2020-03-13
Quarantena Italia. Gli operai insorgono e i fessi a spasso si beccano denunce
Le forze dell'ordine hanno sanzionato 2.162 individui fuori casa senza motivo. I lavoratori protestano: «Fabbriche non sicure». A Milano, nella zona a sudorientale della città, un edicolante vende, con tanto di cartello pubblicitario, i moduli per l'autocertificazione: 30 centesimi a foglio. «Non è speculazione», prova a spiegare, «ma un servizio per gli anziani e per chi non ha computer e stampante». In realtà, pur essendo uno dei pochi esercizi commerciali con il permesso per l'apertura, non è affollato. Per le strade il clima è spettrale. Anche in centro. I bus sono vuoti e sono pochi anche i pedoni, mentre agli angoli delle strade le forze dell'ordine sono appostate per i controlli. Le città dell'Italia «chiusa per coronavirus» sono una la fotocopia dell'altra: deserte anche nell'ora di punta. Pochi passanti si aggirano spauriti. Molti indossano la mascherina. C'è chi non rinuncia al jogging o a una passeggiata. Ma in solitudine. O almeno a un metro di distanza. Da Pordenone a Palermo, dove perfino a Mondello, borgata marinara da sempre meta di svago per i palermitani, la spiaggia è semideserta. I quattro gatti presenti si allontanano in fretta all'avvicinarsi di una pattuglia. Anche le calli veneziane sono desolate: negozi chiusi e gente in fila - ma a distanza - davanti agli alimentari aperti. A Firenze perfino i parchi sono chiusi. A Benevento il suono di una tammurriata rimbalza tra un balcone e l'altro in via Giuseppe Piermarini. C'è chi suona la tammorra (tradizionale strumento a percussione) e chi le nacchere. E c'è anche chi canta. Ognuno dal proprio balcone. La scena è stata ripresa con un telefonino e lanciata sui social. Come quella del medico salernitano con tanto di mascherina e camice azzurro che ieri dispensava dalla finestra dello studio le ricette ai suoi pazienti, fermi uno a un metro dall'altro per mantenere la distanza di sicurezza. Non sono mancati i momenti di nervosismo. A Savona una guardia giurata è stata aggredita mentre smistava la coda d'accesso a una banca. Tensione anche tra gli autotrasportatori in coda al Brennero, dove gli autisti dei mezzi che trasportano merci italiane vengono sottoposti al controllo della temperatura. Il primo giorno con l'Italia chiusa per coronavirus, però, è costato anche multe e denunce ai trasgressori. A fine giornata il Viminale ha calcolato 113 titolari di esercizi commerciali denunciati (su 18.994 controllati). E 2.162 cittadini beccati a spasso senza un perché. «I dati», spiegano, «sono in corso di consolidamento». Quindi i numeri sono destinati a salire. A Milano per esempio stando ai calcoli della Prefettura, sono 77 le persone denunciate per inosservanza delle misure. Tra queste anche un ventisettenne che stava giocando una schedina in una tabaccheria di piazza Miami, quattro tunisini che si stavano alcolizzando nei giardini di via Monte Velino e quattro egiziani fermi in auto in piazza Selinunte. Tutti usciti di casa senza una giustificazione valida. A Bergamo i carabinieri si sono sentiti dire: «Ho litigato al telefono con la mia fidanzata e quindi la sto raggiungendo per chiarire»; «siamo andati a comprare il pane nel paese vicino perché è più buono»; «sono uscito a comprare 150 euro di alcol per fare una festa con gli amici». Festa interrotta anche a Ramacca, provincia di Catania, dove i carabinieri hanno fatto irruzione in una tavernetta, scoprendo che 22 persone - tra cui quattro bambini e tre anziani - che stavano festeggiando un compleanno. A Zocca, nel Modenese, cinque ragazzi partiti da Napoli si sono giustificati sostenendo di essere partiti «per vedere la casa di Vasco Rossi». Denunciati anche loro. Da Nord a Sud, passando per Roma, i mattinali delle forze di polizia si sono riempiti di storie di insostenibile leggerezza. I vigili capitolini hanno sigillato un chiosco che vendeva souvenir e i carabinieri hanno interrotto dei cittadini stranieri seduti intorno a un tavolino intenti a giocare a carte. A Cagliari, gli agenti della polizia di Stato hanno scoperto un circolo privato - in zona Is Mirrionis - che era rimasto aperto in serata e ospitava un elevato numero di persone intente a giocare alle videolottery. A Giugliano, provincia di Napoli, i carabinieri sono dovuti intervenire per interrompere una partita di calcio in un parcheggio. A macchia di leopardo lungo tutto lo Stivale si fermano anche le fabbriche. La Fca ha chiuso fino a sabato i suoi stabilimenti per metterli in sicurezza. In altri casi, invece, sono scoppiate le proteste, perché gli operai si sentono a rischio. Alla Fincantieri di Marghera hanno scioperato, chiedendo misure per prevenire il contagio da Covid-19. Scioperi anche nelle aree industriali bolognesi: si fermano la Toyota e la Bonfiglioli Riduttori. E anche ad Asti, Vercelli e Cuneo (Mtm, Ikk, Dierre, Trivium) i lavoratori hanno incrociato le braccia con, stando ai sindacati, adesioni altissime. In agitazione anche i dipendenti di Amazon di Torrazza Piemonte. L'autorità garante della normativa antisciopero ha invitato le aziende a rispettare le misure di sicurezza. Ma la protesta comincia a diffondersi e già oggi il clima potrebbe farsi rovente.