddito di cittadinanza si è assistito «a un fenomeno del tutto aberrante, per cui l’Inps e il ministero del Lavoro, sulla base di una strumentale interpretazione delle leggi, che risulta illogica, irragionevole e fuorviante, hanno completamente declinato i controlli e le verifiche previste per legge e a essi espressamente attribuiti, di fatto assicurando a tutti i richiedenti, indistintamente, l’erogazione della prestazione previdenziale (senza nemmeno l’accertamento del diritto), demandando ad una fase successiva gli eventuali controlli, eventuali revoche e recuperi». Ma in via Ciro il Grande avrebbero pure «omesso di attivare anche dei semplici meccanismi di incrocio di dati informatici (quelli delle domande pervenute e quelli delle richiamate banche dati degli archivi informatici gestiti o condivisi da Inps)». E all’Inps, come spiega la denuncia, non mancavano certo i mezzi, visto, che nel testo sono elencati diciassette «archivi informatici» dell’Istituto, gestiti direttamente o in condivisione, che a norma di legge avrebbero dovuto essere utilizzati (sotto la supervisione di Caridi) per le verifiche preventive e i controlli sul Reddito. Tra questi, Emens/Uniemens (che raccoglie le denunce mensili delle aziende delle retribuzioni, inquadramenti, eventi riguardanti i dipendenti); Unilav (contiene le comunicazioni obbligatorie di assunzione, cessazione, trasferimento da parte del datore di lavoro), l’anagrafe unica nazionale, l’archivio delle invalidità civili, quello contenente i dati dei voucher, il casellario delle pensioni.Del resto, i direttori regionali che, ribellandosi alle «direttive» a manica larghissima provenienti da Tridico e Caridi, hanno effettuato controlli a tappeto con questi strumenti hanno dimostrato la sussistenza di una percentuale altissima di «furbetti» del reddito di cittadinanza, pari al 40/50% (uno su due) dei richiedenti. Un dato che può far ipotizzare che su 20 miliardi di euro pagati l’ammontare complessivo delle somme indebitamente erogate per colpa dell’Inps potrebbe raggiungere anche gli 8/10 miliardi di euro. Secondo i denuncianti, «l’attivazione (e solo parziale) di alcuni controlli interni da parte di Inps e la stipula di talune convenzioni tra Inps con altri enti pubblici per i controlli incrociati sono avvenuti con grave e colpevole ritardo». Per esempio la convenzione con Aci sul possesso dei beni durevoli è stata sottoscritta quasi due anni dopo il varo del decreto del 2019 che introduceva il Reddito. Quanto alla convenzione con il ministero della Giustizia per la verifica degli eventuali precedenti penali ostativi alla concessione del reddito, questa risale al mese di giugno 2022 ed è stata resa pienamente operativa soltanto a gennaio 2023 (circa quattro anni dopo il varo del decreto). Nel frattempo, l’Inps di Tridico, pur consapevole dell’assenza di adeguati controlli, ha continuato a erogare le somme a tutti, compresi furbetti e truffatori. Una scelta scellerata che ha portato alla chiusura dei rubinetti per tutti e agli sms che annunciavano la fine dell’erogazione del sussidio e che hanno incendiato diverse periferie italiane, magari penalizzando anche chi non aveva commesso alcun illecito.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.